Datagate, Lavoro, dimissioni vertici Ior: rassegna stampa e prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Luglio 2013 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Obama: spiegheremo tutto. La Stampa: “Il Presidente degli Stati Uniti rassicura gli europei sullo spionaggio fra alleati: gli daremo tutte le informazioni che vogliono. Poi, trova una prima convergenza con Vladimir Putin: i due presidenti hanno deciso di assegnare ai rispettivi servizi di intelligence il compito di comporre la questione Snowden, il caso dell’ex analista dell’intelligence che è fuggito dalle Hawaii divulgando i segreti della sorveglianza elettronica degli Stati Uniti. Quanto alle sorti della talpa, il leader russo ha ribadito che il suo Paese «non ha mai consegnato nessuno e non lo farà adesso». Per ora il fuggiasco resta all’aeroporto di Mosca, nell’attesa che gli «007» delle due nazioni trovino una soluzione.”

Intesa Obama-Putin “Snowden in Russia ma senza fare danni”. L’articolo a firma di Maurizio Molinari:

“Barack Obama trova una prima convergenza con Vladimir Putin sulla gestione del caso di Edward Snowden e rassicura gli europei sullo spionaggio fra alleati: «Gli daremo tutte le informazioni che vogliono». Braccato dalle incessanti rivelazioni del Datagate durante il viaggio africano, il presidente americano sceglie di parlarne durante l’ultima tappa in Tanzania. Poche ore prima Putin ha chiarito la posizione di Mosca: «La Russia non ha mai consegnato nessuno e non lo farà adesso, se Snowden decide di andare in un luogo dove lo accettano può farlo quando vuole, ma se resta deve cessare di infliggere danni ai nostri partner americani, per quanto strane queste mia parole vi possano sembrare». Fonti ufficiali russe aggiungono: «I presidenti Obama e Putin hanno concordato di assegnare ai rispettivi servizi di intelligence, Fbi e Fsb, la composizione del caso» inerente all’ex analista dell’intelligence che è fuggito dalle Hawaii divulgando i segreti della sorveglianza elettronica degli Stati Uniti. Quando a Dar es Salaam i reporter al seguito chiedono a Obama di esprimersi sull’«accordo con Putin», la risposta è: «Posso confermarlo, vi sono state discussioni ad alto livello con i russi per cercare una soluzione al problema e siamo fiduciosi che, pur nell’assenza di un trattato di estradizione, il governo russo deciderà sulla base delle normali procedure internazionali, tenendo presente che Snowden è giunto a Mosca senza un valido passaporto». Ciò significa che Mosca e Washington hanno raggiunto l’intesa di lavorare assieme per disinnescare il caso Snowden anche se l’esito non è ancora chiaro perché Putin ribadisce che «la Russia non consegna nessuno» e Obama chiede la consegna dell’ex analista della Nsa in ragione del fatto che non possiede un passaporto valido.”

LEGGI ANCHE LA RASSEGNA STAMPA LOCALE

Maggioranza in difficoltà. Giovedì la prima verifica. L’articolo a firma di Francesco Grignetti:

“Ha destato sconcerto l’altolà del senatore Mario Monti al governo. Un’uscita imprevista. Da decifrare. Che getta un’ombra sulla tenuta degli accordi di maggioranza perché se perfino il più pacato tra gli alleati si mostra così inquieto, quale futuro si profila per l’Esecutivo Letta? Il Presidente della Repubblica è forse il primo a restare sorpreso. Se anche fosse così, però, Giorgio Napolitano maschera le sue emozioni dietro una buona dose di ironia e comunque ridimensiona il tutto a un positivo «ruolo di stimolo». La risposta ufficiale verrà da Enrico Letta in persona con il solito understatement, che fa sapere di avere già indetto per giovedì «una riunione della cabina di regia».”

Camera, nel Pd cresce la fronda alla Santanché. L’articolo a firma di Carlo Bertini:

“«Io non voterò mai vicepresidente della Camera la Santanché, che si dichiarò orgogliosamente fascista», dice il franceschiniano Emanuele Fiano seduto in Transatlantico, perfettamente in linea con il «turco» Matteo Orfini. Un «mood» diffuso nel Pd – «dal giaguaro alla pitonessa: #santancheno», è l’hashtag creato da Pippo Civati – da indurre la presidenza del gruppo a chiedere ai vertici del Pdl di puntare su un candidato «meno divisivo anche al vostro interno». «Pacta sunt servanda», intima però Capezzone. Gli ingredienti per la tempesta perfetta ci sono tutti e la possibilità che la «pasionaria» venga impallinata dal fuoco amico nel voto segreto fa tremare i polsi ai membri del governo: tanto che Franceschini ha messo in guardia sugli effetti destabilizzanti di un incidente del genere. Nel Pdl si sprecano gli appelli alla compattezza, al punto che Cicchitto, il più accanito avversario interno della Santanché, esorta i suoi a non fare scherzi.”

Lavoro, l’Italia in dodici mesi brucia quasi 400 mila posti. L’articolo a firma di Luigi Grassia:

“Una raffica di numeri dell’Istat conferma la gravità di una crisi che per ora non offre spiragli: in un anno se ne sono andati quasi 400 mila posti di lavoro. In dettaglio, a maggio il numero complessivo degli occupati in Italia è diminuito di 27 mila unità rispetto ad aprile e 387 mila nel confronto con il maggio 2012. Stavolta il calo è principalmente dovuto alla componente maschile, dove si contano 332 mila posti in meno a fronte di un calo di 56 mila unità per le donne. La disoccupazione continua a macinare record, a maggio avanza senza freni toccando quota 12,2%, il nuovo massimo storico sia dall’avvio delle serie mensili dell’Istat (gennaio 2004) sia da quello delle trimestrali, partite nel primo trimestre 1977, cioè 36 anni fa. Ed è anche la prima volta che la percentuale dei senza lavoro in Italia supera la media europea (12,1%). Ormai nella Penisola il numero delle persone in cerca di un posto oltrepassa ampiamente i tre milioni, con quasi mezzo milione in più totalizzato nel giro di un solo anno, per la precisione 480 mila in più. Da notare che l’aumento dei disoccupati è più alto della cifra di 387 mila posti persi: la differenza è data dall’arrivo sul mercato del lavoro di «nuove braccia», cioè di ex inattivi, le persone che prima non partecipavano al mondo del lavoro ma data la prosecuzione della crisi sono spinte dalla necessità a mettersi alla ricerca di un impiego.”

Renzi-Betori, nuovo scontro a distanza. L’articolo de Il Corriere dell Sera a firma di Tommaso Labate:

“«Io dico oggi che sono l’oggetto di un duro attacco politico. Che parte dall’Opera del Duomo, prosegue con l’intervento del cardinale e probabilmente andrà avanti nei prossimi giorni». E questo è soltanto un piccolo assaggio della controffensiva nei confronti del cardinale Giuseppe Betori, che nella sua omelia della messa per il santo patrono aveva legato il caso delle escort al «degrado morale» dell’intera città. Più tardi, via Twitter, il cardinale gli risponderà smentendo l’attacco politico e rivendicando che «mi preme solo il bene di Firenze e dei fiorentini». Ma ormai l’ultimo capitolo dello scontro tra il sindaco di Firenze e l’arcivescovo, che non sarà quello finale, era già scritto. Perché il Matteo Renzi che ieri pomeriggio si presenta al Consiglio comunale di Firenze, con le maniche della camicia bianca arrotolate, non è soltanto il probabile candidato alla segreteria del Pd. È anche, forse soprattutto, «il sindaco che difenderà la dignità della città che governo e quella di tutti i fiorentini». Ed è senz’altro un uomo che, dalla scarpa, ha parecchi sassolini da togliersi. E tanti, tantissimi, conti da regolare. Anche se in maniera serena e quasi divertita.”

Deficit ok con tagli e tasse «Piena ripresa a fine anno». L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Roberto Bagnoli:

“«Una ripresa – ha aggiunto il ministro – che proseguirà nell’anno prossimo». Non di una fiammata dunque si tratta ma di una vera e propria uscita dal ciclo recessivo corroborata soprattutto dall’immissione nel circuito finanziario e produttivo dei 20 miliardi sbloccati dalla pubblica amministrazione. E anche dalle buone cifre sull’andamento dei conti pubblici: nel mese di giugno – secondo una nota del Mef – il fabbisogno è migliorato di circa 8 miliardi rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, grazie al contenimento delle spese delle amministrazioni centrali e ad un aumento del gettito fiscale. Il ministro del Tesoro conferma le sue preoccupazioni emerse nell’intervista al Corriere della Sera nel reperire le risorse per coprire lo stop dell’aumento dell’Iva e dell’Imu sulla prima casa ma ieri ha voluto precisare che si tratta di misure «sì difficili ma non impossibili». E, addirittura, ha annunciato che secondo lui la soluzione per risolvere l’Imu «potrebbe arrivare entro Ferragosto» in anticipo rispetto al termine di fine mese scritto nel decreto di rinvio del pagamento della prima rata di giugno.”

Ultimatum dell’esercito a Morsi «Ascolta la piazza o interveniamo». L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Cecilia Zecchinelli:

“La notizia è esplosa ieri pomeriggio in Egitto, dove milioni di persone ormai si aspettavano che l’esercito facesse sentire la sua voce dopo la Grande Protesta contro il raìs Mohammad Morsi iniziata domenica, dopo le violenze seguite nella notte (16 morti e la sede dei Fratelli musulmani attaccata e distrutta), dopo l’avvertimento già lanciato dai militari una settimana fa. «Le Forze armate danno un ultimatum di 48 ore alle parti politiche come ultima chance per risolvere questa crisi storica, non c’è più tempo», ha annunciato in tv il generale Abdel Fattah Al Sisi, capo dei militari. «Parti politiche» e non Morsi, ma un’intesa tra opposizione e Fratellanza è improbabile: sempre respinta da entrambe, non è nemmeno considerata dai dimostranti. Poi Al Sisi ha aggiunto che «l’esercito non vuole il potere politico e imporrà la sua roadmap includendo tutte le forze patriottiche, a meno che non siano accolte le richieste espresse dal popolo». La prima è proprio che il raìs e i Fratelli si facciano da parte dopo questi 12 mesi disastrosi. Poi un governo tecnico, le elezioni. «È un colpo di Stato», ha tuonato in serata un portavoce di Morsi, che non si è fatto sentire né vedere. «Ma il presidente è convinto che questo non potrà accadere senza il benestare degli americani». L’ultima speranza del raìs pare così riposta nel rifiuto degli Usa ad abbandonarlo dopo solo un anno dalle elezioni vinte democraticamente. Posizione seguita a lungo da Washington, ma ora cambiata: Barack Obama domenica e ieri ha ripetuto allarme, inviti al dialogo, ma pure la volontà di non schierarsi. L’opinione diffusa è che l’ultimatum dei generali abbia però avuto il via libera da Washington: la notizia che ieri mattina Al Sisi avesse «parlato» con il capo di Stato maggiore Usa, generale Martin Dempsey, ne è stata poi una conferma.”

Dimissioni ai vertici dello Ior lascia il direttore Cipriani. L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di M. Antonietta Calabrò:

“Rivoluzione allo Ior. Il direttore generale Paolo Cipriani e il vicedirettore Massimo Tulli hanno rassegnato le dimissioni. Dopo molti anni di servizio hanno entrambi ritenuto che questa loro decisione sarebbe stata la scelta migliore nell’interesse dell’Istituto e della stessa Santa Sede. Una valutazione condivisa e forse sollecitata dallo stesso Pontefice. Il board dello Ior e il Consiglio cardinalizio di sorveglianza le hanno subito accolte. Un’accelerazione drammatica si è innescata sabato. A seguito delle risultanze di un’indagine interna allo Ior, ordinata dal board dopo l’arresto di monsignor Nunzio Scarano. La lettura dell’ordinanza dei magistrati romani, le dichiarazioni del procuratore aggiunto Nello Rossi (secondo il quale grazie ai rapporti con la dirigenza Scarano aveva trasformato lo Ior in una sua privatissima e illecita filiale off shore) hanno fatto il resto. Domenica sera la decisione era presa, ma per tutta la giornata di ieri c’è stato un altalenarsi di voci, finché a sera la comunicazione è divenuta ufficiale. Il presidente Ernst von Freyberg ha assunto le funzioni di direttore generale ad interim, mentre già si è aperta la procedura di selezione per il ruolo di nuovo direttore generale e vicedirettore generale dell’Istituto e di «chief risk officer», una posizione che non esisteva finora nello Ior. L’Aif, l’autorità finanziaria regolatoria è stata informata di quanto avvenuto, e così pure la Commissione istituita dal Papa con il suo chirografo una settimana fa, il 24 giugno, e presieduta dal cardinale Farina.”