Davide Casaleggio sbarca in tv, quattro ore di prove con Rocco Casalino

Davide Casaleggio (foto Ansa)
Davide Casaleggio (foto Ansa)

ROMA – Stasera, giovedì 6 aprile, Davide Casaleggio per la prima volta sbarcherà in televisione. Il figlio di Gianroberto Casaleggio sarà ospite di Otto e mezzo. E per prepararsi al meglio, come scrive Mario Ajello del Messaggero, Davide Casaleggio “si è fatto preparare per alcune ore da Rocco Casalino”, l’ex concorrente della prima edizione del Grande Fratello.

Mario Ajello del Messaggero:

Le clamorose défaillance di questi due hanno certamente finito per accrescere il ruolo di Casaleggio junior. Il quale se prima veniva a Roma poco e sempre accompagnato dalla balia Beppe, ultimamente viene più spesso e da solo, e convoca a gruppi i vari onorevoli per informarsi e per decidere le linee di condotta. Al Corriere della sera, ha scritto una lettera che è il suo manifesto politico: «Noi garantiamo un servizio migliore rispetto ai vecchi partiti e siamo più efficienti di loro».

E sempre lui, creando scompiglio presso Di Maio ma anche più in generale, aveva dichiarato in precedenza: «Il candidato premier lo annunceremo entro il prossimo autunno». Chi lo credeva soltanto uno smanettone, o un figlio che si era preso una sorta di anno sabbatico dopo la perdita del padre, si è dovuto ricredere. M5S sempre più partito azienda con testa e cuore a Milano è opera sua. Così come – dopo aver creato la piattaforma Rousseau e l’associazione Gianroberto Casaleggio – si deve a Davide il tentativo, in previsione di un possibile arrivo al governo, di allargare la rete dei grillini a personalità e competenze esterne.

TUTTI A IVREA
Di cui il convegno di Ivrea è una prima prova. Perfino sconvolgente, se si pensa che parteciperanno tra gli altri, Paolo Magri, il segretario del gruppo italiano della Trilateral che è sempre stata bestia nera di M5S e obiettivo di tutte le teorie complottarde dei grillini, e Nicola Bedin, amministratore delegato dell’ospedale San Raffaele di cui chiesero le dimissioni i pentastellati quando venne inquisito nel 2015. Il davidismo, evidentemente, non va per il sottile e si muove senza paraocchi.

E sembra, rispetto al gianrobertismo, una sorta di continuazione non fricchettona, poco spettacolare e meno visionaria. Più aderente a un’ideologia appunto alla Rousseau il quale però, come diceva Leonardo Sciascia che aveva sempre ragione, «è stato il creatore di tutti gli ismi più micidiali ed è all’origine di tutte le disgrazie del 900. Ma questo è un altro secolo. E Davide il Timido ha capito che il solo web non basta e si va a giocare la sua leadership anche in tivvù.

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