Del Turco su Procura e Gip di Pescara: “Arrestato per pregiudizio politico”

ROMA — Ottaviano Del Turco segue dalla sua casa romana il processo in corso a Pescara che lo vede imputato di di associazione a delinquere, concussione e corruzione quale asserito percettore di 6milioni di euro di tangenti.

Lo scandalo costò a Del Turco, nell’estate del 2008, un periodo in carcere e la presidenza della Regione Abruzzo.

Il processo ha preso una piega che ha tutta l’apparenza di essere favorevole a Del Turco, di estrazione socialista Psi e che in passato è stato anche segretario generale della Cgil.

Scrive Carlo Bonini su Repubblica:

“È come se il massimo sforzo prodotto in dibattimento dalla difesa di Del Turco, il deposito di perizie tecniche di parte che contestano in radice il significato e la forza probatoria dei riscontri che la pubblica accusa ha prodotto a sostegno delle parole del grande accusatore di Del Turco, l’ex re delle cliniche Vincenzo Angelini, abbia improvvisamente aperto una breccia”.

Bonini ha intervistato Del Turco ricordandogli quanto disse in passato “di essere stato vittima di un “grumo” di poteri forti in Regione che «non tolleravano la discontinuità politica della sua Giunta». E che Angelini era stato lo strumento della sua «eliminazione per via giudiziaria»” .

Risposta di Del Turco:

«Alla luce di quello che la mia difesa ha dimostrato, quel giudizio lo ribadisco. Angelini era un uomo disperato e di fronte alla prospettiva di salvare se stesso non gli restava che una possibilità. Offrire in pasto il sottoscritto alla Procura di Pescara».

Anche Angelini è sotto processo, ma a Del Turco questo non basta, perché lui “al contrario del sottoscritto, non ha conosciuto né il carcere, né gli arresti domiciliari, né l’obbligo di dimora. Non è stato recluso dal mondo per sei mesi. Né ha dovuto subire l’umiliazione pubblica, la damnatio memoriae, che io ho conosciuto. Angelini ha semplicemente sbagliato i suoi calcoli. Pensava che la Procura lo avrebbe protetto”.

Eppure, ricorda Del Turco, “sul mio conto sono state effettuate 104 rogatorie tutte con esito negativo. Non è stato ancora individuato un solo centesimo dei 6 milioni di euro che avrei ricevuto”.

Replica Bonini: “L’accusa le ha contestato alcune operazioni immobiliari”.

Del Turco: “Questo tema accusatorio è scolorito durante il dibattimento. E in ogni caso è stato accertato che per quelle compravendite sono state usate provviste che erano sui miei conti ben prima dei presunti episodi di corruzione. Denaro frutto del mio lavoro di Governatore e prima ancora di parlamentare”.

Perché tutto questo? Secondo Del Turco, la Procura della Repubblica di Pescara si convinse “della genuinità delle accuse di Angelini sulla base di un pregiudizio politico diffuso che, in quell’estate del 2008, assediava la mia giunta. E me ne sono convinto scoprendo che, di fatto, il lavoro di riscontro sulle accuse nei miei confronti è cominciato davvero solo dopo il mio arresto. Penso, per dirne una, che anche la Procura avrebbe potuto verificare per tempo che le foto scattate alla famosa busta piena di mele, noci e castagne sull’uscio della mia casa il 2 novembre 2007, giorno in cui avrei ricevuto una delle tangenti, in realtà risalgono all’anno prima. O che l’uomo fotografato sull’uscio della mia casa è troppo alto per essere Angelini”.

Bonini: “Anche il gip è caduto in inganno?”.

Del Turco: “Del gip voglio ricordare una sola cosa. Definì i biglietti di solidarietà che ricevetti in carcere da una trentina di parlamentari, tra cui Bersani, dei “pizzini”»”.

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