Dieci malattie che credevamo scomparse tornano: peste, lebbra…

Dieci malattie che credevamo scomparse ritornano
Dieci malattie che credevamo scomparse ritornano

ROMA – Le credevamo scomparse e invece sono 10 le malattie tornate alla ribalta. Rosolia, scarlattina, lebbra e peste sono solo alcune delle “Malattie del XIX secolo“, così le aveva definite la Gran Bretagna, e che invece nel 2015 sono tornate. Negli Stati Uniti nel 2015 sono stati registrati 16 casi di peste, mentre in Gran Bretagna sono stati registrati nuovi casi di scarlattina e scorbuto.

Silvia Turin sul Corriere della Sera parla delle 10 malattie tornate a far paura che sono state elencate dalla Cnn Health:

1. La peste
Nel XIV secolo la Peste Nera ha ucciso, secondo le stime, il 60% della popolazione europea. La malattia è trasmessa dalle pulci che vivono su roditori come topi e scoiattoli. Vaccini, antibiotici e le migliori condizioni di vita hanno ridotto la diffusione della malattia senza farla però scomparire.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta da mille a 3mila casi di peste ogni anno in tutto il mondo, la maggioranza dei quali concentrati in Africa, Sud America e Asia, specialmente in Madagascar, Perù, Repubblica Democratica del Congo e India. La peste è molto rara nei Paesi sviluppati: è assente in Europa e in Australia.

Negli Stati Uniti – riporta la CNN – si segnalano ogni anno dai 2 ai 10 casi, anche se nel 2015 ne sono stati registrati 16. Il motivo per cui questa patologia non è stata ancora eliminata è perché è veicolata dalle pulci (che non sono rare) e perché nella maggior parte dei casi le persone non si rendono conto di quello che hanno e pensano di avere l’influenza, mentre la peste va combattuta da subito con gli antibiotici. La concentrazione dei casi nella parte occidentale degli Stati Uniti è probabilmente dovuta all’habitat favorevole alle pulci: il caldo e l’aridità di alcune zone, come la notevole presenza di tane scavate da roditori.

2. La rosolia
La rosolia è una malattia infettiva virale acuta che si manifesta con un’eruzione cutanea simile a quelle del morbillo o della scarlattina. La sintomatologia è generalmente lieve (il 25-50% delle infezioni sono asintomatiche), soprattutto nei bambini, mentre negli adulti si verificano spesso complicanze articolari. La rosolia è pericolosa se contratta da una donna durante la gravidanza, soprattutto nelle prime 10 settimane di gestazione, perché può comportare gravi conseguenze per il feto (aborto spontaneo, morte intrauterina, sindrome della rosolia congenita).

La vaccinazione contro la rosolia divenne disponibile nel 1970 e aiutò molti paesi a eliminare la malattia. Nel mese di aprile del 2015, l’America è diventata il primo continente ad aver debellato la malattia dopo una battente campagna di vaccinazione durata 15 anni.  Nel 2015 la rosolia ha colpito circa 38 italiani. L’infezione resta presente nei Paesi con una bassa copertura vaccinale, in particolare in Africa e sud-est asiatico. Si stima che circa 110mila bambini nascano ogni anno con sindrome da rosolia congenita.

3. La lebbra
La lebbra è una malattia contagiosa trasmessa dal contatto prolungato con persone infette. Essa provoca un danno alle cellule nervose e della pelle con conseguenti piaghe deturpanti e disabilità permanenti. La prima svolta nel trattamento della lebbra risale al 1945, con il dapsone, al quale però i batteri divennero presto resistenti. Questo ha portato allo sviluppo di una terapia multi-farmaco di successo nel 1970.

Il numero di casi di lebbra nel mondo è calato notevolmente negli ultimi 30 anni, dai 5,2 milioni del 1985 ai 216mila casi del 2013. La malattia è ancora un problema in alcune parti dell’India, Brasile e Indonesia, dove si registrano l’80% dei casi totale.

4. La gotta
La gotta è una malattia causata dalla formazione di acido urico o urati (naturale sottoprodotto della digestione) nelle articolazioni interne. Questo può portare a dolore, gonfiore e arrossamento. Identificata per la prima volta dagli Egiziani, la gotta era conosciuta come la “malattia dei re” a causa dei suoi legami con l’eccesso di cibo e vino.

Stili di vita poco salutari e il crescente numero di obesi hanno causato un aumento sostanziale dei casi di gotta nei Paesi sviluppati; secondo le stime per gli Stati Uniti siamo a 8,3 milioni di persone, quasi il 4% della popolazione adulta. La prevalenza di gotta varia in modo significativo in tutto il mondo: in Europa, secondo uno studio del 2010, il Paese con la più alta incidenza è la Grecia (4,75%). In Italia ne soffrono circa 500mila persone.

5. La pertosse
La pertosse, nota anche come “tosse dei 100 giorni”, è una malattia infettiva batterica altamente contagiosa: un bambino con pertosse può infettare fino al 90% di bambini non immuni con cui viene a contatto. Si trasmette per via aerea da persona a persona con tosse o starnuti. Provoca tosse intensa, con effetti particolarmente gravi nei piccoli. Nonostante la vaccinazione continuano a verificarsi nuove infezioni ogni anno, spesso mortali. Ci sono stati circa 16 milioni di casi a livello mondiale nel 2008 – il 95% nei Paesi in via di sviluppo – e la malattia ha ucciso circa 195mila bambini.

In Italia la pertosse viene obbligatoriamente notificata alle autorità sanitarie. Il vaccino attualmente in uso è somministrato insieme a quello antidifterico e antitetanico. La pertosse non rientra nelle vaccinazioni obbligatorie, ma in quelle raccomandate a partire dai due mesi di età, come il morbillo e la rosolia.

Ad ottobre del 2015 l’utimo caso grave: una bambina di 28 giorni morta a causa della pertosse al Sant’Orsola di Bologna. La bimba deceduta non era ancora in età da vaccino ed era dunque potenzialmente esposta alla malattia per la presenza di persone e bambini non vaccinati.

6. La difterite
Questa malattia colpisce il naso e la gola e viene trasmessa da tosse o starnuti. Una volta era un “killer” dell’infanzia. In passato, anche il latte non pastorizzato è stato un veicolo di infezione. Disponibile dal 1920, il vaccino antidifterico contiene la tossina batterica trattata in modo da non essere più tossica per l’organismo ma comunque in grado di stimolare la produzione di anticorpi protettivi. Dopo la vaccinazione la difterite continua a essere un problema in alcune parti dell’Africa e dell’Asia.

In Italia il vaccino contro la difterite è offerto gratuitamente a tutti i bambini nel primo anno di vita e agli adulti non vaccinati. Nel nostro Paese non sono più stati registrati casi di difterite a partire dal 1996.

7. La scarlattina
Questa malattia è causata da batteri presenti sulla pelle e in gola, che provocano un caratteristico rash cutaneo rosa-rosso. Non è ancora stato trovato un vaccino. Nel XIX secolo i tassi di mortalità per scarlattina hanno superato il 30% in alcune parti di Stati Uniti ed Europa. Dal 1950 antibiotici e migliori condizioni di vita l’hanno resa una malattia rara.

Nel 2014 però più di 14mila casi di scarlattina sono stati segnalati nel Regno Unito: il più alto incremento dalla fine degli anni ‘60, e le infezioni sono continuate nel 2015. A livello globale due decessi sono stati segnalati a Hong Kong nel 2011.
In Italia c’è ancor a qualche migliaio di casi l’anno.

8. La tubercolosi
Malattia devastante nel XVIII secolo, la tubercolosi (TBC) è tornata a essere al mondo la malattia infettiva che uccide di più, tuttora davanti all’Aids. La TBC è curabile, ma le forme resistenti ai farmaci si diffondono sempre più. L’infezione si propaga attraverso l’aria, aiutato da sovraffollamento e scarsa ventilazione. Un forte sistema immunitario aiuta le persone a combattere la malattia, ma la tubercolosi prende piede in pazienti con difese indebolite in particolare infette da HIV.

Secondo le ultime stime dell’Oms, 9 milioni di persone si sono ammalate di tubercolosi nel 2013 e 3 milioni non hanno ricevuto le cure necessarie. In Europa, si è verificata una diminuzione progressiva dell’incidenza della tubercolosi nel corso degli ultimi dieci anni ma la malattia rimane un rilevante problema di sanità pubblica in molti Paesi.

Nel 2013, nei 53 Paesi membri della Regione europea dell’Oms, si sono ammalate di tubercolosi 360mila persone: 1000 al giorno. Sono particolarmente preoccupanti gli alti tassi di tubercolosi resistente ai farmaci soprattutto nei 18 Paesi “ad alta priorità”, dove ogni anno si verificano l’85% di tutti i nuovi casi nella Regione e il 90% dei decessi. Secondo il rapporto Oms nel 2013 sono stati segnalati in Italia 3153 casi, dato che pone l’Italia tra i Paesi a bassa incidenza. Il 63% dei casi è stato segnalato in persone di origine straniera.

9. Il rachitismo
Il rachitismo è una malattia che deforma le ossa nei bambini. Comunemente causata da una mancanza di vitamina D e calcio, era una delle malattie tipiche del XIX secolo: in alcune parti dei Paesi Bassi si stima che abbia colpito l’80-90% dei bambini.

Anche se c’è una mancanza di dati completi sui tassi globali attuali di rachitismo – scrive la CNN – , gli esperti ritengono che meno tempo trascorso all’aria aperta e un introito insufficiente di vitamina D e calcio in alcune diete, stia causando un ritorno di questa patologia anche nei paesi sviluppati.

Recentemente la Società italiana di pediatria ha lanciato l’allarme: nel nostro Paese infatti 6 bambini su 10 sarebbero carenti in vitamina D, che solo al 10% si ricava dall’alimentazione. I nostri piccoli stanno troppo tempo chiusi in casa, mentre dovrebbero «prendere il sole su mani e gambe almeno tre volte la settimana».

10. La poliomielite
La poliomielite è una malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Il contagio avviene per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati, o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. La diffusione della “polio” ha raggiunto un picco negli anni ‘50: in Italia, nel 1958, furono notificati oltre 8mila casi. L’ultimo nel nostro Paese è stato notificato nel 1982.

Quando la Global Polio Eradication Initiative è iniziata nel 1988, la poliomielite paralizzava più di 1000 bambini in tutto il mondo ogni giorno. Da allora, più di 2,5 miliardi di bambini sono stati vaccinati, riducendo i casi di polio del 99% a livello mondiale. La malattia, che colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni, è attualmente endemica in due soli Paesi, Afganistan e Pakistan

La poliomielite però ultimamente è ricomparsa in Europa. Dopo 5 anni dagli ultimi casi, registrati nel 2010 in Russia, in Ucraina nel 2015 l’infezione ha causato la paralisi di 2 bambini. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che il rischio di diffusione del virus nel Paese è “alto” anche in considerazione del fatto che solo la metà dei bambini è stata vaccinata contro la poliomielite e le altre malattie prevedibili. Molti genitori ucraini hanno scelto in particolare di non vaccinare i figli dopo il caso di uno studente che nel 2008 morì apparentemente di sepsi poco dopo il vaccino contro il morbillo, parotite e rosolia”.

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