Dirigenti Pa, non basterà laurea breve

Dirigenti, non basterà laurea breve
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ROMA – Non basterà la laurea breve per diventare dirigenti della Pubblica amministrazione. È questa una delle novità emerse dai resoconti parlamentari dei lavori svolti dalla commissione Affari costituzionali del Senato sulla delega della Pubblica amministrazione. Per aspirare alla dirigenza servirà “il possesso di un titolo di studio non inferiore alla laurea magistrale”.

La senatrice Pd Linda Lanzillotta, prima firmataria dell’emendamento, chiarisce come “la novità aggiorni la disciplina ai cambiamenti intervenuti nell’ordinamento universitario”.

Un altro emendamento approvato, riporta Antonella Baccaro sul Corriere della Sera, che farà discutere,

è quello che, con riferimento alla mobilità della dirigenza, prevede «la semplificazione e l’ampliamento delle ipotesi di mobilità tra amministrazioni pubbliche», nonché «tra le amministrazioni pubbliche e il settore privato». Un’altra modifica proposta dal ministro Marianna Madia e approvata depotenzia la commissione per la dirigenza, introdotta dallo stesso ministro, che è deputata a valutare la licenziabilità del dirigente: in casi di riorganizzazione, il parere della commissione non è più vincolante anche se resta obbligatorio. Quindi, spiega anche il relatore alla delega, il senatore Giorgio Pagliari (Pd), «a decidere è l’amministrazione, che può anche discostarsi dalla scelta della commissione» motivando. Inoltre, stabilisce l’emendamento, trascorso un certo periodo, da fissare, l’eventuale parere non dato si intende per acquisito.

 

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