E pagano sempre gli stessi, Fracaro e Saldutti sul Corriere della Sera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Marzo 2014 - 17:24 OLTRE 6 MESI FA
La prima pagina del Corriere della Sera

La prima pagina del Corriere della Sera

ROMA – “Gira e gira la tassa è rimasta. Ha cambiato innumerevoli nomi (chi ricorda la Trise, o l’imposta unica comunale, detta Iuc?), innumerevoli aliquote (annunciate, ritirate, negoziate). Ma poi è rimasta in carica. Anzi, si è allargata” scrivono Massimo Fracaro e Nicola Saldutti sul Corriere della Sera:

Il terreno delle imposte è molto tortuoso non solo a causa di norme incomprensibili, ma anche per le trappole verbali: teoricamente l’Imu, l’ex Imposta municipale, sulla prima casa è stata (formalmente) abolita. In realtà la Tasi, la neonata tassa sui servizi indivisibili (dall’illuminazione ai vigili urbani), vale sia per l’abitazione principale (prelievo che può salire dal 2,5 al 3,3 per mille) sia per le seconde (in questo caso si sale fino all’11,4 per mille). Allora perché non dire che sarebbe tornata la tassa (o patrimoniale) sulla prima casa? Il punto è sempre lo stesso, i cittadini non sono sudditi fiscali, ma contribuenti
che hanno il diritto di conoscere quanto e come devono pagare. Senza alchimie verbali del tipo «si paga, forse no, forse sì. Sì ma non tutto». In una, due o forse tre rate.
Lo psicodramma dell’Imu evidentemente non è servito da lezione. Il motivo? Leggiamo la nota ufficiale diffusa ieri da Palazzo Chigi al termine della riunione che ha deciso l’aumento:
l’incremento può essere deliberato dai comuni a condizione che il gettito relativo sia destinato a finanziare detrazioni o altre misure relative all’abitazione principale in modo tale che gli effetti sul carico dell’imposta Tasi siano equivalenti a quelli dell’Imu prima casa.
Traduzione più o meno fedele: spetta ai sindaci decidere come e in che misura e a chi applicare i bonus, ad esempio per i figli. Dunque ci risiamo. Per la Tasi c’è da scommettere che assisteremo a un altro caos in occasione dei pagamenti. Perché non imporre ai comuni quello che il governo ha annunciato di voler fare per il modello «730» dei dipendenti pubblici e dei pensionati? I sindaci mandino ai contribuenti i bollettini precompilati per il pagamento di tutte le loro imposte (Imu, Tari, Tasi).