“Effetto Consulta: illegittime pure le tasse?”, Tommaso Montesano su Libero

"Effetto Consulta: illegittime pure le tasse?", Tommaso Montesano su LiberoROMA – Adesso gli affossatori del Porcellum ci hanno preso gusto. E, forti della pronuncia della Corte costituzionale, annunciano una guerra a colpi di ricorsi. Prossimo bersaglio: la legge elettorale per le Europee.

 

Scrive Tommaso Montesano su Libero:

L’avvocato Felice Besostri,unodegli animatori della battaglia contro la legge elettorale vigente, fa sapere che a Napoli eMilano sono già stati presentati appelli contro il sistema di voto per l’Euro – parlamento: «E sabato lo notificheremo a Cagliari». Sono tre i punti sui quali Besostri e i colleghi Giuseppe Sarno ed Emilio Zecca sono passati all’offensiva: «Le soglie di accesso (sbarramento al 4%, ndr); le discriminazioni tra le minoranze linguistiche e la possibilità data solo alle minoranze linguistiche di poter fare coalizioni con i partiti nazionali. Questa capacità di coalizione deve essere riconosciuta anche alle liste politiche». Della questione, ma più in generale degli effetti che deriveranno dalla decorrenza della sentenza che ha demolito il Procellum, Besostri e gli altri parleranno con il Quirinale: «Chiederò un incontro al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano».

Il rischio è che adesso, sull’onda della dichiarazione d’incostituzionalità contro il Porcellum, qualcuno (oltre ai ricorrenti Besostri e Aldo Bozzi) provi a cavalcare l’onda dei ricorsi. Puntando a buttare giù tutto ciò che è stato prodotto dal Parlamento dall’entrata in vigore della legge Calderoli. Ovvero dal 21 dicembre 2005. Il pericolo più incombente, spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti, grava sui parlamentari «eletti grazie al premio di maggioranza e che sono ancora in attesa che la loro elezione sia convalidata». Iter che adesso potrebbe essere messo a rischio qualora il via libera della Camera di appartenenza arrivi una volta pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la sentenza Ma, in linea teorica, qualcuno potrebbe approfittarne per rivendicare l’illegittimità di qualche atto particolarmente impopolare approvato da deputati e senatori eletti con una legge nel frattempo dichiarata incostituzionale. Ad esempio le manovre finanziarie che si sono succedute nel tempo. Basti pensare che tra il 2006 e il 2013 – esclusa l’ul – tima legge di stabilità -sono stati varati interventi correttivi sui conti pubblici per una cifra che si aggira sui 180 miliardi di euro. Per Ceccanti quel che è stato fatto non corre pericoli: «Per gli retroattivo, ma i giudici hanno gli strumenti per sterilizzare l’efficacia della pronuncia per quanto riguarda il passato».Dal punto di vista tecnico, si tratta di utilizzare il meccanismo dell’«incostituzionalità differita, in base al quale gli effetti della sentenza si applicano solo pro futuro, specificando che le dichiarazioni di incostituzionalità non si applicano retroattivamente ». Un esito, conclude Nania, che «potrebbe trasparire a leggere il comunicato stampa della Corte» (…)

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