Elezioni 2013, Mps, Balotelli, Coppa Italia: rassegna stampa e prime pagine

ROMA – Due regioni sul filo di lana. Il Corriere della Sera: “Sempre più incerta la sfida per il Senato: i sondaggi dei vari istituti indicano in Lombardia e Sicilia, due delle Regioni decisive perché «valgono» molti senatori, centrosinistra e centrodestra vicinissimi. Con la coalizione di Berlusconi avanti di meno di un punto in Lombardia e quella di Bersani avanti di poco più di un punto in Sicilia. Intanto da Bruxelles rimbalzano le valutazioni negative sul governo Berlusconi del commissario Ue Olli Rehn. Il Pdl insorge.”

Salta il duello a sei sulla Rai. No del Pdl. Bersani: vado a Sky. L’articolo a firma di Paolo Conti:

“Niente lavoro in accoppiata, almeno per ora, per Bruno Vespa e Mario Orfeo, direttore del Tg1. La direzione generale Rai li aveva incaricati di porre le domande nella gran prima serata su Raiuno, già fissata per sabato 2 febbraio, con il confronto tra leader di coalizione. Era già quasi pronta la scenografia negli studi della Dear sulla Nomentana dopo le riunioni coordinate dal direttore di Raiuno, Giancarlo Leone. Ma ieri verso le 14 l’annuncio dopo una riunione ai vertici di viale Mazzini: tutto saltato, rinviato a chissà quando. Motivo tutto politico certo non legato alla Rai che, fa sapere, non ha preclusioni sulla quantità di presenze né format da imporre: manca l’accordo tra Berlusconi e Bersani sul numero di partecipanti al confronto. Il segretario del Pd ha affidato a un tweet la sua posizione: «Tutti i candidati hanno uguale diritto, perciò o tutti o nessuno». E quanto a Berlusconi candidato premier o no: «Prendo Berlusconi e Alfano: li prendo tutti e due. Facciamo sei più uno». Quindi sì di Bersani anche a Oscar Giannino, Beppe Grillo e Antonio Ingroia.”

Senato, la sfida nelle regioni decisive. Lombardia e Sicilia sono in bilico. L’articolo a firma di Renato Mannheimer:

 “Emblematico, al riguardo, è il caso della Lombardia. Che, come si sa, assegna ben 49 seggi, vale a dire quasi il 16% del totale dei senatori eletti nei confini nazionali. E nella quale, per di più, si vota, lo stesso giorno delle politiche, per il presidente e il consiglio regionale. Si tratta di una regione che è stata, a lungo, appannaggio del centrodestra. Ma, complici anche le vicende che hanno riguardato il presidente della Regione Formigoni, la situazione pare oggi mutata profondamente. Tanto che il vantaggio che il centrodestra ottiene comunque ancora in questo momento è talmente esiguo (meno di un punto percentuale) da collocarsi al di sotto del margine di approssimazione statistico e da rendere, di conseguenza, impossibile l’assegnazione del premio di maggioranza. Il quadro è aggravato dal fatto che sono molti — 42%, assai più che nelle altre regioni qui considerate — coloro che dichiarano di non volere indicare l’intenzione di voto, perché indecisi o tentati dall’astensione. Le scelte di costoro possono mutare il quadro politico della regione. E non è senza significato il fatto che gli indecisi lombardi siano composti per la gran parte da ex elettori del centrodestra delusi. Oggetto, come si sa, sia della campagna di Berlusconi, sia di quella di Monti.”

Berlusconi, nuove accuse dall’Europa. L’articolo a firma di Paola Di Caro:

“Un’analisi dura, poi parzialmente corretta da una nota del portavoce in cui si escludeva un «commento elettorale». Ma l’intervento viene letto immediatamente da tutto il Pdl proprio come «un’entrata a gamba tesa», per dirla con Paolo Bonaiuti, in piena campagna elettorale. Antonio Tajani, pure commissario europeo, si «dissocia e rammarica» per una dichiarazione che «rischia di far apparire non indipendente la Commissione Ue». La vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli si appella al presidente Barroso perché la commissione sia «super partes», Angelino Alfano attacca: «È inaccettabile che Rehn intervenga nella campagna elettorale di uno Stato membro, peraltro con affermazioni false, tecnicamente sbagliate e facilmente smentibili», Renato Brunetta accusa: «Mente sapendo di mentire, si dovrebbe dimettere».”

Napolitano: il fascismo fu infame. Vigilare contro ogni revisionismo. L’articolo a firma di Dino Martirano:

“Al Quirinale — in questa giornata del ricordo istituita nel 2000 che, quest’anno, coincide con il 70° anniversario della rivolta del ghetto di Varsavia contro i nazisti — sono presenti i superstiti dei campi di concentramento, gli ex deportati dell’Aned con il fazzoletto a righe bianco-celeste, e i ragazzi delle scuole superiori di ritorno dai viaggi di istruzione ad Auschwitz e a Birkenau. Uno dopo l’altro parlano Luca, Leonardo, Iacopo che raccontano ciò che hanno visto con i loro occhi oltre quella cancellata con la scritta Harbeit Macht Frei («Il lavoro rende liberi») che ancora ammonisce l’umanità nella pianura polacca. Al Quirinale, scorrono le immagini di «In darkness» (film sugli ebrei di Varsavia sopravvissuti nelle fogne della città) e si levano anche le note di una indimenticabile canzone di Francesco Guccini.”

Ecco i documenti di Bankitalia. Le ispezioni e gli inganni di Siena. L’articolo a firma di Stefania Tamburello:

“Se c’era qualche dubbio sulla sintonia e la voglia di collaborare del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è stato definitivamente fugato. Il ministro è stato molto attento al contributo offerto dal governatore, tanto da allegare al suo intervento in Parlamento la ricostruzione fatta dalla Vigilanza sulla crisi del Monte dei Paschi di Siena. Si tratta di 7 pagine suddivise in 38 punti, ognuno dei quali rappresenta un passo fatto dalla Banca d’Italia, guidata dal 16 gennaio 2006 al 1° novembre 2011 da Mario Draghi. La lunga storia di Rocca Salimbeni in 38 mosse e 22 date. Gennaio 2008 — Mps presenta in via Nazionale l’istanza per comprare l’Antonveneta da Abn Amro, nell’ambito di un accordo quadro con la spagnola Santander: costo circa 9 miliardi. È previsto un aumento di capitale per 6 miliardi di cui 5 riservato agli azionisti e 1 a JP Morgan a servizio dell’emissione di titoli convertibili in azioni del Monte (Fresh).”

Le mazzette e la banda del 5% sulle operazioni spericolate. L’articolo a firma di Fabrizio Massaro:

“Cresce di intensità la doppia inchiesta su Mps per l’acquisizione di Antonveneta da 9 miliardi e per le presunte tangenti incassate da alcuni top manager nelle operazioni in derivati. Il meccanismo delle «retrocessioni» o dei «premi» ai manager per i derivati potrebbe rivelarsi essere addirittura un sistema: quello della «banda del 5 per cento». Agli atti dell’indagine condotta dai pm di Siena Antonino Nastasi, Giuseppe Grosso e Aldo Natalini, coordinata dal procuratore Tito Salerno insieme con gli investigatori del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza diretti dal generale Giuseppe Bottillo, si sono aggiunti i fascicoli inviati dalla Procura di Milano, che già aveva intercettato presunte retrocessioni di denaro a top manager di banca che negoziavano titoli: a breve il pm Roberto Pellicano chiederà il rinvio a giudizio per 18 persone.”

“Mps, c’era la banda del 5%” I pm: situazione esplosiva. La Stampa: “Gianluca Baldassarri e Matteo Pontone, il supermanager Mps e l’ex responsabile di Londra, erano conosciuti come «la banda del 5% perché su ogni operazione prendevano tale percentuale». A rivelarlo ai pm è un funzionario di una banca d’affari tedesca. I pm di Siena: situazione incandescente.”

“L’Italia non garantisce i padri divorziati”. L’articolo a firma di Sara Ricotta Voza:

“Raffica di condanne all’Italia, in un solo mese, da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo. Dopo le dure sentenze sul sovraffollamento delle carceri piombate nei primi giorni del 2013, ieri ne sono arrivate altre due. Una riguarda ancora la violazione dei diritti di un detenuto, l’altra «la violazione del diritto al rispetto dei legami familiari» di un padre separato. Quest’ultimo, dopo la separazione, non ha potuto incontrare regolarmente la propria figlia per oltre sette anni nonostante così fosse previsto negli accordi. La madre, infatti, aveva ottenuto l’affido esclusivo della bambina ma il tribunale di Roma aveva poi deciso che il padre potesse vederla due pomeriggi alla settimana, un weekend su due, sei giorni a Natale, tre a Pasqua e dieci durante le vacanze estive. Ma tutto, a detta del padre, sarebbe rimasto lettera morta, perché in un mese non sarebbe riuscito a vedere la figlia se non per pochi minuti e sempre in presenza della madre o dello zio materno. E questo all’inizio perché le cose, poi, sarebbero solo peggiorate.”

Grillo, la classe operaia in paradiso con le partite Iva. L’articolo a firma di Jacobo Iacoboni:

“C’è un elemento che di solito sfugge, nel vasto blaterare a proposito del Movimento di Beppe Grillo; è quello che riguarda la sua composizione sociale e il suo carattere post-ideologico. È vero, il «partito di Grillo» è un movimento trasversale, ma se ascoltiamo i suoi simpatizzanti, se ci parliamo, non possiamo non sapere che hanno molto spesso una chiarissima provenienza politica, almeno in partenza. E poi, è il secondo punto, questo elettorato vede crescere costantemente alcune categorie dimenticate che potremmo definire – usando un copyright sfortunato di D’Alema – «una costola della sinistra». Abbiamo davanti un voto (anche) molto operaio, che attrae tanto gli studenti universitari, che pesca molto tra i disoccupati. Se non è sinistra questa, almeno geneticamente… Non è per caso che Grillo provò a iscriversi alle primarie del Pd (cosa che gli fu negata, contribuendo però ad alimentarne la crescita).”

Conte, ironia a denti stretti “Vucinic? Si è tuffato…”. L’articolo a firma di Guglielmo Buccheri:

“La notte dell’arbitro si mette subito in salita, quella della Juve poteva imboccare una discesa negata e stavolta negata proprio dai ragazzi del vivaio: Marchisio e Giovinco mancano le azioni più clamorose nel finale. Conte torna sui suoi passi e invita la sua truppa a cancellare l’attimo e ripartire. Le urla del condottiero bianconero sono solo per i suoi ragazzi, per Peluso che gli passa davanti senza soluzione di continuità e per Giaccherini che, a tratti, sfiora la sua panchina. Conte parla con Alessio, il quarto uomo ascolta: Lichtsteiner è il più vivace, il collaboratore di Banti gli intima di stare calmo. Il movimento del tecnico bianconero è quello di un pendolo: avanti, indietro, piegato, inflessibile. «Ma è il primo fallo…», così Conte a Banti quando il fischietto toscano sbatte in faccia a Isla il primo cartellino della notte romana. «Va ammonito…», così l’allenatore campione d’Italia all’indirizzo dell’arbitro quando Konko abbatte Giaccherini e, il giallo, arriva. Conte è in gioco, ma mai oltre le righe del suo campo e alla fine sceglie l’ironia: «Vucinic? Si è tuffato». Due sono i faccia a faccia con il quarto ufficiale di gara, il signor Giannoccaro: toni bassi, cenno d’intesa finale.”

Balotelli al Milan “Lo sognavo già da bambino”. L’articolo a firma di Laura Bandinelli:

“L’annuncio è arrivato alle 17,18 in diretta televisiva come prassi vuole in casa rossonera. Con Milan Channel collegata dalle 15,30 già munita di clip con la colonna sonora «Oh Balotelli!». Ai tifosi è stata fatta vedere questa grafica: «Mario arriva domani!!!» con i dettagli dell’operazione. L’affare, invece, è decollato in mattinata con un’intesa tra i club per 20 milioni di euro più tre di bonus legati al piazzamento della squadra, Balotelli, ha fatto il resto togliendosi di tasca un milione e mezzo di euro. Firmerà un contratto fino al 30 giugno del 2017 a 4 milioni. Non ha fatto storie, l’unico suo obiettivo era lasciare il ritiro del Manchester City per volare in Italia e abbracciare Adriano Galliani, il grande manovratore di questa vicenda. Ha lavorato in gran segreto cercando di spostare l’attenzione su obiettivi secondari (Drogba e Kakà) e ricucendo lo strappo che si era creato tra il ragazzo e Silvio Berlusconi che lo aveva definito «una mela marcia».”

Gestione cookie