Elezioni Comunali, Ue, Fabiana Luzzi e tasse: prime pagine e rassegna stampa

Il Corriere della Sera: “Piano italiano per la crescita.” Metamorfosi di un leader. Editoriale di Sergio Romano:

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“Nel suo discorso alla National Defense University anche Barack Obama, come il suo predecessore, ha parlato di «guerra al terrorismo», una espressione che a molti europei parve, sin dall’inizio, eccessiva e pericolosa. Ma la parola «guerra», in questo caso, è stata usata con intenzioni e obiettivi alquanto diversi. Per George W. Bush, Dick Cheney, Donald Rumsfeld e un agguerrito manipolo di neoconservatori, la guerra proclamata dopo l’11 settembre avrebbe consentito agli Stati Uniti di mantenere la società in un permanente stato di allerta, di aggirare con nuove norme le regole della giustizia democratica, di invadere la vita privata di americani e stranieri, di colpire chiunque venisse definito «nemico» e di giustificare qualsiasi azione militare fosse considerata opportuna. «Guerra al terrorismo» era la formula passe-partout che il presidente avrebbe potuto usare a suo piacimento.
Durante il suo primo mandato Obama aveva già fatto capire la necessità di una svolta, ma non ha dato prova di grande coerenza. Non è riuscito a chiudere il carcere di Guantanamo. Ha permesso che la Cia continuasse ad agire come un esercito nell’ombra piuttosto che come un normale servizio d’intelligence. Ha tollerato i brutali interrogatori dei servizi di sicurezza. Ha autorizzato le discutibili incursioni dei droni anche quando il rischio di vittime civili era particolarmente elevato. Ha ignorato, nella migliore delle ipotesi, le indagini dell’Fbi che hanno recentemente coinvolto alcuni giornalisti. Prudenza elettorale in attesa di un secondo mandato? Desiderio di non perdere, al momento del voto, la parte più preoccupata e impaurita della società americana? È probabile. Ma il risultato è stato uno stridente contrasto tra ciò che il presidente diceva di voler fare e ciò che veniva fatto da alcuni organi dello Stato.”

Sigarette elettroniche, ecco la nuova tassa. Scrive Mario Sensini:

“Ci hanno provato a novembre, nel Decreto Sviluppo, poi a dicembre, nella legge di Stabilità, e ancora pochi giorni fa, con un emendamento al decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione. Il tentativo di tassare le sigarette elettroniche, finora, non è riuscito. Ma è questione di giorni, perché le Finanze spingono a più non posso. Le vendite delle «e-cig» raddoppiano, il gettito delle imposte sulle sigarette sta crollando.
Secondo i Monopoli nel 2013 lo Stato incasserà 700 milioni di euro di meno. E il buco, che rischia di ampliarsi in futuro, va chiuso prima che diventi una voragine. Fosse facile. La tecnologia della sigaretta elettronica sta ponendo infatti interrogativi, problemi e difficoltà enormi all’amministrazione fiscale che, assetata di tasse, la sta inseguendo ormai da mesi. Anche se secondo i più ottimisti, immaginando un’imposta pesantissima, si potrebbero incassare una cinquantina di milioni di euro. Ma solo per il momento.
Il business è davvero molto lucrativo. Le vendite, come detto, raddoppiano di anno in anno. In Cina, dove sono state brevettate e dove vengono prodotte, una buona sigaretta costa al grossista, Iva e dazi compresi, circa 25 euro, viene ceduta ai dettaglianti a 35 e da questi, a 65 euro al cliente finale. Un ricarico del 100%. E questo spiega come mai nelle nostre città, così come nei centri commerciali, in piena crisi, gli unici negozi nuovi che aprono sono quelli che vendono sigarette elettroniche. In Italia sarebbero ormai oltre duemila e continuano a spuntare come funghi, nella più totale assenza di una normativa. E della relativa tassazione”

La prima pagina de La Repubblica: “Crolla l’affluenza, il picco a Roma”

La Stampa: “Ue, via libera da 12 miliardi.” Record astenuti. Per il governo una prova in più. Editoriale di Federico Geremicca:

“Non sono bastati diciannove candidati a sindaco, 1.667 aspiranti consiglieri comunali, alcune altre migliaia in lizza per un seggio nei municipi ed una scheda elettorale lunga nientedimeno che un metro e venti centimetri. E i casi sono due: o nemmeno una tale, gigantesca kermesse messa in piedi per la scelta del nuovo sindaco di Roma è stata sufficiente a motivare i cittadini chiamati alle urne.”

Fabiana, bruciata viva dopo le coltellate. Articolo di Giulia Veltri:

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“Lo ha pregato di non darle fuoco. Appena un lamento, dopo essere stata ferita a coltellate, ma Davide neanche l’ha sentita. Le ha rovesciato addosso la tanica di benzina e l’ha arsa viva. Fabiana Luzzi se ne è andata così, consumata dalle fiamme. Ecco l’atroce fine della ragazza di 15 anni trovata morta sabato sera in un’area rurale di Corigliano calabro, 35mila abitanti nella provincia di Cosenza. Nella notte fra sabato e domenica, al culmine di un interrogatorio iniziato nel pomeriggio, l’ex fidanzato di 17 anni ha confessato. «Ora, però, devo andare a letto, ho sonno, lasciatemi dormire», ha detto il minore nel corso dell’interrogatorio di fronte ai carabinieri e al pm della procura di Rossano, Maria Vallefuoco. Una confessione senza pentimento, l’ammissione senza lacrime, ha riferito chi ha avuto modo di ascoltare il racconto dell’omicidio dalla voce dell’unico responsabile.”

Il Giornale: “Ci vogliono morti di tasse.” I nuovi dittatori dei diritti civili. Editoriale di Marcello Veneziani:

Il suicidio di Dominique Venner a Parigi martedì scorso ha compiu­to una duplice dissacrazione: ha dissacrato la Chiesa perché spa­rarsi un colpo di pistola in Notre-Dame significa profanare un luogo sacro e una fede che condanna senz’appello il suici­dio. Ma il gesto ha dissacrato anche la nuova religione civile del nostro tempo che si sostituisce alla religione cristia­na. I suoi punti fermi oltre le nozze gay e la relativa adozione, si concentrano su una serie di anatemi contro il razzismo, il sessismo, l’omofobia, l’accanimento alla vita. I campi di applicazione si estendono ai temi bioetici, all’aborto e all’eutana­sia, alle coppie di fatto e alla procreazio­ne assistita, ai transgender e all’uso di stupefacenti,alle scuole private e all’im­migrazione, con i suoi effetti collaterali. È sorto in Occidente un vero e proprio catechismo laico su questi «valori» che passa dall’America di Obama alla Fran­cia di Hollande, ha precedenti nella Spa­gna di Zapatero, in Olanda e nei Paesi scandinavi dove il socialismo statalista conviveva con un libertarismo radica­le.”

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