Elezioni, Grillo a Roma, maltempo, Pistorius: rassegna stampa e prime pagine

ROMA – Segnali di sfiducia dai mercati. Il Corriere della Sera: “Incertezza sull’esito del voto in Italia, calo degli indici di fiducia delle piccole e medie imprese, timori di uno stop agli stimoli da parte della Fed americana: giù le Borse in Europa, Milano la peggiore. La Bce possiede titoli italiani per 103 miliardi.”

Grillo inciucia con Prodi. Libero: “Lo ‘scouting’ del Pd nel Movimento 5 stelle è cominciato. Terreno per una prima possibile intesa, l’elezione del capo dello Stato. E Mortadella si è già incontrato in segreto con Casaleggio.”

“Il condonato, il bugiardo, il furbetto, il mitomane”. Il Giornale: “”Grillo fa il moralizzatore, ma ha sanato i suoi guai. Monti tira in ballo la Merkel, ma viene smentito. Bersani parla di code per l’Imu, ma è una bufala. Giannino millanta titoli e dimissioni, ma è tutto falso.”

Napolitano: non farò il bis. La Repubblica: “Bersani e Monti: Grillo un pericolo. Polemiche sulla Merkel.”

Elezioni, il giorno delle piazze. La Stampa: “Appello di Bersani agli elettori di destra. Napolitano: niente bis al Colle.”

Celentano: Votiamo gli inesperti Grillo e Ambrosoli, perché gli esperti li conosciamo già. Il Fatto Quotidiano: “Ovunque ti volti, non c’è un segno, un colore anche pallido che dia speranza di cambiare.”

Effetto incertezza sul voto. Borsa giù, spread a quota 293. L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Stefania Tamburello:

“Sui mercati ieri ha girato tutto contro: l’incertezza sull’esito delle elezioni politiche, il calo inaspettato degli indici europei di fiducia della piccola e media impresa e pure, dall’esterno, la paura che la Federal Reserve blocchi i suoi interventi di stimolo all’economia. Il risultato è stato la caduta delle Borse, con Milano in testa alla classifica delle perdite con un calo del 3,13%, e il risveglio delle tensioni sugli spread col differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi di uguale durata salito a sfiorare i 300 punti base. Precisamente ha chiuso a 293 punti con i tassi dei titoli italiani al 4,50% e con quelli dei titoli tedeschi in calo. I bonos spagnoli hanno mostrato un analogo andamento, con lo spread salito a quota 364 punti e i tassi del decennale al 5,22% dopo il buon risultato delle aste di Madrid a medio e lungo termine per 4,2 miliardi di euro. Per il Tesoro la verifica sarà fatta invece nei primi giorni della prossima settimana quando saranno offerti in asta Ctz, Btp e Bot: si inizierà lunedì ad urne ancora aperte e l’incertezza sul voto, sulla formula politica che prevarrà al termine dello spoglio, potrebbe condizionare il comportamento degli investitori come si è visto già ieri.”

Italia, il paracadute Bce. Comprati 103 miliardi di Btp. L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Marika de Feo:

“Da quando era iniziata la crisi, la quantità di titoli acquistati per Paese dalla Bce era uno dei segreti conservati più gelosamente dai banchieri di Eurotower. Ma ieri, per la prima volta, nel quadro di un’operazione di trasparenza per il nuovo bilancio del 2012, sono stati rivelati anche i dettagli delle operazioni cosiddette «non standard» (quelle appunto denominate Smp), iniziate nel 2010 per stabilizzare i mercati finanziari. Quegli acquisti terminarono poi nell’autunno scorso anche perché risultarono particolarmente controverse nell’Eurotower. Dai dati pubblicati ieri dalla Bce, emerge che oltre agli acquisti di titoli italiani effettuati dai banchieri centrali europei fra il 2011 e il 2012, che hanno contribuito a comprimere lo spread fra i titoli di Germania e Italia e ad attenuare la crisi, sono stati acquistati anche 44,3 miliardi di titoli pubblici spagnoli, 22,8 miliardi di bond portoghesi, e 14,2 miliardi di quelli irlandesi.”

«Il successo che temo è quello di Grillo». L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Marco Galluzzo:

“Di mattina la giornata di Monti inizia con un’intervista a Corriere.it, condotta da Giovanni Floris e Antonio Macaluso: si ritorna sulla polemica del coinvolgimento di Merkel nelle elezioni italiane; lui in effetti lo aveva smentito, ma il solo averne parlato (grande pecca per un aspirante comunicatore) lo costringe a parlarne per il secondo giorno consecutivo, in fondo come voleva il Cavaliere: «Né a me né a Bersani serve la benedizione della Merkel», dice il premier uscente, «so bene che lei non interferisce nelle elezioni italiane né in quelle di altri Paesi, per questo ho solo voluto smentire ciò che ha detto Berlusconi, cioè che io avrei fatto un accordo con Bersani con la “benedizione della Merkel”. La Merkel non è minimamente coinvolta nella disputa elettorale». È il giorno anche di una piccola sorpresa, il portiere della Juve e della nazionale, Buffon, interviene alla trasmissione di Bruno Vespa per dire che è «un accanito sostenitore» del Professore. Poco dopo il diretto interessato rinnova una delle sue accuse al Cavaliere, la sua vittoria «è un’ipotesi del quarto tipo con una punta di horror, rappresenterebbe la tolleranza degli italiani verso una vita pubblica non rigorosa, non seria e poco credibile». Ancora una nota infine sul Quirinale: Monti ci vedrebbe bene anche «una delle mie tre ministre». Mentre sull’Irap promette una drastica riduzione nei primi 100 giorni della legislatura, sino a tagliare oltre 11 miliardi di gettito in cinque anni.”

Bersani, no a larghe intese «La Merkel? Mi rispetta». L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Monica Guerzoni:

“Che sia moderatamente ottimista si capisce dalle battute che semina. Il giaguaro da smacchiare? «Non ricordo più se la metafora l’ha inventata Crozza o io…». L’incubo di un ritorno forzato alle urne però tormenta anche lui, anche se il segretario democratico giura di non credere a un epilogo «greco» di queste elezioni: «Rivotare è un’ipotesi puramente teorica. Dopodiché non abbiamo bisogno di paralisi». Dove la paralisi è per lui una nuova grande coalizione, un governissimo che lo veda a braccetto di Berlusconi e Monti nel nome dell’unità nazionale. Discutere e collaborare va bene, anche se Monti non lo ha chiamato. Ma il segretario vuole «girare pagina», vuol chiudere con il berlusconismo e guardare avanti «con fiducia». Visto con gli occhi di Bersani il Cavaliere è «in una certa difficoltà», ma lui, l’ex premier, si dice invece certo «di poter vincere le elezioni». La sua arma segreta? «Il buon senso degli italiani. Sono un popolo maturo e responsabile e sanno che consegnare il Paese alla sinistra è un salto nel buio». Ma Bersani va orgoglioso della sua foto di gruppo — che include Vendola e il socialista Nencini ieri sul palco di Napoli con il segretario — e ironizza sulle istantanee mai viste di Berlusconi con Storace e Maroni e di Monti con Fini e Casini. Le coalizioni rivali, prevede con malizia il segretario del Pd, «si squaglieranno come neve al sole». Per Berlusconi aver sostenuto i tecnici «è stato un errore» e spera che il capo del governo finisca all’opposizione con Vendola e Bersani. Quanto a lui, è così convinto che non gli toccherà essere minoranza da respingere anzitempo l’offerta di una presidenza delle Camere per il centrodestra: «La cosa non si pone».”

Ultime promesse e ultime risse. L’articolo de La Stampa a firma di Ugo Magri:

“Finale di campagna dal sapore antico, tribune politiche in tivù come ai tempi del tubo catodico, comizi nelle piazze alla maniera del dopoguerra. Siamo sotto i riflettori, il mondo ci osserva, i mercati trattengono il fiato come si coglie dalle fibrillazioni dello spread (in salita verso quota 300) e dell’euro (che nel dubbio sui risultati si indebolisce rispetto al dollaro). Nelle cancellerie e alla Casa Bianca c’è allarme ingovernabilità, guai se lunedì sera non emergesse una chiara maggioranza stabile. All’estero davano per scontato che Monti e Bersani si sarebbero messi d’accordo, però nelle ultime ore s’impenna la tensione tra i due, vai a sapere se stringeranno alleanza. Il Pd spera di avere i numeri per fare senza «stampelle» tanto alla Camera (grazie al «Santo Porcellum») quanto al Senato: in questo caso facendo «scouting» tra i neo-eletti grillini e contando sulla dissoluzione degli altri poli…”

Gelo e neve sulle urne. Una minaccia per Pd e Pdl. L’articolo de La Stampa a firma di Fabio Martini:

“Sono le prime elezioni politiche svolte d’inverno e qualche contrattempo si poteva preventivare, anche se – per capire se ci sarà per davvero un’effetto-inverno sulle elezioni – bisognerà attendere, perché non sarebbe la prima volta che il circuito meteo-mediatico crea un allarmismo ingiustificato od eccessivo. Ma se per davvero un terzo del Paese avrà le strade innevate o lastricate di ghiaccio, almeno due «categorie» di elettori potrebbero risultare falcidiate: gli anziani e i demotivati. E i partiti che intercettano in percentuale maggiore il voto degli «over 65» sono due: Pdl e Pd. Lo dimostra uno studio Itanes, che, all’indomani delle elezioni 2008, ha prodotto la ricerca più approfondita sulle caratteristiche sociodemografiche del voto ai principali partiti. Il Pdl (che aveva conquistato il 37,3% nazionale) nella fascia d’età sopra i 75 anni era addirittura al 54,2%: questo significa che un ultrasettentacinquenne su due aveva votato per Berlusconi. Stessa tendenza, ma attenuata nelle fascia 65-74: il 39,8% era per il Pdl, seguito dal Pd, che a fronte di una percentuale nazionale del 33,1% in questa fascia d’età risultava votato dal 38,2%. Tradotto in soldoni: nella fascia d’età tra i 65 e gli 85 anni, Pdl e Pd intercettavano alle ultime elezioni circa l’80% dei votanti.”

Flop del detective, Pistorius spera. L’articolo de La Stampa a firma di Lorenzo Simoncelli:

“In mattinata l’udienza si era aperta con un clamoroso colpo di scena, quando il giudice Nair aveva fatto richiamare in aula il detective Botha per una seconda testimonianza. Nella sua prima deposizione, infatti, la difesa, con un’incalzante arringa, era riuscita a smontare le testimonianze del detective, secondo cui Pistorius avrebbe ucciso volontariamente la fidanzata. L’assenza del terzo bossolo sul luogo del delitto, il non aver usato copriscarpe sulla scena del crimine e gli errori sull’esatta distanza della casa dei vicini, avevano fatto capitolare la credibilità del poliziotto, tanto da accusarlo di aver inquinato le prove. Ma ad aggravare la situazione per l’accusa, nelle prime ore della mattina di ieri, è emerso che Botha risulta essere indagato per l’omicidio di sette persone nel 2011. Secondo una ricostruzione dei fatti, mentre stava cercando di fermare un sospetto sarebbe stato accostato da un minibus che avrebbe cercato di mandarlo fuori strada, per questa ragione Botha sparò uccidendo i passeggeri del mezzo. «Non lo sapevamo» ha detto il pm Nel. Troppo debole come giustificazione per un avvocato della sua esperienza, che con questo clamoroso autogol rischia seriamente di compromettere il successo finale. L’episodio, infatti, risale al 2011, era stato archiviato, ma poi la Procura nazionale aveva riaperto il caso e confermato l’accusa il 4 febbraio 2013, solo dieci giorni prima l’omicidio di Reeva. Entrato in aula, Botha è stato subissato dai flash dei fotografi togliendo quasi la scena a Pistorius. Incalzato dal giudice non ha potuto che confermare le testimonianze del giorno precedente, sostenendo però di avere le prove sul fatto che Pistorius avesse sbattuto la porta in faccia alla sua ex-fidanzata Samantha Taylor, e che avrebbe esploso un colpo di pistola volontariamente in un noto ristorante di Johannesburg. Poi, un altro scivolone, se necessario, alla richiesta del giudice Nair di argomentare le registrazioni telefoniche effettuate sul cellulare della vittima, ha risposto: «Non ne sono in possesso», nello sconforto generale dell’accusa. Così, nel tardo pomeriggio, i vertici della polizia sudafricana hanno deciso di togliergli le indagini per affidarle al detective Moonoo , considerato uno dei migliori. Una svolta decisive nella vicenda Pistorius, anche perché il nuovo team di inquirenti, a udienza di convalida chiusa, dovrà iniziare nuovamente le indagini.”

Nubifragio su Catania. In un’ora città allagata. L’articolo de La Stampa a firma di Fabio Albanese:

“Un’ora di pioggia e grandine è bastata ieri pomeriggio per mettere in ginocchio Catania: la via Etnea, il salotto buono della città, si è trasformato in un enorme torrente in piena con l’acqua che ha travolto auto, moto, tavoli e sedie degli eleganti bar del centro storico, accatastando tutto ai piedi della cattedrale, in piazza Duomo, allagata fino a sera, così come il piano terra di palazzo degli Elefanti, il municipio e, dal lato opposto, palazzo dei Chierici. Un falso allarme ha costretto fino a sera i vigili del fuoco a cercare un possibile disperso nella zona di villa Pacini, un piccolo parco pubblico tra piazza Duomo e le banchine del porto, mentre alla zona industriale, parte sud della città, un operaio è caduto da un’altezza di otto metri ed è ora ricoverato in ospedale con numerose fratture. Centinaia le chiamate a 113 e 115 con richieste di soccorso e gente che, nella parte nord ovest della città, è salita ai piani alti delle case.”

Playstation 4 tra novità e misteri. L’articolo de La Stampa a firma di Alessandra Contin:

“Era nell’aria come la primavera. Le voci si sono moltiplicate, fino a ieri. Fino al Playstation Meeting di New York, dove, in una sala da ballo, la Hammerstein Ballroom, un entusiasta Andrew House, Presidente e Ceo di Sony Computer Entertainment, ha presentato la PlayStation 4. PlayStation 4 debutterà sul mercato nella stagione natalizia del 2013: si presenta come un sistema di gioco e intrattenimento di nuova generazione integrato e personalizzabile. Partendo dal controller DualShock, che ora ha linee più tonde ed ergonomiche, si arriva a un touchpad centrale che darà la possibilità di avere controlli tattili e a una «lightbar» che si collega al sistema di telecamere della console. La novità più interessate del nuovo controller è il tasto «Share», che permette ai giocatori di condividere non solo brevi filmati di gameplay, ma foto e video con i propri amici sui principali social network, compreso Facebook. Condivisione e integrazione riguardano anche smartphone e tablet: grazie all’applicazione «PlayStation App», si trasformeranno in schermi complementari per PlayStation 4, consentendo di continuare le partite iniziate su console anche da lontano. Si temevano problemi di compatibilità con il catalogo giochi di 3 mila titoli usciti per PlayStation 3, ma l’acquisizione da parte di Sony della Gaikai, costata al colosso nipponico 380 milioni, ha dato il primo frutto. Grazie all’interazione tra PlayStation Network e la tecnologia «cloud» di Gaikai la libreria di giochi di PS3 sarà disponibile anche su PlayStation 4.”

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