Europee, il rifuto di Giusi Nicolini: “Renzi ha ceduto a logiche di apparato”

“Il leader del Pd ha ceduto a logiche di apparato”
Giusi Nicolini

LAMPEDUSA – Giusi Nicolini, la sindaca di Lampedusa, che non ha diritto a un segretario comunale, che ha affrontato a testa alta e con il cuore la carneficina di 366 immigrati, aveva accettato di essere capolista per il Pd alle Europee su richiesta pressante dei vertici del Nazareno. Lo aveva fatto per garantire a Lampedusa quella forza di cui avrebbe bisogno per contare di più in Europa.

Ma il Pd, rimangiandosi la parola data, le ha preferito Caterina Chinnici, figlia del magistrato del pool antimafia assassinato dalla mafia, ex assessore della giunta Lombardo, braccio destro della ministra Cancellieri. E Giusi Nicolini ha detto: no, grazie.

L’intervista del Fatto Quotidiano a firma di Sandra Amurri:

Ci spiega perché essere capolista era così importante?

A candidarsi alle Europee non era Giusi Nicolini, ma Lampedusa. Lo avevo spiegato forte e chiaro, tant’è che nel caso in cui fossi stata eletta avrei continuato a fare il sindaco. Ma visto che Lampedusa, evidentemente, non è stata ritenuta degna di essere capolista, scelta che avrebbe avuto un alto significato simbolico, ho rinunciato.

Non teme che questa scelta possa essere letta come la paura di non farcela non essendo più capolista visto che nelle isole si eleggono due parlamentari e il Pd in Sardegna gioca la carta di Renato Soru?

Non ho fatto tutti questi calcoli. Ho solo preso atto che la richiesta fattami e reiteratami dal deputato del Pd Faraone per conto di Renzi, era venuta meno. Giusi Nicolini non ha ambizioni personali, dedica tutte le sue energie ad affrontare fatiche disumane per amministrare e tentare di dare dignità alla sua isola. Qui tutto è più complicato di altrove. Qui la normalità è emergenza.

Lei scrive “evidentemente nel Pd sono prevalse altre logiche”. Quali sarebbero queste logiche?

Non sono una maga. Non faccio parte della direzione nazionale, non sono neppure iscritta al Pd. Dico questo intuendo che Renzi non sia riuscito a difendere quella sua volontà rappresentatami con insistenza da Faraone di correre da capolista e a conti fatti non è stato così. La mia parola vale quanto me e mi piacerebbe che fosse così anche in politica, anzi soprattutto in politica. Non ero certamente alla ricerca di una poltrona, mi era sembrata una opportunità per Lampedusa: il mio amore viscerale, la mia dannazione.

Non teme che questo suo rifiuto potrà far venire meno o che possa indebolire l’attenzione del governo verso Lampedusa?

Non voglio neppure pensarlo. Lampedusa è carne viva, è orgoglio di questo Paese e dell’Europa non merce di scambio, di rivalse. Sono certa che durante la presidenza italiana del prossimo semestre europeo, il governo terrà fede agli impegni assunti a ottobre di fronte alle 366 bare allineate nel piccolo aeroporto. Così come sono certa che non dimenticherà i tanti bisogni della mia comunità e non abbandonerà mai più le Isole Pelagie alla solitudine alla quale sono state relegate per troppo tempo.

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