Ezio Mauro, Maltese, Fabio Fazio. Libero: “Ecco chi voleva gli stupratori al governo”

Ezio Mauro, Maltese, Fabio Fazio. Libero: "Ecco chi voleva gli stupratori al governo"
Ezio Mauro, Maltese, Fabio Fazio. Libero: “Ecco chi voleva gli stupratori al governo”

ROMA – Ora si stracciano le vesti per gli insulti grillini ma, scrive Libero, ieri volevano i cosiddetti “stupratori” al governo.  Da Serra a Maltese, su Repubblica, scrive Francesco Borgonovo “fanno a gara ad accusare i grillini dei peggiori delitti. Però firmavano appelli perché finissero al Colle e al governo. E molti vip erano d’accordo”.

L’articolo di Francesco Borgonovo:

Ecco, la scena del fan che brucia l’opera del suo idolo rende perfettamente il quadro (clinico) di ciò che sta accadendo in queste ore nella sinistra italiana. All’improvviso, gli amici progressisti sono usciti di casa e hanno scoperto che per le strade si aggirano mostri mitologici con il corpo di uomo e la testa di cazzo, tutti appartenenti al M5S. Segue delirio collettivo. Che cos’è accaduto? Del libro bruciato abbiamo già detto.

Poi c’è la questione Boldrini. Sul sito di Grillo è stato pubblicato un video di presa in giro della presidente della Camera, ormai celebre: «Che fareste in auto con la Boldrini?». La risposta ovvia era: ci addormenteremmo alla guida, a furia di sentirla pontificare sul ruolo della donna nel Terzo millennio. Invece i soliti commentatori della rete con l’anello al naso e i piedi palmati hanno macinato insulti, anche a sfondosessuale. Cosa che per altro avviene ogni giorno sul web, in particolare contro le donne del centrodestra. Eppure la Boldrini, cogliendo al volo l’op – portunità di una passerella mediatica in abito da vittima, ha prima telefonato all’Arena di Giletti, poi si è fatta intervistare da Fabio Fazio. E ha detto, niente meno: «Sul blog potenziali stupratori». Da lì, il finimondo. Sul quotidiano di Ezio Mauro fanno a gara a chi la spara più grossa sul conto dei grillini. Chissà,magari hanno bandito un concorso: chi s’inventa l’insulto migliore vince un fine settimana assieme a Eugenio Scalfari a casa di Napolitano, come nel film Weekend con il morto.

Un anfetaminico Curzio Maltese strilla dalla prima pagina che bisogna mettere sotto impeachment Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio poiché il loro messaggio «è uno solo chiaro, riconoscibile e in una parola: fascista». Di più: l’ex comico e il suo guru sarebbero come Bossi e Berlusconi, che nella scala di valori di Maltese equivale ad essere come il mostro di Rostov. Il solito Augias, abbandonata per un attimo la fotocopiatrice, definisce i militanti a cinque stelle «guerrieri dell’insulto», sproloquia di calata delle «tenebre» e scomoda il suo psicologo di fiducia, come se non fosse già abbastanza impegnato. Richiesto di interpretare i comportamenti grillini, Nicola Artico spiega: «Ho visto giovani deputati fronteggiare con il proprio viso quello di un altro come lupi di rango superiore, ho letto insulti di un sessimo arcaico nutrito da passioni mai sopite». Non sappiamo cos’abbia preso, ma dev’essere roba buona. Se aggiunge anche: «Ho visto cose che voi umani…»,una partenel sequel di Blade Runner non gliela leva nessuno. Il tono funebre è predominante. In un editoriale intitolato «Le ceneri» (forse quelle dell’hashish che in questi giorni circola per i corridoi di largo Fochetti), Ezio Mauro sostiene che «i grillini (…) spettacolarizzano la decadenza del Paese fino a scommettere su un collasso istituzionale».

Persino Michele Serra, di solito restio all’utilizzo di stupefacenti, si mette a vaneggiare di strategia «mortuaria» di Grillo. Ora, nonc’è dubbio chele uscite dei Cinquestelle siano belluine. Massimo De Rosa straparla di «pompini» inaula (e laMoretti del Pd va in giro a ripetere il concetto per mezzo mondo). Claudio Messora dice che la Boldrini può star tranquilla perché nessuno dei suoi la stuprerebbe: dopo la «Culona inchiavabile», la presidente instuprabile. Ma ci permettiamo di ricordare che con gli «stuprato- ri» gli amici progressisti volevano farciungoverno.

Mesi fa,non nella notte dei tempi. Su Repubblica uscì un appello in cui si invitava il Pd ad allearsi con Grillo, componendo una «maggioranza fatta di cittadine e cittadini elettori che vogliono voltare pagina dopo vent’anni di scandali, di malapolitica». Firmatari, tra gli altri: Michele Serra, Benigni, Oscar Farinetti, Jovanotti, Saviano, Gino Paoli, Don Ciotti, Barbara Spinelli e pure Fabio Fazio, quello che reggeva la flebo alla Boldrini mentre gridava alla tentata violenza. Sempre Repubblica rilanciò l’appello di MicroMega – ancora più esplicito – per l’accordo tra Pd e Grillo, con raccolta firme annessa.

Ezio Mauro rilanciava su twitter i sondaggi secondo cui il 67% degli italiani voleva un governo di grillini e democratici. Maltese, in vari editoriali, invitò Grillo ad ascoltare la sua «base» e a trattare con Bersani. Poi se la prese col Pd medesimo perché non aveva seguito i Cinque Stelle che volevano Rodotà al Quirinale. Ancora Serra, lo scorso febbraio, dichiarava che il M5S era «una rivoluzione come nel ’68». E adesso, d’un colpo, i grillini sono diventati fascisti e violentatori. Chissà che festini, se fossero finiti al vertice delle istituzioni: stupri di gruppo al Quirinale, banchetti a base di carne umana a Montecitorio, coprofagia al Senato. Ma a Repubblica, in quanto sponsor, avrebbero approvato. Citando Altan, ci tengono a essere i mandanti delle cazzate che fanno. E anche di quelle altrui.

Sulla stessa linea anche Salvatore Tramontano del Giornale:

Erano convinti di po­terlo addomesticare e sguinzagliare contro il Cavaliere. Vai e mordi. Scatena i tuoi seguaci contro il male assoluto. Noi stiamo qui. Ti ap­plaudiamo e quando torni è già pronto un os­so come premio. Non avevano capito nulla. Grillo non è come Fini. Non è neppure come Alfano. Non ha alcuna voglia di farsi utilizzare e poi mettere da parte. Non ama Berlusconi ma si diverte ancora di più a sbranare voi. Il po­polo a Cinque stelle si nutre di rabbia, frustra­zione, vendetta. Non sopporta le caste, quelle politiche, quelle dei giornalisti, quelle di chi pontifica in tv. Non sopporta chi vede come privilegiati. E i più privilegiati siete voi. Molti grillini si sentono il quarto stato della sinistra, quelli che votavano Pd ma erano troppo pro­vinciali, troppo periferici, troppo rozzi per tro­vare posto nei salotti della sinistra. È per que­sto che adesso dicono in faccia quello che pro­vano, dicendo: «È quello che pensano tutti gli italiani». Gli apprendisti stregoni ora non sanno co­me fermarli. Vi ricordate i bersaniani che li corteggiavano per fare il governo con loro? Grasso è stato eletto presidente del Senato con i voti a Cinque stelle. Ora lui fa finta di non conoscerli. La stessa Boldrini, non votata, fu accolta con gli applausi da loro e sperava di trovare un comune sentire contro l’uomo di Arcore. Vendola invitava tutti a non discrimi­nare la genuinità dei cittadini. Erano alleati naturali. Michele Santoro si illuminava quan­do ne parlava in tv. È stato il primo a dare voce a Grillo con lunghe dirette dalle piazze di mez­za Italia. Grillo il Savonarola, Grillo il fustigato­re, Grillo il nuovo che avanza. Eccolo, sta avan­zando, e vi fa paura.
Ora tutti pentiti. Pentito Augias, pentito un po’ anche Il Fatto , pentito il vecchio Rodotà, che era pronto a salire al Quirinale con la ola del popolo grillino, salvo poi scoprire che non avevanolacravattagiusta. PentitoFazio, pen­tita la Gabanelli, strapentito Prodi, indignate tutte le femministe che urlavano «se non ora quando». Spaventati gli autorevoli quotidia­ni e settimanali stranieri che temevano la dit­tatura berlusconiana in Italia. E ora si doman­dano cosa intenda esattamente Grillo quan­do dice: «Senza la nostra affermazione totale ci saranno barricate».La prima volta lo ha det­to il 14 maggio 2013, ma tutti allora pensarono «scherza», «è un comico».
Il guaio degli apprendisti stregoni è che non sono onesti con loro stessi. Rimuovono. Sono bravissimi a rimangiarsi tutto.C’è la fila ad iscriversi all’albo degli antigrillini della pri­ma ora. Nessuno ha mai pensato di fare un bel governo con loro, per cancellare Berlusconi, per polverizzarlo. Bersani era pronto a fare lo scouting: andiamo lì e ci scegliamo quelli buo­ni, gli altri li mettiamo da parte da usare se pro­prio ce n’è bisogno. È la logica degli utili idioti. È che a Grillo non interessa il riconoscimento della sinistra. Non ne ha bisogno. È da lì che viene. Non ha il complesso di Fini. Non basta­no quattro carezze per farlo sentire un leader.
Non sbava per un editoriale su Repubblica fir­mato da Curzio Maltese. È qui l’equivoco.Gli apprendisti stregoni non avevano capito che i vaffa erano anche per loro. Perciò ridevano. 

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