ROMA – “Il 2014 sarà l’anno della svolta. La ripresa si consoliderà e famiglie e imprese pagheranno meno tasse. Ma la precondizione è la stabilità politica, senza la quale l’Italia è a rischio”. Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia, lo ha dichiarato in un’intervista a Massimo Giannini per Repubblica mostrando il suo ottimismo. Il calo della pressione fiscale sui cittadini per il ministro è vicino e i soldi per finanziare l’abbassamento delle tasse arriveranno dalla spending review e dalla lotta all’evasione fiscale.
Nell’intervista a Repubblica, il ministro parla del calo dello spread sotto la quota 200:
“«Sono molto soddisfatto, perché è un riconoscimento oggettivo dei progressi del Paese. Quella sullo spread è una mia battaglia personale, fin dai tempi della Banca d’Italia, anche durante il governo Monti. Oggi sono mutate le variabili di fondo, i nostri tassi sono sotto il 4% e questo è indubbiamente un grande risultato. Dobbiamo consolidarlo. Sarei contento se i rendimenti dei nostri bond arrivassero al 3%»”.
Se per Matteo Renzi l’abbassamento dello spread dipende dalle parole di Mario Draghi, per Saccomanni è il frutto di una stabilità politica ritrovata:
“«Guardi, io ricordo che quando dissi che nel 2014 avremmo raggiunto i 200 punti base di spread fui sommerso da un mare di scetticismo. Ora ci siamo arrivati. Vuol dire che i mercati prendono atto delle buone cose che abbiamo fatto in questi otto mesi. Detto questo nessuno può negare l’importanza delle dichiarazioni di Mario Draghi e delle azioni della Bce a sostegno dell’euro. Ma nessuno può ignorare che quelle dichiarazioni e quelle azioni seguono scelte precise compiute dai governi dell’Eurozona, in termini di risanamento finanziario e di contenimento dei debiti pubblici. Noi, su questo piano, abbiamo compiuto passi importanti. E oggi tutti ce lo riconoscono»”.
Per Saccomanni i segnali sono positivi e l’Italia si avvia verso la ripresa, seppur lentamente:
“«L’Italia è arrivata in ospedale con fratture multiple, una commozione cerebrale e un febbrone. Per ora abbiamo debellato il febbrone e la terapia sta funzionando. Rimangono glialtri problemi, per i quali servono tempi più lunghi. I segnali positivi ci sono, su questo non c’è dubbio: ordinativi, domanda interna, esportazioni. Lo dice l’Istat, lo confermano i dati dell’indice europeo Pmi. Purtroppo questi focolai di ripresa non producono ancora effetti sul fronte che ci sta più a cuore, cioè la creazione di nuovi posti di lavoro e la disoccupazione giovanile. Ma questa asimmetria è tipica delle fasi di inversione del ciclo: quando una recessione finisce, i benefici sull’economia reale non sono immediati. Ma io sono fiducioso: in questo 2014 gli italiani cominceranno a sentire concretamente che l’economia si è rimessa in moto»”.
Il ministro poi smentisce i disagi per il commissario della spending review Cottarelli:
“«Smentisco queste voci. Cottarelli ha preso servizio il 23 ottobre, non poteva certo lasciare un segno sulla legge di Stabilità. Sta lavorando a tutto campo, il suo piano di interventi è già stato approvato dal Comitato interministeriale presieduto dal premier e a fine gennaio inizierà a discutere i primi interventi con i singoli ministeri e i centri di spesa. Le garantisco che interverremo su tutte le voci, a partire dagli sprechi. E le garantisco che il problema principale non è quello delle “tecnostrutture” o dei famigerati “mandarini” ministeriali. Dietro ogni spesa pubblica c’è una legge. Noi andiamo avanti secondo programma. L’obiettivo è arrivare a risparmi di spesa per 32 miliardi di qui al 2016, pari al 2% del Pil. E mi auguro che già quest’anno i risparmi siano consistenti. Possiamo e dobbiamo farcela, per accrescere le risorse da destinare al calo delle tasse»”.
Poi il ministro conferma il suo ottimismo e il calo delle tasse nel 2014:
“«Si, perché noi abbiamo promesso cose che abbiamo fatto, che stiamo facendo e che faremo. Lo dico senza alcuna esitazione: le famiglie, i lavoratori e le imprese pagheranno meno tasse. Capisco che la gente si aspettava di più. Ma quest’anno la riduzione dell’Irpef non sarà insignificante. E nel prossimo triennio le tasse si ridurranno di ben 9 miliardi, con un calo graduale anno per anno. È un impegno che ho preso, con l’Europa e con gli italiani, e oggi lo rilancio»”.
Spending reviwe, rientro dei capitali e lotta all’evasione fiscale serviranno a ridurre la pressione fiscale:
“«Dalla spending review e dal provvedimento sul rientro dei capitali, che vareremo all’inizio di febbraio. E anche dal recupero dell’evasione fiscale, che anche nel 2013 ci ha consentito di far emergere 12 miliardi, e che nel 2014 intensificheremo. Certo, anche su questo serve consenso politico: non si può invocare sempre la lotta all’evasione, e poi scandalizzarsi quando la Guardia di Finanza fa un certo tipo di interventi, gridando allo stato di polizia»”.