Fake Boldrini. Il Giornale: silurato il capo della polizia della Camera

Pubblicato il 20 Aprile 2013 - 11:41 OLTRE 6 MESI FA
laura boldrini

Laura Boldrini

Il  “fake” della presidente della Camera Laura Boldrini, quello della foto di una prosperosa signora nudista con la testa della Boldrini, che era circolato sul web la scorsa settimana, ha provocato un terremoto nel corpo di polizia distaccato alla Camera e, secondo il Giornale, ha fatto

“saltare il capo della sicurezza. L’accusa: è intervenuto troppo tardi”.

Se la storia è vera, è una brutta caduta di stile per la deputata di Sel, che vuole dire sinistra e libertà, a causa di un intervento che si colloca perfettamente nel filone del “lei non sa chi sono io” e che ha già portato al sequestro preventivo, cioè l’ordine di cancellazione, da parte di un magistrato, della foto in questione, non in nome della sua oscenità ma della possibile diffamazione, cosa che ha fatto sollevare qualche dubbio sulla legittimità costituzionale dell’intervento. Dice l’articolo 21 della Costituzione:

“Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili”.

Il Giornale rivela che 

“dirigenti e funzionari che sovrintendono alla sicurezza interna di Montecitorio [sono stati] rimossi con decorrenza primo maggio prossimo. La notizia rimbalzava da giorni, da quando cioè la Boldrini aveva scatenato l’inferno per il gran chiacchiericcio su Facebook non stoppato all’istante dalla polizia.

“L’ira della Boldrini aveva «costretto» la polizia a muoversi in fretta e con sistemi poco ortodossi se è vero quanto riferisce il giornalista Antonio Mattia (ritenuto il primo a postare la foto, anche se lui smentisce), che si sarebbe visto arrivare a casa agenti della polizia postale e del commissariato di Fondi senza esibire alcun mandato di perquisizione o di sequestro.

“Se ne va, dunque, il dirigente Gaudenzio Truzzi, entrato in rotta di collisione con la presidente anche per via della gestione della scorta: l’interessata la voleva ridotta al minimo (un solo poliziotto di «tutela», e niente seguito di gente armata) mentre il capo degli sbirri di Montecitorio avrebbe insistito per una scorta vera e propria, onde evitare quel che poi è successo con le contestazioni a Civitanova Marche in occasione della visita in memoria dei tre morti suicidi per l’impossibilità di arrivare a fine mese.

“Con Truzzi dovrebbe lasciare l’ufficio anche il suo vice, Luigi Carnevale. Al posto di Truzzi arriva Leonardo La Vigna, trascorsi alla Dia, questore a Cuneo e poi a Bolzano. Il ricambio è stato formalizzato nell’ambito di un più ampio «movimento» di dirigenti di polizia, ma l’ultimo attrito con la Boldrini per la mala gestione delle foto su Facebook, avrebbe accelerato (e imposto) il siluramento. Questo si vocifera alla Camera e ai piani alti del Viminale. Dove l’imbarazzo per una vicenda incredibile sta mettendo in seria difficoltà chi ha fatto le indagini pro Boldrini”.

Il Giornale informa anche di avere ricevuto

“numerose segnalazioni di denunce fatte anni fa per diffamazioni su Facebook che ancora attendono una risposta dalla giustizia. Risposta che per la Boldrini è stata velocissima: nemmeno dieci ore. Fra i tanti c’è Alfonso Maria Fimiani, presidente dei «Circoli dell’ambiente». «Ho presentato una querela per diffamazione a mezzo Fb (in occasione del referendum) e dopo due anni il Pm non ha ancora neanche autorizzato l’identificazione degli eventuali indagati, quando leggo delle indagini sul fake della Boldrini non nascondo una certa invidia»”.