Il Fatto: “Tramontata la luna di miele di Monti con l’Italia”

Pubblicato il 24 Maggio 2012 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Fatto Quotidiano fotografa le grane del governo Monti e, in un articolo a pagina 5 firmato da Sara Nicoli, snocciola tutti i problemi del premier dentro e fuori l’esecutivo. “E’ tramontata la luna di miele con l’Italia”, scrive il giornale diretto da Antonio Padellaro.

Per il governo Monti è senz’altro finita da tempo la luna di miele con gli italiani, ma anche quella interna sembra ormai inesorabilmente tramontata. Non passa giorno, infatti, che tra le mura di Palazzo Chigi non volino minacce di lasciare il campo da parte di ministri e vice messi in ombra dal protagonismo di altri oppure, semplicemente, “ripresi” per il loro modo di agire non “in linea” con quanto stabilito dal premier. Da settimane – in pratica da dopo la nomina di Enrico Bondi a super-tecnico dello Sviluppo economico – i rapporti tra Corrado Passera e Mario Monti sarebbero gelidi. E allo stesso modo si sarebbero sfilacciati quelli con il ministro Ornaghi (il caso discarica ha scosso i rapporti interni), ma anche quelli con Pietro Giarda, più volte stropicciato per la sua pressoché assoluta mancanza di “tatticismo” parlamentare. Per non parlare dell’ineffabile Polillo, il sottosegretario tv all’economia che sembra ignorare cosa succede nel suo governo più di ogni altro.

Il Fatto elenca tutti i “guai” del governo per cui la soluzione non appare tanto vicina:

La riforma del lavoro, prima di tutto. Va a rilento e le rigidità mostrate dalla ministra Fornero con i sindacati, ma anche con i tecnici del ministero, non aiutano. Per non parlare del continuo tira e molla sulla questione del decreto sui 65 mila esodati di cui si fa un annuncio al giorno, ma ancora niente di concreto.

E ancora:

Ecco che sul governo Monti si addensano nuvole cariche di grandine non appena si parla di Imu; nessuno ha capito ancora nulla su quanto si dovrà pagare e come, il balletto delle cifre e delle rate possibili assume spesso caratteristiche grottesche. Che dire, poi, della “tassa sulle disgrazie” e di quella norma contro i risarcimenti dello Stato in caso di calamità naturale firmato a Palazzo Chigi quindici giorni prima del catastrofico terremoto emiliano? Ci si è messa anche la sfortuna, è vero, a complicare un quadro già difficile e che a breve sarà messo a dura prova da alcuni passaggi politici e parlamentari a rischio “incidente”. Il 28 maggio andrà in aula il ddl corruzione, con il Pdl che resta in Aventino. E subito dopo ci sarà da far le nomine in Rai e all’Agcom (entro il 6 giugno), su cui l’intesa è davvero di là da venire, così come non è detta l’ultima parola su come si chiuderà la riforma del finanziamento ai partiti. Perché poi toccherà alla legge elettorale. E forse qualcuno rispolvererà pure il ddl intercettazioni.