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Federico Leonelli decapita colf: il tentato stupro e gli sms

di FIlippo Limoncelli |25 Agosto 2014 9:44

Il luogo dell’omicidio all’Eur, Roma (foto Ansa)

ROMA – Un sms di paura di Oksana Martseniuk al padrone di casa, Giovanni Ciallella, perché Federico Leonelli, il suo killer, dimostrerebbe che qualcosa non andava, nel villino dell’orrore all’Eur di Roma, già da qualche giorno, riportano Marco De Risi e Riccardo Tagliapietra sul Messaggero di Roma nella loro ricostruzione della tragedia, consumatasi nella mattinata di domenica 24 agosto 2014.

Tante le ipotesi:

1. violenza sessuale mancata (Oksana Martseniuk è stata trovata senza maglietta);

2. reazione a catena innescata proprio dall’sms e dalla conseguente telefonata di Giovanni Ciallella a Federico Leonelli per capire cosa stesse succedendo.

3. follia omicida lucida e feroce che ha portato a un piano ben delineato: uccisione di Oksana Martseniuk a coltellate e poi taglio del cadavere in tanti pezzi. In questa ipotesi, la donna non sarebbe morta decapitata ma la testa sarebbe stata staccata dal cadavere dopo la sua morte.

L’aggressione ha inizio in giardino con le prime coltellate. Oksana cerca di difendersi, perde una ciabatta infradito, che resta incollata sul suo stesso sangue. Le orme invece proseguono fino all’interno della villetta. Così ricalca la ricostruzione degli uomini della scientifica. Ci sono anche le impronte del killer. Lungo il viottolo che porta verso la casa, c’è perfino un brandello del vestito della donna, tagliato con uno dei coltelli usati per la mattanza e rinvenuti nel seminterrato. Il killer insegue la sua vittima fino all’auto che è parcheggiata nel giardino. La Chevrolet grigia è intestata al padre di Federico, Ugo Leonelli, ufficiale della Finanza.
Oksana Martseniuk cerca di trovare rifugio nella berlina, ma è inutile. Due fendenti infrangono perfino il parabrezza; un coltello verrà trovato con la lama spezzata. L’uomo afferrala donna per i capelli e la trascina fuori. I due finiscono in casa. In salotto, sempre secondo quanto ricostruito dai poliziotti, la bambinaia perde l’altra ciabatta mentre l’assassino la trascina continuando a colpirla con un coltello. La donna urla, chiede aiuto. Si rivolge al suo carnefice intimando pietà.

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«Per favore lasciami, ti prego non uccidermi». Nella villetta di via Birmania 86 all’Eur Federico Leonelli tiene per i capelli Oksana Martseniuk, la bambinaia ucraina di casa Ciallella.

Ma la sua voce non scalfisce la furia omicida di Leonelli che continua con il piano. Vuole arrivare nel suo appartamento che ha in affitto da due mesi, al seminterrato della villetta. Quando Oksana viene sospinta nel covo di Leonelli, è già morta. Dietro di lei una scia di sangue che inorridisce anche gli investigatori che si occuperanno dei rilievi.

Una volta trasportata la vittima al centro dell’appartamento, Federico Leonelli mette in atto il suo finale, quello che probabilmente aveva meditato dal giorno prima. Un disegno contorto e orribile: sezionare la vittima, per nascondere il cadavere in alcuni sacchi di nylon, di varia grandezza, già sistemati al seminterrato.

Comincia con la testa. La vittima viene decapitata. Leonelli indossa una tuta mimetica, guanti da giardiniere, una mascherina per coprire la bocca, la barba e il naso e un paio d’occhiali da carpentiere per ripararsi dagli schizzi di sangue. Ma è in quel momento che i poliziotti suonano al campanello di casa. Arrivano anche i vigili del fuoco.

Una volta in giardino, però, gli agenti delle volanti decidono di entrare. Seguono le tracce di sangue fino al seminterrato e trovano il cadavere decapitato. Il killer intanto è tornato verso il giardino. In mano tiene un grosso coltellaccio. Davanti a lui ci sono poliziotti, infermieri e vigili del fuoco. Ogni trattativa è inutile: Leonelli si scaglia come una furia brandendo il coltello-mannaia. Un ispettore cerca di fare ragionare la belva, ma non c’è tempo da perdere. Pompieri e poliziotti schivano la lama.

A quel punto Leonelli è sotto il tiro, gli agenti sono pronti a sparare. Cercano di fargli capire che l’unica scelta possibile è la resa. Federico Leonelli, però, sceglie un’altra strada, racconteranno nel rapporto inviato al magistrato. L’uomo brandendo le armi con cui ha fatto fuori la ragazza si lancia verso i «nemici» in un disperato gesto kamikaze.

Un colpo di pistola lo trafigge al cuore. C’è chi assicura di avere sentito sei-otto colpi. Leonelli prova quasi esanime un ultimo disperato tentativo di fuga, entrando nella Chevrolet, forse per cercare di sfondare il cancello in retromarcia. Ma si accascia nell’abitacolo. Sulle sue scarpe la scientifica trova una ciocca di capelli di Oksana, l’ultimo reperto di una giornata di lucida follia.

L’ultimo sms al padrone di casa era stato scritto la sera prima: «È fuori di testa, maneggia grandi coltelli».

Era stata proprio Oksana Martseniuk a intuire la sera prima che c’era qualcosa di strano in quel ragazzo col quale condivideva la villetta.. Si era spaventata a tal punto da decidere di scrivere un sms a Giovanni Ciallella, il padrone di casa, raccontando che Leonelli le faceva paura, perché maneggiava «grandi coltelli» e sembrava «fuori di testa». Un timore che il proprietario aveva girato a Leonelli, chiedendo spiegazioni. I sospetti della domestica rivelati al padrone di casa, potrebbero aver ispirato la follia omicida. È una delle ipotesi, assieme a quella del tentativo di stupro, visto che il cadavere della donna è stato trovato semi svestito, su cui stanno lavorando il procuratore Pierfilippo Laviani e il pm Luigi Fede, assieme alla polizia. Certo è, che quando i primi poliziotti sono arrivati alla villetta allertati dai vicini che sentivano la donna chiedere aiuto, la domestica probabilmente era già morta.

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