Fiat, a Melfi in 20 lasciano il posto: “Ci aspettavamo mansioni più qualificate”

Fiat, a Melfi in 20 lasciano il posto: "Ci aspettavamo mansioni più qualificate" (foto Ansa)
Fiat, a Melfi in 20 lasciano il posto: “Ci aspettavamo mansioni più qualificate” (foto Ansa)

ROMA – Un primo gruppo di 300 operai è stato assunto nelle scorse settimane dalla fabbrica Fca (ex Fiat) a Melfi come promesso da Marchionne che ha annunciato mille nuove assunzioni nei prossimi mesi. Tra i primi trecento assunti però, come racconta Paolo Griseri di Repubblica, circa una ventina hanno rifiutato il posto perché si “aspettavamo mansioni più qualificate”.

“Il fenomeno esiste e non è affatto marginale” risponde Roberto Di Maulo, numero uno del Fismi. “Sul primo gruppo di 300 sarebbero tra i 15 e i 20 coloro che hanno abbandonato” dice Emanuele De Nicola, numero uno della Fiom della Basilicata. “Non sono certo grandissimi numeri”, risponde il Lingotto aggiungendo che “appena si è diffusa la notizia delle nuove assunzioni a Melfi siamo stati sommersi dalle domande di lavoro. Ne sono arrivate decine di migliaia”.

“Certo, è possibile che per un ingegnere lavorare in linea di montaggio non coincida con le sue aspirazioni di lavoro”, prosegue Uliano che però sottolinea come “nelle fabbriche moderne la distinzione tra colletti bianchi impegnati negli uffici e tute blu addette alla produzione è ormai superata”.

Scrive Griseri: Le voci di fabbrica raccontano di ingegneri che dopo pochi giorni hanno chiesto un colloquio con la direzione spiegando ai capi reparto che non si aspettavano di svolgere il lavoro di linea. «Uno di loro avrebbe posato a terra il paraurti che stava montando» gettando metaforicamente la spugna, aggiunge Denicola. Una scena da “Isola dei famosi”. Una delle motivazioni che può aver spinto ad abbandonare un lavoro sicuro è anche la distanza dalla residenza: «Non tutti coloro che hanno fatto domanda di assunzione abitano nel circondario di Melfi », osserva di Maulo. Storicamente gli operai della fabbrica lucana sono sempre stati tra quelli che devono percorrere più chilometri per arrivare a casa. «In media – osserva Uliano – i dipendenti occupati in linea trascorrono ogni giorno due ore in pullman». Insomma, anche tra i selezionati c’è chi dice no. Nei prossimi mesi ai primi 300 assunti dovrebbero aggiungersene altri 700. Ma in questo caso gli episodi di rinuncia potrebbero diminuire perché, dice Uliano, «abbiamo già chiesto che per i ruoli di operaio il livello di istruzione richiesto non sia così alto come nel primo gruppo».

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