Fiat Mirafiori, 1.500 dipendenti con malattie professionali: che faranno?

Fiat Mirafiori, 1.500 dipendenti con malattie professionali: che faranno?
I tornelli di Fiat Mirafiori (Foto Lapresse)

TORINO –  Alla Fiat di Mirafiori 1.500 dipendenti non possono più lavorare in catena di montaggio. E non si sa dove impiegarli. Sono i cosiddetti “Rcl“, dipendenti a “ridotte capacità lavorative”, perché colpiti da malattie professionali come il tunnel carpale, un’infiammazione ai nervi del polso che può arrivare a rendere inabili le dita della mano. Una malattia che può colpire chi passa decenni in catena di montaggio.

Cinquecento di loro, spiega Paolo Griseri su Repubblica, sono talmente segnati dalla malattia che “sarà difficile trovare loro un posto” alle catene di montaggio della Maserati.

 “La cassa integrazione ha nascosto per anni il problema. Ma oggi che si prevede la ripresa produttiva, la questione sta diventando urgente: come utilizzare gli “rcl”? E, se si riuscirà a non farli lavorare lungo la linea, quante persone dovranno essere assunte per riempire gli organici?

“Per i casi più difficili sarebbe necessario modificare la legge Fornero”, dice Federico Bellono, segretario della Fiom torinese. “Avremmo forse dovuto agire prima del 31 dicembre scorso, perché dal 1 gennaio non è più possibile utilizzare scivoli verso la pensione”, spiega Claudio Chiarle, numero uno della Fim Cisl.

Il problema degli organici e dell’alta percentuale di lavoratori inidonei si riassume in poche cifre. I dipendenti delle Carrozzerie sono poco più di 5.000. A questi vanno aggiunti 200 dipendenti dell’ex Itca, l’azienda di stampaggio acquistata dalla Fca. In tutto, un organico di circa 5.300 dipendenti. Una parte significativa, circa 1.800, è attualmente utilizzata a Grugliasco sulle linee della Maserati.

(…) Rimangono senza lavoro 2.000 dipendenti destinati alla casa integrazione fino a fine 2016. Il problema è che di quei 2.000 ben 1.500 hanno varie forme di inidoneità e 500 sono praticamente inutilizzabili su una linea di montaggio. Quando, a fine 2016, dovrebbe partire la linea delle ammiraglie e dei suv Alfa Romeo, l’azienda avrà dunque problemi a occupare tutte le postazioni. Questo spiega perché da tempo comincia a circolare l’ipotesi di nuove assunzioni anche a Mirafiori. Ma questo non risolve l’altro problema: come utilizzare i 1.500 inidonei?

(…) Ora si pone il problema del futuro degli inidonei. “Nei mesi scorsi – ricorda Chiarle – avevo proposto di aprire la mobilità alle Carrozzerie. In quel caso si sarebbe potuto utilizzare il meccanismo dello scivolo verso la pensione per i molti che oltre ad essere inidonei sono anche in età avanzata. In questo modo si sarebbero potuti pensionare circa 200 dipendenti. Quella possibilità si è però chiusa il 31 dicembre scorso. Capisco che aprire la mobilità a Mirafiori avrebbe creato un problema di immagine ma ora rimangono irrisolte le questioni di sostanza”. “Non sarà facile risolvere il problema – riconosce Bellono – anche se si potrebbero studiare forme di pensionamento incentivato con il contributo dell’azienda, come è previsto, ad esempio, da recente accordo firmato all’Skf. Certo, in questo caso i numeri sono molto più alti”. Una ulteriore possibilità sarebbe quella di utilizzare una parte dei lavoratori inidonei in lavorazioni non direttamente legate al ritmo della linea. Ma quanti posti di quel tipo saranno disponibili nella Mirafiori che avrà ripreso a funzionare a pieno ritmo?”

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