Fnsi contro Odg, il Fatto: “Scambio di insulti tra Siddi e Iacopino”

Fnsi contro Ordine, Far West giornalisti
Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti

ROMA – Il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, smentisce al Fatto di aver definito “comici e imbecilli” i dirigenti del sindacato giornalisti, la Fnsi, ma rincara la dose: “Secondo me è peggio: la violenza che hanno fatto alla categoria è così plateale che non possono non rendersene conto”. Franco Siddi, segretario della Fnsi, sempre al Fatto, replica furibondo: “Iacopino fa politica politicante con una venatura corporativa e illusionista”.

Scrive Salvatore Cannavò sul Fatto:

Sembra uno scontro da vecchi tempi ma è lo specchio di una crisi di una categoria allo stremo. Come dimostra il caso dell’Unità che ancora ieri ha inviato l’ultimo messaggio in bottiglia : “Se non succedono fatti nuovi a luglio è chiusura”. L’oggetto di una contesa così acuta è il contratto di categoria siglato qualche giorno fa sul quale si muove un terzo attore, intenzionato a dare battaglia negli organismi competenti: l’Associazione Stampa Romana diretta da Paolo Butturini. Il contratto è stato accusato per più ragioni. Innanzitutto per l’accordo sul “lavoro autonomo” che regola l’attività di precari e free-lance introducendo un “equo compenso” in 20 euro lordi ad articolo, 6 nel caso di agenzie. “È solo un compenso minimo” dice Siddi, “ci sono colleghi che guadagnano anche 5 euro ad articolo; i collaboratori della Gazzetta del Mezzogiorno ieri mi hanno abbracciato per questo risultato”. Per i coordinamenti di precari – “attivisti e gruppettari”, li definisce Siddi – si tratta, invece, di un salario da fame sancito nel contratto. Per questo l’8 luglio manifesteranno proprio davanti alla sede della Fnsi. I punti contestati sono anche altri: l’apprendistato professionalizzante per giovani tra i 18 e 29 anni che percepiranno una retribuzione ultra-ridotta per circa sei anni; le retribuzioni di ingresso per cui giornalisti professionisti possono essere pagati fino al 35% in meno. E poi il nodo dei lavoratori prossimi alla pensione che si vedranno corrispondere la “ex fissa” in rate fino a 12 anni. Accordi siglati con un’intesa a Palazzo Chigi che, invece, prevede fondi agli editori per 120 milioni in tre anni.

Siddi punta al pragmatismo: “Abbiamo difeso un contratto che gli editori volevano disdettare, garantendo diritti senza svendere nulla. Iacopino semina solo illusioni, punta al discredito del sindacato e strumentalizza i precari”. Il presidente dell’Ordine nega di voler puntare alla segreteria – “non sono iscritto a questo sindacato da venti anni” – ma non nega del tutto l’idea di una centralità dell’Ordine dei giornalisti nel regolare la vita di una categoria che al 60% non ha un contratto da lavoro dipendente. Siddi definisce questa impostazione “nostalgie da stato fascista che regola tutto con leggi delle corporazioni”. E se quello lo attacca chiedendo “quanti nella Fnsi sono in distacco sindacale da decine di anni?”, risponde che dell’Ordine “forse dovrebbe occuparsi il ministero della Giustizia”. Botte da orbi, insomma (…)

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