Forconi, Zunino su Repubblica: “Il triumvirato che guida gli arrabbiati”

Forconi, Zunino su La Stampa: "Il triumvirato che guida gli arrabbiati"
(Foto Ansa)

ROMA – Chi sono i leader della protesta dei Forconi? Corrado Zunino racconta con un articolo pubblicato su Repubblica del “triunvirato che guida gli arrabbiati”. formato da “il pioniere, l’indipendentista, l’agricoltore”:

“Nel brodo di concetti new age e interventi razzisti della galassia dei forconi, i coordinatori nazionali del “9 dicembre” stanno provando a darsi una struttura credibile. Ieri hanno battezzato un gruppo dirigente ristretto: otto persone, imprenditori industriali, edili, agricoli, autotrasportatori, allevatori. Di questi, solo tre hanno diritto di parola per tutti: l’imprenditore agricolo Mariano Ferro, il leader dei contadini di Latina Danilo Calvani e il presidente degli imprenditori federalisti (Life) Lucio Chiavegato, post-leghista con istanze secessioniste. Gli otto rappresentano la Sicilia, la Puglia, il Lazio, il Veneto. Torino, capitale della sommossa, non ha uomini nel direttorio. L’autonominato gruppo ristretto, innanzitutto, ha fatto fuori il contadino new age torinese, Andrea Zunino, 60 anni, autore dell’intervista aRepubblicapassata alla breve storia movimentista come “l’Italia schiava dei banchieri ebrei”. Gli otto lo hanno messo per iscritto: «Zunino non ha nulla a che vedere con codesto coordinamento»”.

“Nella vita precedente gli otto dirigenti, oggi travolti da un’ondata di notorietà, sono stati medi e piccoli imprenditori, spesso azzoppati dalla crisi. E gli scontri fiscali con lo Stato italiano sono diventati uno dei motivi che li ha portati all’insurrezione. Il fondatore dei primi forconi — campagna siciliana, gennaio 2012 — è stato Mariano Ferro, 53 anni, una piccola azienda agricola ad Avola, provincia di Siracusa.«Sono pronto a farmi fuoco davanti alla prefettura», disse, ma attorno aveva perso diversi compagni di viaggio. Nella fase nascente Ferro si era circondato di compagni discutibili. E, tuttora attivo, Angelo Giacchi, piccolo imprenditore di Vittoria: ha appena avviato uno sciopero della fame per protestare contro il pignoramento della casa. Lo stesso Mariano Ferro, si scopre nei registri delle conservatorie, nel 2010 emise tre assegni scoperti pari a 7.000 euro. Sono finiti in protesto e Serit Sicilia ha iscritto un’ipoteca legale per 16.000 euro”.
“Il leader dell’Agro Pontino Danilo Calvani, 51 anni, l’ideatore della seconda fase del forconismo, è un coltivatore diretto di Pontinia che, causa povertà incapiente, chiede e ottiene passaggi (in Jaguar, in Mercedes). Guida i comitati agricoli riuniti della zona e nel 2012 con loro occupò la sede locale dell’Inps. Le ragioni? Nel 2001 Calvani, acquistata un’azienda agraria per 1,5 milioni di euro, iniziò ad assoldare lavoratori stagionali. A partire dal 2002, gli arrivarono i primi avvisi bonari per il pagamento dei contributi pensionistici: le raccomandate tornavano sempre indietro. Il piccolo agricoltore ha accumulato debiti contributivi a una media di 2.500 euro l’anno, fino a quando l’Inps non ha passato la questione a Equitalia che ha emesso una cartella per 40.000 euro (oggi salita a 80.000). A causa della crisi dell’agricoltura dell’Agro Pontino, Calvani ha fatto debiti anche con la Banca Intesa-San Paolo di zona: nel 2006 ha ricevuto un decreto ingiuntivo per 140.000 euro e la sua azienda è stata messa all’asta per una cifra pari al debito. La crisi ha messo sotto stress molti imprenditori, che oggi vedono una soluzione nel movimento anti-governo e anti-Ue. Lucio Chiavegato nell’ultimo bilancio d’azienda ha messo debiti con le banche pari a 320.000 euro, e debiti minimi con Inps e Inail. Altri due coordinatori nazionali del “9 dicembre” hanno avuto problemi con Equitalia, poi risolti: Giovanni Zanon, industriale siderurgico, nel 2009 ha subito un’iscrizione di ipoteca legale per 11.500 euro. L’allevatore Giorgio Bissoli per 27.000 euro”.
“I forconi ora hanno anche una radio ufficiale. Radio Onda Blu, emittente di Castiglion Fiorentino con audience regionale, un palinsesto che fino a ieri offriva approfondimenti quotidiani sul mondo dei Templari e gli ordini cavallereschi. Ora la radio toscana ha aperto i microfoni alla protesta del ceto medio disperato. «In qualsiasi ora del giorno e per dar voce a qualsiasi istanza le trasmissioni di Radio Onda Blu verranno interrotte e nel caso fosse necessario sospese a tempo indeterminato», ha scritto in una lettera aperta Pietro Zannoni, titolare della testata, attivista del Coordinamento 9 dicembre. Il radio-imprenditore è l’ultimo leader locale di un movimento che ha una settimana di vita e produce capipopolo ogni ora. Si formano direttamente ai blocchi stradali. Il casello di Modena Nord sta plasmando la venticinquenne Michela che, cappello di lana in testa, ribadisce concetti moderatamente insurrezionalisti. «Lo dice la Costituzione: quando si crea un vuoto istituzionale, è un militare che va alpotere»”.

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