Gagliano, Mario Giordano su Libero: “Giustizia all’italiana. Più spari, più ti premiano”

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Gagliano

ROMA – Omicidi, rapine, estorsioni: a ogni permesso un nuovo crimine efferato. Ma i giudici hanno continuato a lasciare libero Bartolomeo Gagliano. Che farà la Cancellieri?

Scrive Mario Giordano su Libero:

Ma cosa deve fare uno per rimanere agli arresti? Mentre a Pescara evade un altro criminale in permesso premio, il tribunale di sorveglianza dice che la licenza al serial killer di Genova era stata rilasciata «su basi legittime, dopo un lungo studio ». Ci hanno anche pensato su, capito? E siccome quel tipo aveva alle spalle 32 anni di crimine conclamato, 3 omicidi, alcuni tentati omicidi, il sequestro di una famiglia, innumerevoli sparatorie con i poliziotti, rapine, estorsioni, 5 evasioni, violenze di ogni genere, hanno deciso coscienziosamente di lasciarlo andare. Ottimo lavoro. Com’è che diceva la perizia? «È sociopatico, narciso, disprezza le regole e le leggi, non conosce senso di colpa né di rimorso». E dunque, dopo lungo studio, in base a rapporti così lusinghieri, non poteva che essere rimesso in libertà. Ovvio, no? Del resto come si faceva a capire che si era davanti a un soggetto pericoloso? Come si poteva intuirlo? Sì, è vero la carriera criminale di Bartolomeo Gagliano è cominciata nel 1981 e da allora non si èmai più interrotta. Ma che cosa vuol dire? Vi pare un indizio sufficiente per bloccare la sua gita premio?

La prima prostituta la uccise sfondandole il cranio con una pietra, poi abbandonò il corpo lungo la strada. Lo presero, ma dopo appena due anni di carcere gli diedero subito un permesso, già quello assai legittimo, si capisce: come si fa a non essere comprensivi di fronte a tanta umanità? Gagliano approfittò del primo permesso per organizzare la prima evasione, durante la quale si distinse subito: sequestrò una famiglia aMassa Marittima e ingaggiò una sparatoria con la polizia. Così, tanto per gradire. Quando lo riportarono dentro qualcuno propose: buttate via la chiave. Invece niente: i giudici, sempre in modo legittimo, per carità, pensarono bene di dargli un altro permesso premio. Evidentemente, secondo loro, si era comportato molto bene. Lui ringraziò. E, naturalmente, evase di nuovo.

Siamo nel 1989. Anche la seconda evasione di Bartolomeo Gagliano fu assai movimentata. Lui è fatto così, dovete capirlo, «convinto di essere qualcuno», come dicono i medici. E se gli altri non apprezzano, lui spara. In quel febbraio dell’89 riuscì, in pochi giorni, a far secchi un transessuale di Milano e un travestito di Genova, già che c’era ferì anche un cliente e provò a uccidere una prostituta, senza riuscirci però. La sua specialità? Sparare in bocca. Si guadagnò persino il nome di «mostro di San Valentino» che si è dietro per tutti questi anni. I giudici di sorveglianza, però, non sono tipi che si lasciano impressionare da queste semplificazioni giornalistiche: il mostro di San Valentino, dopo lungo studio e in base a rapporti lusinghieri, non merita di restare in cella. Si capisce. Spara in bocca alla gente? Sì, però in modo non pericoloso. Uccide, ma evidentemente solo di striscio. Forse a confondere i nostri magistrati è stato il fatto che Bartolomeo ogni volta che è evaso ha ammazzato qualcuno, oppure ci ha provato. Una tale costanza non merita un premio? Evidentemente sì: infatti l’hanno sempre ripreso, ma dopo poco gli hanno sempre dato la possibilità di ritornare libero (…)

Invece no, quelli sono più ostinati di lui: tanto lui si impegna ad ammazzare, tanto quelli si impegnano per lasciarlo andare. Nel 2002, infatti torna a libero e per non smentirsi si mette a far rapine. Lo beccano, lo portano in carcere, ma nel 2006 è di nuovo libero, grazie all’indulto. E allora si dedica all’estorsione. Lo beccano di nuovo, lo riportano in carcere. E l’altro giorno lo lasciano libero ancora. «Aveva una buona condotta, era attendibile. Se non diamo il permesso a uno così a chi lo dobbiamo dare?», ha dichiarato il direttore del carcere. Ma sicuro. E chissà perché non gli hanno dato anche la medaglia al valor civile… Comunque, va detto: lui, il mostro, non era affatto contento di quel permesso. Finiva prima di Natale. Ora va capito: gli hanno sempre concesso la libertà, proprio ora per le feste volevano riportarlo in cella? Non è forse un atto di crudeltà? Qualche tempo fa, durante un incontro col giudice, aveva distrutto la sala colloqui: con l’at – taccapanni aveva sfasciato vetri e infissi, ne ha preso atto la stessa magistratura che subito dopo, però, gli ha riconosciuto la buona condotta. Mah. Comunque non preoccupatevi: anche se non avesse avuto il permesso premio, sarebbe uscito presto dal carcere. La sua pena scadeva nell’aprile 2015, tra poco più di un anno. E qualche sconto gliel’avrebbero sicuramente concesso. Non si è detto che bisogna svuotare le carceri? E allora chissà se oggi la Cancellieri spiegherà come intende risolvere il problema dell’affol – lamento delle celle senza affollare di serial killer le nostre strade. Chissà se spiegherà com’è possibile che ieri sia evaso un altro detenuto in permesso premio, pentito di camorra e condannato per omicidio nella faida di Scampia. Chissà se spiegherà come intende mettere fine a questo scempio dei criminali che usano le porte del carcere come se fossero quelle di un hotel. E chissà se spiegherà, soprattutto, come possano dei giudici di sorveglianza non riusciure a discernere in tre omicidi, 5 evasioni, spari in bocca e altri atti efferati il profilo di un pericoloso criminale (…)

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