Galleria Borghese, condizionatore guasto da 2 mesi. A rischio le opere d’arte

Galleria Borghese (foto Wikipedia)
Galleria Borghese (foto Wikipedia)

ROMA – Da due mesi, nel nono monumento statale più visitato del 2013 (quasi 500 mila visitatori e oltre 3 milioni di incassi), la Galleria Borghese, il condizionatore è guasto, come racconta Sara Grattoggi di Repubblica:

Soffrono le tele di Tiziano e Caravaggio, le tavole di Raffaello, i marmi del Bernini e del Canova. Alla Galleria Borghese di Roma, tempio dell’arte fra i più prestigiosi in Italia, l’emergenza si chiama climatizzazione. Da due mesi, nel nono monumento statale più visitato del 2013 (quasi 500 mila visitatori e oltre 3 milioni di incassi), l’impianto è guasto. E le temperature — uno dei fattori più delicati per la conservazione delle opere, insieme all’umidità — sono fuori controllo. Soprattutto nella Pinacoteca, culla di gioielli come l’”Amor Sacro e Amor Profano” di Tiziano, che il personale stesso ormai definisce «un forno». «Si passa dal gelo al caldo asfissiante, come in questi giorni. Per questo dobbiamo aprire le finestre — si giustifica un custode — altrimenti qui dentro si muore». Di fronte al “Ratto di Proserpina” del Bernini i vetri sono spalancati, come nella sala della “Madonna dei Palafrenieri” del Caravaggio e, al piano superiore, in quella con la magnifica “Deposizione di Cristo” di Raffaello. Ma appena si cambia stanza, si resta a bocca aperta. E, purtroppo, non solo per lo splendore del “David” di Bernini o della “Paolina Borghese” del Canova.
«Da due mesi siamo alle prese con questa emergenza — spiega Anna Coliva, direttrice del museo — L’impianto di climatizzazione, costruito nel 1997, è completamente usurato e sconta anni di cronica mancanza di manutenzione ». Se l’emergenza è recente, il problema, però, non è nuovo. «La richiesta per un nuovo impianto è già in ballo da 4 o 5 anni. Due anni fa si rifece uno dei motori, ma poi non si proseguì per mancanza di risorse — racconta Coliva — Ora, con l’ufficio tecnico della Soprintendenza al Polo museale romano, stiamo cercando di risolvere l’emergenza, con interventi per riequilibrare il clima. In attesa di poter rifare l’impianto». Nel frattempo, si tampona la situazione con le finestre aperte. «È il male minore, rispetto agli sbalzi di temperatura — sostiene la direttrice — Per fortuna il microclima del parco che ci circonda, in questa stagione, è ottimale».
Ma quella che sembra una soluzione temporanea potrebbe mettere ancor più a rischio le opere se dovesse protrarsi a lungo. «Bisogna cercare di evitarla il più possibile perché quel che entra dall’esterno, e parlo di inquinanti non solo chimici ma biologici, è fuori controllo — spiega Elisabetta Giani, fisica dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro — Soprattutto, ci vuole un monitoraggio costante dell’umidità, sia all’interno che all’esterno». È quello, infatti, il peggior nemico delle tele e, soprattutto, delle tavole: «Il parametro per l’umidità relativa è del 50-55 per cento, sbalzi troppo elevati possono deformare o danneggiare i materiali». Ma anche le temperature, «se dovessero superare a lungo i 30 gradi», potrebbero causare danni. Non a caso nel dicembre 2012 le “Sale blu” degli Uffizi di Firenze furono chiuse per un paio di giorni proprio per la temperatura troppo alta. E da allora il museo si è dotato di due nuove «torri evaporative» per raffreddare l’acqua usata per in condizionamento, oltre a rinnovare il sistema di climatizzazione.

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