Gaza, Alfano, scontri 14 novembre e Imu: la rassegna stampa

ROMA – La rassegna stampa di Blitz Quotidiano del 19 novembre 2012. Gaza sotto i colpi di Israele. Il Corriere della Sera: “Tra le vittime anche bambini. Intercettati missili su Tel Aviv”.

Un silenzio assai rumoroso. Editoriale di Ernesto Galli della Loggia:

“Adesso che in pratica sta iniziando la campagna elettorale è il momento di fare un bilancio di come i partiti hanno impiegato l’anno di tregua offerto loro dalla presenza del governo Monti. Anche perché è stata una presenza che da sola ha significato un continuo memento ai partiti stessi sia della loro inadeguatezza in un momento decisivo (vedi fuga generale nel novembre scorso di fronte al baratro in cui stava per precipitare il Paese), sia della loro condotta dissennata degli ultimi trent’anni. Insomma: gli argomenti su cui riflettere e discutere, e magari fare qualche autocritica per presentarsi agli elettori con un volto nuovo, non sono mancati di certo.
Invece niente. Dilettantismo e incapacità della leadership berlusconiana e dei suoi «colonnelli»; un Partito democratico e una sinistra da anni alle prese con il problema irrisolto di che cosa essere e con chi; concezioni errate della democrazia, del merito e dei diritti, immesse a piene mani per decenni nella società e nell’amministrazione pubblica con il consenso generale; un federalismo demenziale avallato da tutti; un welfare costruito in modi e misure incompatibili con le risorse: su tutte queste cose non si è sentito nulla se non un grande silenzio. Di bilanci del passato neppure l’ombra. Così come neppure la minima spiegazione del perché si è arrivati al baratro di cui sopra: gli elettori di destra, immagino, convinti che sia stata tutta colpa di Fini e della Merkel, quelli di sinistra invece, che la colpa sia stata naturalmente tutta di Berlusconi”.

Gaza, aumentano i raid Colpiti anche bambini Missili sopra Tel Aviv. Dall’inviato Francesco Battistini:

“Sui moli del porto, i russi che giocano sempre a scacchi non si vedono più. Le mall sono sbarrate, i negozi svuotati, gli autobus fermi. Oggi aspettavano una crociera dall’Italia: è arrivata un’email per comunicare che la nave andrà in Grecia o in Turchia. Ad Ashdod città morta, 25 km da Gaza, l’unica cosa viva sono le sirene quando piovono i razzi. Alle due del pomeriggio ne arrivano una ventina, uno ogni due minuti. Cadono su una scuola deserta, su un taxi, su un palazzo di otto piani, sui campi… «Guai se Netanyahu firma una tregua adesso, bisogna andare là dentro fino in fondo — indica verso la Striscia il sindaco, Yehyel Lasri, ormai un routinierdella corsa trafelata al rifugio —, il mondo deve sapere che cosa sopportiamo!…». 
Si sa: da Obama all’Europa, in questa parte di mondo, non c’è dichiarazione che non solidarizzi col «diritto d’Israele a difendersi». Da ieri, però, il presidente americano e il ministro degli Esteri britannico, William Hague, hanno cominciato ad aggiungere un’altra frase che oggi, probabilmente, verrà ripresa dai ministri Ue a Bruxelles: sarebbe «preferibile» evitare un’escalation, dice la Casa Bianca, «non solo per la gente di Gaza, ma anche per gl’israeliani». Per essere più chiari: «Abbiamo avvertito Israele — spiega Hague — che un attacco di terra gli farebbe perdere gran parte del sostegno internazionale che ha raccolto in questa situazione». Entrare, non entrare”.

Aeroporti, infrastrutture, Cdp e Snam negli affari con i signori del petrolio. Articolo di Maurizio Caprara:

“Malgrado risenta della crisi finanziaria nata fuori dai suoi confini, la Cina è ormai la seconda economia del pianeta e punta al grande balzo per diventare la prima. La ripresa americana arranca e la prospettiva che gli Stati Uniti possano essere autosufficienti dal 2020 sotto il profilo energetico spinge i Paesi produttori di greggio sia a guardare verso Est sia a diversificare le proprie fonti di introiti. Ci sono anche queste ragioni dietro la scelta, in apparenza distante dalla politica interna, che ha spinto il presidente del Consiglio italiano a spostarsi per quasi quattro giorni nel Golfo mentre a Roma si discute di legge elettorale, data del voto e del futuro di Palazzo Chigi.
Quasi tutte le cosiddette petro-monarchie arabe hanno i portafogli pieni del danaro liquido che da noi non abbonda, e per un Paese come l’Italia che ha bisogno di passare da recessione a crescita coltivare i rapporti con questa parte di mondo è importante”.

Il Pdl e il rebus dei gazebo Meloni pronta a sfidare Alfano. Scrive Lorenzo Fuccaro:

“«Per le primarie del Pdl abbiamo progettato un calendario che si conclude a febbraio, perciò l’election day a marzo pone qualche problema, la prossima settimana prenderemo tutte le decisioni». Angelino Alfano annuncia un vertice del partito che presumibilmente si terrà oggi. «La macchina ormai è in moto e non si ferma più, sono un’occasione di mobilitazione per i nostri elettori e per i candidati», dice Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera che giudica positivamente la disponibilità del leghista Roberto Maroni a partecipare alle consultazioni di coalizione in Lombardia. «Ora si tratta solo di cambiare il calendario e semplificare gli appuntamenti, tenendo conto che si voterà per le Regionali e per le Politiche negli stessi giorni», conferma Maurizio Gasparri. Su come procedere esistono diverse opzioni: c’è chi propone che si svolgano in due tornate (una a dicembre e la seconda ai primi di gennaio), altri sostengono che si tengano a gennaio in due date ravvicinate e altri ancora suggeriscono che si effettuino soltanto online”.

Raid su Gaza, strage di bambini. La Repubblica: “Ancora razzi di Hamas contro Tel Aviv. Obama: fermare l’escalation”. Obiettivo Tehran. Editoriale di Vittorio Zucconi:

“Si scrive Gaza, si legge Tehran. Si scrive con il sangue dei bambini, come sempre, anche la nuova pagina dell’odio senza fine. E’ l’Iran, non i missili di Hamas o la rappresaglia di Tsahal, l’esercito israeliano, l’obiettivo al quale guardano gli attori di una nuova edizione della interminabile strage”.

Gli agenti risarciscono pure i teppisti. Il Giornale: “Dopo ogni manifestazione piovono avvisi di garanzia contro i poliziotti. Che devono pagare i legali di tasca loro. Il «Giornale» ha lanciato una raccolta di fondi per sostenerli”.

Ora Frau Merkel vuole affamare gli italiani poveri. Editoriale di Stefano Filippi:

“Il video spopola su Youtube: giovani al bar o ai tavolini dei fast food di mezza Euro­pa intenti a mangiare cibi immaginari sot­to lo sguardo attonito degli altri avventori. Due cartelli in diverse lingue alla fine spie­gano l’arcano: «Entro un an­no 18 milioni di europei non avranno più da mangiare» e «Diciamo no all’eliminazio­ne del piano europeo di aiuti alimentari». L’hanno chia­mato «Airfood Project», più o meno «mangiatori d’aria», ed è una mobilitazione con­tro le sf­orbiciate che sette go­verni dell’Ue vogliono imporre agli aiuti co­munitari ai poveri. Sette Paesi, una pattu­glia piccola ma potentissima, guidata dalla cancelliera Angela Merkel”.

Si curi chi può. Il Fatto Quotidiano: “Dove curarsi in Italia oggi”. La leggenda del santo Briatore. Editoriale di Marco Travaglio:

“Briatore, visto da vicino nello studio di Servizio Pubblico, è veramente adorabile. Ha un processo per un’evasione fiscale da 5 milioni e tuona contro il “fisco Dracula che succhia soldi ma non restituisce nulla” (li succhia agli altri, ovviamente). Porta occhiali da sole azzurrini, un doppiopetto modello Chicago anni 30, un paio di babbucce bicolori davvero notevoli e, mentre è lì, in studio, traffica sull’iPad per twittare con i prestigiosi Paola Perego e Red Ronnie: “Manichino della Coin pontifica” e “robe da matti”. La Costamagna riepiloga il suo curriculum giudiziario e lui la chiama “maestrina” e la accusa di “dare lezioni”, ignaro dell’esistenza di un oggetto per lui misterioso: il giornalismo. A chiunque obietti qualcosa, risponde che lui ha vinto 7 mondiali di Formula 1 (poi naturalmente ne uscì per un caso di frode sportiva) e gli altri no: come quel suo amico che, al professor Spaventa candidato nel suo collegio a Milano, obiettò: “Prima provi a vincere un paio di coppe dei campioni”. Un’analista seria come la Penelope tenta di spiegargli, dati alla mano, che le tasse sono alte perché metà dei contribuenti non le pagano, ma lui la liquida con un elegante “non rompere i maroni, sei qui per vendere il tuo libro, i tuoi numeri ce li giochiamo al lotto”. In effetti lui coi numeri ha qualche difficoltà, fin da quando agguantò con una certa fatica (lo chiamavano “tribùla”) il diploma di ragioniere in quel di Verzuolo (Cuneo)”.

Imu più pesante nelle grandi città. Il Sole 24 Ore: “A Torino e Roma l’imposta sulla prima casa sfonda il tetto dei 1.000 euro”.

Quattro correttivi per ridisegnare una tassa nata male. Editoriale di Alberto Zanardi:

“Con le decisioni dei Comuni sulla fissazione dell’aliquota autonoma e con l’avvicinarsi del temuto versamento della seconda rata, l’Imu sta arrivando al giro di boa del suo primo anno di applicazione. Per necessità, dati i tagli ai trasferimenti erariali, più che per scelta, i sindaci hanno deciso di aumentare con decisione, per quanto è loro possibile, le aliquote Imu. Come mostra l’analisi del Sole 24 Ore sui Comuni capoluogo di Provincia, per gli immobili diversi dalle prime case (quelli tassati all’aliquota base dello 0,76%) le delibere comunali hanno in media sfruttato per più di 2/3 i possibili margini di aumento delle aliquote (+0,21% su 0,3%). Sulle prime case le preoccupazioni redistributive e il costo politico di andare a tassare un bene così sensibile hanno spinto i sindaci a decisioni assai più caute: l’autonomia comunale ha accresciuto l’aliquota base (0,4%) soltanto di un quarto dello sforzo fiscale possibile (+0,05% su 0,2%). In termini di efficienza generale del sistema fiscale l’aumento del prelievo sugli immobili realizzato attraverso l’Imu è stato una scelta opportuna”.


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