ROMA – “Esprimere le proprie opinioni non significa uscire dalla legalità”. Mariastella Gelmini, esponente di Forza Italia, pur ribadendo il rispetto istituzionale per il capo dello Stato afferma che “Berlusconi ha subìto la violazione della Costituzione, della legge e delle regole parlamentari”. Quindi accusa Alfano di “debolezza argomentativa” e annuncia che probabilmente da domani Fi uscirà dalla maggioranza.
L’intervista a la Gelmini di Repubblica:
Onorevole Gelmini, come risponde al Capo dello Stato?
«Dico che esprimere le proprie opinioni per un leader politico non significa mettersi fuori da perimetro legalità, ci mancherebbe pure che gli fosse vietata la possibilità di esporre il proprio punto di vista. Pur con tutto il rispetto istituzionale per il Capo dello Stato, non possiamo che avanzare l’accusa di violazione dell’articolo 25 della Costituzione sulla retroattività della legge Severino, la violazione delle regole sui tempi in giunta, sul voto palese in aula, sul mancato ricorso alla Corte Costituzionale e a quella europea. Sono queste le azioni illegali, non certoche Berlusconi denunci la grave ferita della democrazia alla quale stiamo assistendo» (…)
Come commenta la scelta di Alfano di non partecipare alla manifestazione di mercoledì?
«Non mi sorprende, è una posizione che si commenta da sola. In generale ho la sensazione che le dichiarazioni di Alfano siano dettate da una posizione di debolezza. Non essendo in grado di rispondere ai dubbi sull’operato del governo cerca di distogliere l’attenzione accusandoci di estremismo. Ci dica invece che fine hanno fatto le nostre proposte e cosa sta facendol’esecutivo contro la crisi».
Da domani passate all’opposizione?
«Noi non siamo per una stabilità vuota, non pensiamo che stare al governo sia un fine bensì deve essere il mezzo per risolvere i problemi degli italiani. Avremo una riunione dei gruppi e non potremo trascurare alcuni fatti come la bocciatura dei nostri emendamenti e il grande pasticcio sulla casa. La Finanziaria è inadeguata, è una legge “tassa e spendi” che accompagna il declino del Paese. Se riusciremo a ribaltarla profondamente daremo con piacere il nostro voto al governo, ma temo sarà difficile visto che il Pd è il partito della spesa pubblica e la logica del “tirare a campare” dell’esecutivo Letta non è la risposta alla crisi che sta attraversandoil Paese».