“Sei troppo bella per quel vecchio”. Il “vecchio” li uccide

"Sei troppo bella per quel vecchio". Il "vecchio" li uccide
Genova. “Sei troppo bella per quel vecchio”. Il “vecchio” li uccide

GENOVA – Aveva già ucciso 36 anni fa, nel 1980. Lo ha rifatto nel 2016. Spargendo sangue perché qualcuno aveva osato definirlo “troppo vecchio” per stare con una donna. Omicidio non a caldo. Vendetta covata e consumata dopo un bicchiere di prosecco, dopo un tentativo di chiarimento in un locale. Non è servito a nulla:  Salvatore “Turi” Maio, 64 anni, calabrese di Rozziconi, è uscito dal locale e ha ucciso due persone ferendone una terza. Tutto perché uno dei tre si era rivolto alla donna che lo accompagnava dicendo: “Sei troppo vecchio per stare con lui”. Il racconto del Secolo XIX 

Come trentasei anni fa. Basta una parola di troppo: la mente si annebbia, la follia ha il sopravvento. Spara e uccide ancora Salvatore “Turi” Maio, 64 anni, calabrese di Rozziconi, emigrato a Genova all’inizio degli anni novanta con la famiglia e residente nel quartiere popolare del Cep. A Gioia Tauro – era il luglio del 1980 – dopo una banale lite tra ragazzi aveva freddato un marittimo e ferito gravemente un altro uomo. Lunedì sera davanti ad un bar di Pegli, ponente di Genova, ha ucciso padre e figlio con quattro colpi di pistola dopo una lite per una apprezzamento ad una donna. Si sentiva offeso, umiliato, Salvatore Maio. E quel complimento fatto da uno sconosciuto alla ragazza che era con lui – «sei troppo bella per stare con quel vecchio» – lo ha voluto lavare con il sangue. Ancora una volta. A nulla è valso il tentativo delle due vittime, Adriano e Walter Lamberti, 51 e 27 anni, padre e figlio, commercianti di tappeti di origine sinti di Pegli, di sistemare la faccenda davanti a un bicchiere di Prosecco.

«Calmiamoci e prendiamo qualcosa da bere. Siamo tutti adulti», gli hanno proposto. Maio non ha voluto saperne. Anzi, ha preteso che lo seguissero fuori dal locale e dopo averli aggrediti li ha uccisi sparando con una Beretta 7.65 con matricola cancellata. Adriano Lamberti è morto sul colpo davanti al locale, il figlio durante il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena. Salvo per miracolo il parente che era con loro – il genero di Walter che aveva fatto il complimento alla ragazza- rimasto lievemente ferito.

Tutto succede alle 20.45 di lunedì scorso. Il delitto – spiegano gli investigatori della squadra mobile – si consuma in tre minuti. L’assassinio avviene sotto le telecamere del bar e davanti a decine di testimoni. Maio dopo aver sparato fugge a piedi lasciando l’arma sull’asfalto. Scappa come aveva fatto anche in passato, in Calabria. Ma questa volta i poliziotti lo rintracciato due ore e mezza dopo il fatto. È nascosto nella sua abitazione. Prima nega. Poi confessa: «Sono stato aggredito», dice. E giura di essersi difeso: «Mi hanno colpito, ho reagito. La pistola? Non era la mia. L’ho presa a uno di loro». I testimoni, però, lo inchiodano: giurano di aver visto il pensionato calabrese estrarre l’arma da un borsello. Determinanti saranno le immagini delle telecamere del negozio – estrapolate in queste ore – e l’analisi delle impronte sull’arma. Maio attualmente è ricoverato in stato di arresto nel reparto detenuti dell’ospedale San Martino. È accusato di duplice omicidio aggravato e porto abusivo di arma clandestina.

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