Giampaolo Pansa: “Vincera Renzi e non cambierà nulla”

Giampaolo Pansa: "Vincera Renzi e non cambierà nulla" (Nella foto LaPresse, Matteo Renzi a Bari)
Giampaolo Pansa: “Vincera Renzi e non cambierà nulla” (Nella foto LaPresse, Matteo Renzi a Bari)

ROMA – “Vincerà Renzi e nulla cambierà“: così Giampaolo Pansa su Libero non nasconde il suo scetticismo riguardo a quello che lui chiama Superman Renzi.

Il sindaco di Firenze è un personaggio con molti estimatori a destra. Pansa sembra avvertirli, iniziando l’articolo con un condensato del Renzi-pensiero, estratto dal comizio a Bari col quale ha inaugurato la sua campagna per le primarie:

«Non so se il ventennio di Berlusconi sia chiuso oppure no. M’interessa di più sapere se l’Italia avrà un futuro. Ci vogliono riforme incisive e coraggiose. Innovazioni radicali. Una rinnovata cultura politica. Dobbiamo rompere le situazioni che si sono cristallizzate negli anni. Spaccare le corporazioni. Distruggere le lobby. Sfasciare i monopoli. Arginare la macchina burocratica amministrativa. Affrontare la questione del rapporto tra leadership e democrazia. E poi c’è il Partito democratico da cambiare. Bisognerà dargli un nuovo assetto organizzativo. Consultando e coinvolgendo le persone che hanno votato alle primarie. Non chiamandole a votare per il leader ogni quattro anni…».

Secondo una eccellente giornalista del Corriere della sera, Maria Teresa Meli, che di solito non sbaglia, questa è appena una parte del programma politico di Matteo Renzi. […] Nel leggere questa sarabanda di impegni, mi è tornato in mente un tizio della mia città che nei bar vantava la propria indiscutibile capacità di risolvere qualsiasi problema. Era un bonaccione un tantino strambo che si era meritato un soprannome: «Fatutto», ossia faccio tutto io. […] In fondo era la versione monferrina di una macchietta milanese: il Ghe pensi mi.

IL RAGAZZO CHE PIACE Non farò a Renzi il torto di chiamarlo in quel modo. Ma dirò che nella politica italiana affiora un personaggio nuovo: il Superman capace di qualsiasi impresa e pronto a dimostrarlo. È un bene o un male? Direi un bene, in un Paese abituato a troppi leader politici dubbiosi, incerti, ben poco sicuri di sé. Il sindaco di Firenze è l’esatto contrario dei capi partito che assomigliano al signor Tentenna. Così azzardoso, o sventato, da pensare che continuerà a fare anche il primo cittadino della sua Firenze. Convinto che gli basterà trascorrere a Roma un paio di giorni la settimana per sistemare il Pd e l’Italia. Ma allora ci obbliga a una domanda: è davvero un Superman o finge di esserlo?”

No, Renzi non è un Superman. Ma, mentre spiega perché, Pansa racconta anche perché vincerà la corsa per il Pd e poi per il governo del Paese:

[…] A 38 anni ha ancora il viso di un ragazzo. Paffuto, la pelle fresca, qualche neo nei punti giusti, capelli neri senza un filo grigio. La voce è quasi da adolescente, stridula, con alti e bassi che sorprendono sempre. Insomma, è fatto per piacere alle signore e ai signori anziani. […] Come il Berlusconi dei tempi d’oro, Renzi ha una resistenza fisica illimitata. È in grado di comiziare per un tempo infinito. Da affabulatore esperto, conciona rivolto a sinistra, poi si gira e parla a chi sta seduto a destra. In questo modo nessuno di quanti lo ascoltano si sente trascurato. Per di più non è un parlatore barocco o retorico. Qualche volta sembra fare la parodia dell’aspirante leader. Così furbo da prendere in giro anche se stesso.

[…] Tuttavia Renzi non è un piacione. Il nerbo del suo carattere non è per niente bonario. Il Matteo politico è un duro, un cattivo, un’arrogante carogna, pronto a tutto pur di arrivare dove ha deciso. Oggi si trattiene ancora, poiché le primarie sono una gara interna al partito ed è rischioso dare del babbeo al compagno di banco. Ma il giorno che avrà vinto, ne sentiremo di cotte e di crude sul conto dei big democratici, dei vecchi come dei giovani. […] Soltanto un tipaccio come lui poteva inventarsi la parola che l’ha reso famoso: rottamazione. […] Ma Renzi dovrà stare attento nel brandire lo slogan dei ragazzi che non hanno un futuro perché i vecchi sono stati così egoisti da rubarglielo. Gli elettori democratici sono in gran parte anziani o vicini alla terza età. Non sopporteranno di sentirsi dare delle mummie da mandare a casa per lasciar spazio a ragazze e ragazzi che ne sanno ancora meno di Fassina. Un altro punto di forza esibito da Matteo è di aver fatto suo un antico detto: i mestieri non s’imparano, ma si rubano. Renzi ha rubato la formula del successo a sinistra dalla storia di un leader laburista ormai dimenticato, Tony Blair. Lui dapprima conquistò il Partito laburista inglese, poi lo cambiò da cima a fondo, svecchiandolo. Infine andò al governo. Durò a lungo, però adesso in Gran Bretagna comandano i conservatori di David Cameron. Il Cameron italiano non s’intravede ancora”.

Il passaggio finale: Renzi vincerà, ma nulla cambierà. Solo che Pansa non spiega perché, secondo lui, alla fine il rottamatore si rivelerà un bluff:

“[…] Dunque è assai probabile che il futuro segretario democratico sia in grado di portare la propria parrocchia al successo elettorale. Nella testa di Renzi dovrebbe essere un blitz in due tempi: la vittoria nel Pd e Palazzo Chigi come obiettivo finale.[…] L’8 dicembre, quando si apriranno i gazebo e la gente comincerà a votare, sarà Matteo a gridare bingo! Anche perché saranno primarie aperte pure a chi non è iscritto al partito, ma dichiara di riconoscersi nella proposta politica dei democratici. E dopo? Dopo verrà il bello, anzi il brutto. Fra due mesi l’Italia si troverà all’incirca nelle condizioni di oggi: un Paese ridiventato povero, ma non è preparato a restare così per un po’ di anni. Il trionfo di Renzi avrà molti effetti sullo stato della nomenklatura e non solo quella rossa. Ma la sua vittoria non cambierà nulla e non servirà ad attenuare i guai dell’Italia. L’unico che può riuscirci è il governo. Dunque lunga vita alla ditta Letta & Alfano”.

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