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Gianfranco Fini fa i conti con la spending review: addio a scorta e auto

di FIlippo Limoncelli |27 Agosto 2014 9:52

Gianfranco Fini (LaPresse)

ROMA – Gianfranco Fini è la prima vittima eccellente della spending review. Dal 22 agosto non ha più la scorta, l’autista e la macchina di servizio. Tutto sparito in un attimo, a poco più di un anno dalla fine del suo mandato da presidente della Camera, scaduto il 14 marzo del 2013.

 

Scrive Claudia Terracina sul Messaggero:

Giustissimo, si dirà, visto che l’ex leader di An alle ultime elezioni politiche non è stato rieletto in Parlamento. Peccato, fanno notare i suoi, che altri uomini politici “decaduti” usufruiscano ancora della scorta e della macchina di servizio. Per esempio, l’ex ministro dell’Interno Beppe Pisanu, che peraltro è stato presidente dell’Antimafia. D’altronde, basta provare di aver subito minacce e intimidazioni per mantenere le misure di sicurezza. Fini è stato spesso preso di mira dai suoi ex camerati, che non gli hanno perdonato il cosiddetto tradimento di Berlusconi e lo hanno contestato pesantemente. Basti ricordare il funerale di Pino Rauti, quando fu accolto in chiesa a insulti e spintoni.

Sono tempi duri e la casta deve rinunciare ai privilegi. E così ha fatto l’ex presidente della Camera, anche se i suoi predecessori, Bertinotti e Casini, nonché Irene Pivetti, sono stati scortati molto più a lungo di lui. Fatto sta che da un giorno all’altro si è ritrovato a piedi.

Tant’è che, il giorno dopo del ritiro della scorta e dell’auto, ha dovuto ricorrere all’aiuto di un ex collaboratore, Checchino Proietti Cosimi, ormai approdato alla ristorazione mordi e fuggi con una sua spaghetteria dietro piazza Navona, per essere accompagnato in automobile al funerale di Donato La Morte, una delle colonne del Msi e di An, scomparso la scorsa settimana, che l’ex leader considerava «un secondo padre» (…)

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