Il Giornale: “Il piano segreto di Napolitano per allungare la vita del governo”

Il Giornale: "Il piano segreto di Napolitano per allungare la vita del governo"
Il Giornale: “Il piano segreto di Napolitano per allungare la vita del governo”

ROMA – Giorgio Napolitano si è subito mosso per fare rientrare le possibili mosse inconsulte di Matteo Renzi neo segretario del Pd in un disegno che non provochi strattoni alla disastrata Italia. Massimiliano Scafi sul Giornale anticipa il disegno del Presidente della Repubblica, che è ovviamente in contrasto, almeno in apparenza, con quello di Berlusconi, fratello del proprietario del Giornale. Ma non si può mai dire, tanto è complessa la rete di interessi e contraddizioni che avviluppa l’Italia.

 L’exploit del sindaco, la sua schiacciante vittoria, la sue pa­role contro «gli inciuci» e le sue convinzioni fortemente bipola­riste hanno­messo un po’ in dif­ficoltà l’asse governista. Napoli­tano, Letta e Alfano sono appar­si tra gli sconfitti delle primarie.
Ma il capo dello Stato ha già pronto un piano B, un accordo di ferro Letta-Renzi, una formu­la che metta al sicuro l’esecuti­vo di transizione senza frenare le ambizioni di Matteo e il ritor­no alla normalità, destra con­tro sinistra. Domani il premier si presen­te­rà al Parlamento per riottene­re la fiducia. Il patto che il presi­dente si prepara ad officiare pre­vede che prima, in queste ore, i due dioscuri democratici si mettano d’accordo su un pro­gramma di governo rapido ma abbastanza corposo. Un pac­chetto di cose da fare durante il 2014, con la riforma elettorale in testa. Ma per il Colle non sarà sufficiente cambiare la legge quel tanto che serve per metter­si in regola e anticipare le moti­vazioni della Corte Costituzio­nale che l’altra settimana ha cassato il Porcellum.
No, quello sarebbe un obietti­vo troppo «minimalista», di scarso respiro, quando invece, vista la situazione e la disaffe­zione della gente nei confronti della politica, occorre una «so­luzione adeguata ai tempi». La riforma dovrebbe cioè contene­re dei cambiamenti significati­vi, come la riduzione del nume­ro dei parlamentari e il supera­menti del bicameralismo per­fetto che è causa di tante lungag­gini. Una simile soluzione an­drebbe incontro a Renzi e, co­me gradito effetto collaterale, allungherebbe il brodo e la vita del Letta 2. Poi, ovviamente, l’economia.E anche qui secon­do Napolitano si possono trova­re punti di contatto con il segre­tario del Pd: giovani, lotta alla disoccupazione, interventi sul cuneo fiscale, privatizzazioni, revisione della spesa.
Basterà tutto ciò per contene­re la voglia di cambiamento in­ca­rnata dal movimentista Mat­teo? Letta, che vede Renzi per un’ora e posta una loro foto sor­ridenti su Twitter , ostenta otti­mismo.È vero, dice, la nostra base è contro le larghe intese e non vuole più essere alleata con il «berlusconiano» Alfano. Però, aggiunge, sarà difficile per il segretario far cadere un governo guidato da un altro lea­der del Pd. «Colloquio fruttuo­so, lavoreremo insieme», recita il comunicato congiunto. Ma non sarà facile, il sindaco terrà Palazzo Chigi sotto pressione.
Sarà per questo che un altro rottamato come Angelino Alfa­no, più volte maltrattato da Ren­zi nei giorni scorsi, adesso cer­ca un contatto con il sindaco. «La sinistra ha scelto un leader che si confronterà certamente con la fatica di un sostegno a un governo in un momento di diffi­coltà del Paese», dice il mini­stro dell’Interno. Più che un au­spicio, sembra una forma di esorcismo.
Gli alfaniani non sono pron­ti, Ncd ha bisogno almeno di un annetto per non farsi canniba­lizzare da Forza Italia. Per que­sto ora trattano. «Accettiamo la sfida – afferma Maurizio Lupi ­patto di governo chiaro, concre­to e legge elettorale bipolare». Maurizio Sacconi entra più nel dettaglio. «L’ambizione del­l’esecutivo di transizione deve essere di cambiare il nostro as­setto istituzionale secondo il modello del sindaco d’Italia». Riforme difficili, tempi lunghi. Nel frattempo Sacconi vuole «riempire il 2014» esattamente come consiglia il capo dello Sta­to: «Occupazione, spending re­view , riduzione del cuneo fisca­le, semplificazione ammini­strativa, incentivi alle assunzio­ni ». Si tratta, spiega, di «tesi co­muni ad Alfano e Renzi che po­trebbero diventare atti di gover­no». Funzionerà? 

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