Giornalisti furiosi, Matteo Renzi vola da Bruno Vespa: “Comizio evita imbarazzo”

Giornalisti furiosi, Matteo Renzi vola da Bruno Vespa: "Comizio evita imbarazzo"
Renzi (LaPresse)

ROMA – Matteo Renzi preferisce Bruno Vespa ai giornalisti europei. Il primo ministro italiano, dopo aver concluso il suo discorso inaugurale del semestre italiano di presidenza del Consiglio Europeo, inciampa per la prima volta sui giornalisti: annullata la conferenza stampa annunciata per tutta la giornata, con tanto di orario, di inaugurazione del semestre di presidenza.

Scrive Wanda Marra sul Fatto:

Mancano pochi minuti alla fine del Tg 1 ed ecco che irrompe il collegamento. Musica di “Via col vento” in sottofondo, appare lo studio di “Porta a Porta”. Abito blu e cravatta rossa, Matteo Renzi, in piedi. Accanto a lui Bruno Vespa, anche lui in piedi. Il premier chiarisce subito lo “spirito” della sua presenza: “Siamo andati in Europa, abbiamo detto le nostre cose. Ma il tempo in cui andavamo a farci fare le lezioncine è finito. Anche basta”. Per dare la sua versione dei fatti sull’apertura di “’sto semestre”, Renzi ha fatto addirittura riaprire il salotto di Vespa. Pre-meditando l’auto spottone, Matteo salta pure la conferenza stampa rituale a Strasburgo. E unisce l’utile al dilettevole: dove l’utile è la possibilità di fare un comizio tv, il dilettevole è evitare di rispondere alle domande dei giornalisti europei (…)

Toccati nel loro ruolo i giornalisti traditi da Matteo Renzi hanno reagito male. Anche Repubblica, che a Renzi ha perdonato e perdona praticamente tutto, non ha gradito. Un pezzo di Francesco Bei esprime il sentimento:

C’è una prima volta per tutto. Anche Matteo Renzi, il turbo-comunicatore, stavolta è scivolato su una buccia di banana, con uno sgarbo fatto ai giornalisti europei. La conferenza stampa che tradizionalmente vede insieme il presidente di turno, quello del parlamento e della Commissione, è stata infatti inspiegabilmente cancellata da Renzi dopo essere stata annunciata sugli schermi di Strasburgo per tutta la giornata con tanto di orario. In Italia magari nessuno ci farebbe caso, ma la sala stampa europea è un ambiente suscettibile e i giornalisti non sono famosi per essere compiacenti con i politici e con i premier italiani in particolare (chiedere a Berlusconi). Oltretutto si rischia anche un incidente diplomatico, visto che l’appuntamento coinvolge Schulz e Barroso.

Ad aggravare la situazione c’è anche il tam-tam del palazzo: tutti accreditano l’idea che Renzi abbia fretta di tornare a Roma per partecipare a Porta a porta. Così, mentre si rincorrono le voci sulla conferenza stampa prima confermata, poi cancellata, poi di nuovo fissata, è lo stesso Martin Schulz, parlando con i giornalisti prima che la seduta inizi, a tagliare la testa al toro. Confermando involontariamente i sospetti: «Non è la prima volta che salta una conferenza stampa. Non è perché non vogliamo ma eccezionalmente ed esclusivamente a causa di restrizioni di orario del premier. Non spetta a me commentare l’agenda di un presidente del Consiglio».

I colleghi stranieri si lamentano. La tradizione non scritta del parlamento europeo («dai tempi del trattato di Maastricht », ricorda un anziano frequentatore del palazzo) vuole infatti che il premier di turno, all’inizio del semestre, si sottoponga alla domande sul suo programma. Senza restrizioni di argomenti o di tempi. Invece Renzi sembra sfuggire ai giornalisti, come aveva preso a fare Berlusconi negli ultimi, tormentati, anni del suo mandato. L’opposizione chiaramente ci salta su. Il leghista Matteo Salvini non si lascia sfuggire l’occasione e in aula attacca: «Ci son rimasto male, mi aspettavo di più, forse la stanchezza, forse il fatto che non può rispondere alle domande dei giornalisti perché deve partecipare a una trasmissione televisiva in Italia»(…)

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