Giulio Regeni, prof di Cambridge non parlano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Giugno 2016 - 15:26 OLTRE 6 MESI FA
Giulio Regeni, prof di Cambridge non parlano

Giulio Regeni, prof di Cambridge non parlano

IL CAIRO – I professori di Giulio Regeni non parlano con gli investigatori italiani. Un “no comment” la risposta secca di Maha Abdelrahman, supervisor della tesi di dottorato di Giulio Regeni sui sindacati egiziani, che rappresenta un viaggio a vuoto per la Procura di Roma. Il pm Sergio Colaiocco e il team di investigatori italiano che indaga sull‘omicidio del giovane studente italiano ucciso a Il Cairuna volta arrivati a Cambridge non hanno ottenuto alcuna dichiarazione dalla docente che seguiva Regeni, che ha semplicemente detto: “Non rilascio dichiarazioni alle autorità italiane”.

Cristiana Mangani su Il Messaggero scrive che la docente che seguiva Giulio si è presentata negli uffici di polizia dopo aver fatto attendere per un giorno gli investigatori italiani, per poi limitarsi a rispondere che non aveva nulla da dire sull’accaduto:

“Tanto da far pensare di voler nascondere qualcosa, o anche di non voler fornire elementi che possano poi portare la famiglia del giovane ucciso, a una eventuale richiesta di risarcimento nei confronti dell’Ateneo, visto che proprio da loro era arrivato l’impulso a una maggiore partecipazione di Giulio alle attività interne delle organizzazioni sindacali del Cairo.

LA ROGATORIA
La procura della Capitale ha deciso che sarebbe stato utile andare a Cambridge dopo aver analizzato il computer del ricercatore italiano. E’ stata avviata una rogatoria internazionale nella quale veniva chiesto di poter ascoltare colleghi e docenti universitari, probabilmente mai pensando che dalla comunità accademica ci fosse una chiusura così totale. E invece, proprio come al Cairo, nessuno ha voluto parlare, e hanno potuto farlo perché in Inghilterra anche i testimoni possono avvalersi della facoltà di non rispondere, al contrario di quanto invece è previsto dal codice del nostro paese. Tante le domande che il pm avrebbe voluto fare, a cominciare dal metodo Par (Partecipatory action research), ovvero uno studio che prevede la partecipazione diretta alle dinamiche interne dell’organizzazione da studiare. Chi ha deciso che Giulio dovesse svolgere in questo modo la sua attività? E perché? Visto che il regime di Al Sisi tiene tutti gli stranieri sotto controllo, e non soltanto quelli. Visto i rischi che avrebbe corso.

L’INTERROGATORIO
Abdelrahman era già stata sentita in Italia, dopo i funerali a Fiumicello. Anche in quella occasione aveva scelto di non riferire particolari sui colloqui avuti con Regeni al Cairo. Ha dichiarato di non ricordare cosa si fossero detti, nonostante pochi giorni prima il ricercatore si fosse accorto di essere stato fotografato durante un’assemblea dei sindacati.Due giorni fa, nello stesso momento in cui il pm Colaiocco era a Cambridge, poco distante dal college, i genitori di Giulio stavano commemorando il figlio ucciso in Egitto. Chiedevano verità e giustizia. «Abbiate il coraggio di vincere l’indifferenza morale», hanno detto. Davanti a loro la professoressa Abdelrahman, la stessa che qualche ora dopo ha preferito tacere davanti a chi la verità sta continuando a cercarla”.