Giustizia: prescrizione più lunga, filtro intercettazioni, Cassazione col tappo

Giustizia: prescrizione più lunga, filtro intercettazioni, Cassazione col tappo
Giustizia: prescrizione più lunga, filtro intercettazioni, Cassazione col tappo

ROMA – Il governo verso una legge delega sulle intercettazioni telefoniche e sul processo penale.

Scrive Sara Menafra sul Messaggero:

Bisognerà parlarne coi direttori dei giornali e con gli editori e lo farà, insieme al guardasigilli Orlando, Matteo Renzi in persona. Ma nel frattempo il ministero della Giustizia ha elaborato una prima proposta sulla stretta alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche che ieri è stata discussa con l’Unione camere penali, rappresentata da Valerio Spigarelli, e con Maurizio Carbone, segretario generale dell’Anm.

Pm e Gip dovranno evitare di infilare le conversazioni, anche parziali, negli atti consegnati alle parti, ovvero nell’ordinanza di custodia cautelare e nel decreto di perquisizione.

Quindi, è l’ipotesi, il pm metterà a disposizione degli avvocati di parte solo le trascrizioni delle conversazioni rilevanti, per tutte le altre i legali dovranno ascoltare gli audio e chiedere al gip l’autorizzazione alla trascrizione del singolo ascolto.

Una scelta, spiega Spigarelli, che oltre a penalizzare pesantemente i giornali rischia di limitare anche il diritto di difesa: «Il codice di procedura già vieta la pubblicazione integrale degli atti, basterebbe collegare a questa norma una sanzione e il problema sarebbe risolto», dice. Era stato il viceministro Costa a insistere perché l’accordo politico sul penale fosse discusso tutto insieme. L’agenda cambia di poco: al Cdm di venerdì arriveranno solo le proposte sul Civile mentre, poi ci sarà la ”giornata” con la stampa e quindi, almeno sugli ascolti, il parlamento voterà una legge delega che fissi i principi generali, lasciando ai tecnici il compito di scrivere il testo al riparo dalle tensioni politiche.

Stesso schema di lavoro (principi ora e legge delega più in là) per la riforma della prescrizione che dovrebbe prevedere un conto alla rovescia che si blocca in momenti precisi: dopo la sentenza di primo grado ci sono due anni di tempo per incardinare l’appello, altrimenti riparte il conto complessivo, e dopo l’appello un anno per arrivare in Cassazione. Non solo. Per ridurre il carico di lavoro su Appello e Cassazione, il ministro ipotizza di istituire un filtro di ammissibilità per il secondo grado e vietare in ogni caso il ricorso in Cassazione quando ci siano già state due sentenze conformi o di assoluzione o di condanna.

Il problema è che le proposte sulla prescrizione e soprattutto sul filtro che limita il diritto a ricorrere ad Appello e Cassazione non convincono il viceministro Costa e hanno ottenuto giudizi molto critici anche da Spigarelli delle Camere penali.

«La posizione del Ncd è chiara: un processo più rapido, rigore con chi delinque, ma nessun sacrificio delle essenziali garanzie fondamentali», dice Costa.

«I dati del ministero chiariscono che nel 2013 su 120mila fascicoli, circa il 65% si è prescritto nel corso delle indagini preliminari», aggiunge Spigarelli.

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