Governo lavora alla manovra. Deaglio: meno spese e tasse

Governo lavora alla manovra. Obiettivo: giù tasse e spese
Governo lavora alla manovra. Obiettivo: giù tasse e spese

ROMA – Tanti italiani sono ancora in vacanza ma per il Governo è già tempo di mettere mani alla “manovra”. Ne parla sulla Stampa Mario Deaglio indicando quella che a suo giudizio è la sola ricetta credibile: meno spese e meno imposte. Il Governo è stretto tra due poli: l’Europa che gli chiede coerenza e credibilità su riforme e vincoli di bilancio, e gli italiani che chiedono un allentamento della pressione fiscale.

Scrive Deaglio:

La manovra 2015 costituisce un banco di prova, probabilmente decisivo: per l’Italia nei confronti dell’Unione Europea e per il governo nei confronti degli italiani. Nei confronti dell’Unione Europea, l’Italia deve dimostrare di essere credibile, ossia di far scendere, secondo gli impegni presi, l’incidenza del deficit pubblico sul prodotto interno lordo, confermando la credibilità internazionale faticosamente riconquistata dal governo Monti e quasi altrettanto faticosamente mantenuta in seguito.

Agli italiani il governo deve dimostrare di saper fare quanto chiede l’Unione Europea senza aumentare le imposte, ma anzi complessivamente riducendo il carico fiscale e comprimendo la spesa pubblica. La compressione della spesa deve inoltre avvenire senza riduzione della qualità e della quantità dei servizi ai cittadini.

(…)

Con queste premesse, a partire da oggi, la palla passa alla politica e in particolare alle aule parlamentari – a cominciare dalle commissioni competenti sui singoli argomenti – dove i progetti governativi verranno analizzati, dibattuti, modificati.

Ai tempi della Prima Repubblica, il programma governativo veniva ritualmente fatto a pezzi nelle Commissioni, dove passavano emendamenti incredibili. (…) Oggi non è più così. Un’economia convalescente ha bisogno di una manovra adatta alla sua convalescenza. Il che significa, in estrema sintesi, meno imposte e meno spese pubbliche, a parità di prestazioni pubbliche. Lo spazio per il tradizionale scambio politico sulle piccole misure, nascoste come emendamenti dentro alle misure più grandi è molto limitato. La coerenza interna dei provvedimenti non può essere disinvoltamente stravolta.

Qualsiasi sistema amministrativo dovrebbe essere in grado di tagliare le proprie spese senza troppi problemi nella misura del 3-5 per cento. Certo, la cosa diventa difficile se dietro ogni piccola voce di spesa si cela in realtà un privilegio, una posizione di potere, o magari, come si è visto in recenti casi romani, un interesse mafioso. Un ulteriore vincolo può derivare da pronunciamenti della Corte Costituzionale, molto attiva da qualche tempo su questioni economiche, che può sconvolgere la logicità delle costruzioni economiche. Fortunatamente, c’è un rimedio nella stessa Costituzione, rappresentato dal principio del pareggio del bilancio.

A partire da questa settimana si vedrà se l’Italia sarà in grado di proseguire sulla strada della convalescenza oppure se sarà ricacciata verso un’area di instabilità dalla quale è uscita con tanta fatica.

Gestione cookie