Il governo si divide sui “contanti”, Stefano Fassina boccia Fabrizio Saccoman­ni

Come pagano gli italiani, tabella del Giornale
Come pagano gli italiani, tabella del Giornale

ROMA – Riduzione del pagamento coi contanti o no? Fabrizio Saccoman­ni in queste ore è stato “sconfessato” prima dal Pdl poi anche dal suo vice, Stefano Fassina (“Niente norme sull’uso dei contanti”). Anche Confesercenti lancia l’allarme ricordando “quali conseguen­ze negative ­si abbatte­rebbero su importan­ti settori come il turi­smo italiano, dato che in altri Paesi diret­tamente concorren­ziali con il nostro i li­miti che regolano il contante sono ben superiori”. Federpre­ziosi fa qualche esempio: “Belgio 15.000 euro, Dani­marca 13.400 euro, Francia 3.000 euro, Romania 2.300 euro, Slovenia 15.000 euro, Spagna 2.500 eu­ro, mentre negli altri Paesi non vi è al­cun limite”. Anche Federalberghi ricorda: “Per stare al passo con gli altri Paesi eu­ro­pei e tenere testa alla sfida che lo sce­nario internazionale ci impone, biso­gnerebbe piuttosto alzare il tetto dei contanti a 3.000 euro”.

Senza contare che “l’ipo­tesi di tornare a ridurre l’uso del con­tante- ribadisce Confesercenti– anco­ra una volta fa colpevolmente dimenti­care la vera priorità che è quella di ta­gliare drasticamente i costi della mo­neta elettronica per imprese e cittadi­ni”.

“Non dobbiamo dimenti­care- sottolinea Giu­seppe Bortolussi, se­gretario della Cgia ­che moltissimi pen­sionati nel nostro Pae­se tengono i propri soldi nei libretti di ri­sparmio postale o, co­me risulta da una re­cente indagine con­dotta dalla Commis­sione europea, utilizzano il conto cor­rente di un familiare”. Quindi “per molte fasce sociali l’eventuale introdu­zione dell’obbligo dei pagamenti solo con carte di credito darebbe luogo a problemi non trascurabili”.

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