I prof del Sud tolgono il posto a quelli del Nord. Attilio Barbieri, Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Agosto 2014 - 09:00 OLTRE 6 MESI FA
I prof del Sud tolgono il posto a quelli del Nord. Attilio Barbieri, Libero

I prof del Sud tolgono il posto a quelli del Nord. Attilio Barbieri, Libero

ROMA – “Il 2014 – scrive Attilio Barbieri di Libero – è il primo anno in cui vengono completa- mente azzerati gli effetti del blocco sulle graduatorie provinciali degli insegnanti precari. Il risultato è il caos, ma soprattutto la rottamazione di migliaia e migliaia di insegnanti in lista da anni al Nord Italia, che precipitano di decine di posizioni”.

L’articolo completo:

A scalzare i precari del Nord sono i loro colleghi provenienti dalle regioni meridionali, Sicilia, Calabria e Campania in testa. Un fenomeno accentuato dalla revisione avviata dal ministero dell’Istruzione negli ultimi tre anni sugli organici delle scuole in funzione degli studenti iscritti.

Se il numero di bambini e ragazzi è basso viene ridotto anche l’organico degli insegnanti.A scapito, inevitabilmente, dei precari. Molti di loro si sono trasformati così in «perdenti posto» e hanno alimentato un flusso gigantesco verso il centronord. Fino allo scorso anno era però in funzione lo sbarramento introdotto dai governi di centrodestra e riaffermato dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

Due decreti, in particolare, servirono ad arginare un esodo che già allora era destinato ad assumere proporzioni bibliche. Un  primo decreto imponeva al precario di scegliere una sola provincia per iscriversi alla graduatoria degli insegnanti non di ruolo, quella di residenza. Poi, sulla spinta delle organizzazioni sindacali, la Cgil in particolare, le maglie si ampliarono, consentendo al precario di registrarsi sì in una provincia, potendo però indicarne altre due.

In queste ultime, però,sarebbe entrato dal fondo, senza scalzare nessuno.

A far saltare l’argine sono state le numerose sentenze del Tar che hanno cancellato difatto i vincoli introdotti dai decreti ministeriali.

Così i precari di Lecce, Siracusa, Crotone, Benevento Sassari e via dicendo sono entrati nelle graduatorie provinciali al centro- nord «a pettine», vale a dire non dal fondo come sarebbe stato giusto, ma con il punteggio maturato nel frattempo nelle graduatorie di provenienza.

La rottamazione degli insegnanti non di ruolo in Piemonte, Lombardia,Veneto, Fiuli ed Emilia è cominciata così. Ma si trattava di un’invasione largamente annunciata. I provvedimenti abrogati dal ministro Maria Chiara Carrozza (premier era Enrico Letta) dopo le sentenze dei Tar, erano destinati a provocare inevitabilmente il terremoto che si è verificato quest’estate, con la pubblicazione sul web delle nuove graduatorie.

I precari del Sud, infatti, hanno tutti punteggi altissimi, maturati grazie alla disinvoltura con la quale, nel Meridione, si riesce a farsi inserire in organico nei plessi scolastici, anche senza fare un’ora di supplenza.

Oppure insegnando in più scuole private contemporaneamente. Questa situazione era nota e proprio da qui traggono origine i provvedimenti con cui la Gelmini cercò di arginare il maxi esodo. I risultati dell’inserimento «a pettine» sono esplosivi.

Insegnanti che dai primi posti in graduatoria si vedono precipitare oltre il cinquantesimo. Uno scivolamento che per i docenti delle materie con meno ore come filosofia, geografia o scienze, significa dire addio alla speranza di diventare di ruolo. Insomma, una condanna al precariato a vita.

L’anno scolastico che sta per iniziare è decisamente importante per il popolo dei «senza cattedra». Da qui al 2017, infatti, entreranno in ruolo con contratto a tempo indeterminato ben 63 mila docenti.

Presi proprio dalle graduatorie in cui maestri e professori del Nord sono stati scavalcati dai colleghi del Meridione. Ad aiutare i precari siciliani, calabresi, pugliesi e campani a iscriversi nelle province dove avrebbero avuto la certezza matematica di balzare in testa alle graduatorie sono stati alcuni portali web, incluso quello della Cgil Scuola, che offrivano una guida per accompagnare passo passo l’aspirante insegnante di ruolo a compilare i moduli per entrare nelle graduatorie «sicure».

Scrive Salvo Intravaia di Repubblica:

Supplenti delle scuole del Nord sul piede di guerra: dicono no all’invasione dei colleghi del Sud nelle loro graduatorie per le immissioni in ruolo e per le lunghe supplenze. E lanciano su Facebook il profilo “Ora basta!!!” che ha già migliaia di adesioni. Lo scorso aprile, le graduatorie ad esaurimento – utilizzate per reclutare metà degli immessi in ruolo e i supplenti annuali – delle regioni padane sono state letteralmente invase da precari del Sud in cerca di una cattedra fissa. L’esodo ha determinato lo scavalcamento di migliaia di colleghi del luogo che a settembre rimarranno senza assunzione né supplenza. Una situazione che sta scatenando una vera e propria guerra tra poveri Nord-Sud in cui si intrecciano mille drammi umani.
Domenica Tusa, 47 anni, dopo una quindicina d’anni da supplente di scuola elementare in provincia di Palermo, lo scorso aprile ha deciso di trasferirsi in provincia di Firenze. Lascerà il marito a Palermo “per chissà quanti anni”, sradicando “la figlia diciassettenne dal suo ambiente”. Storie di precarietà che combaciano con quelle degli insegnanti settentrionali. Ilaria Tovani, prima della migrazione di massa, era in buona posizione nella lista della scuola dell’infanzia della provincia di Lucca. «La nostra provincia – spiega l’insegnante – è stata la più colpita d’Italia: la collega che si trovava al primo posto è scivolata al 155°. Così vediamo sfumare l’immissione in ruolo e anche la possibilità di ottenere le supplenze, rischiando a settembre la disoccupazione».
I numeri chiariscono bene la situazione. Il 53 per cento delle oltre 28mila cattedre messe a disposizione dal ministero per le assunzioni di quest’anno andranno a scuole del Nord. Ma il grosso sarà appannaggio di docenti meridionali trasferitisi di recente. Nella lista della primaria di Firenze e provincia, le prime 55 posizioni (quelle utili per le immissioni in ruolo di quest’anno) sono occupate da altrettante new entry: 16 siciliani, 33 campani e 2 calabresi. Due aspiranti maestre di ruolo sono nate all’estero e altre due, le più “settentrionali” di tutte, sono originarie di Frosinone. Stesso discorso in provincia di Prato e in provincia di Lucca, ma per la scuola dell’infanzia: quasi tutti i posti andranno a docenti meridionali. Le graduatorie dei grossi centri sono state prese d’assalto dai siciliani in fuga dalla regione con la disoccupazione più alta d’Italia. In provincia di Milano saranno 245 le assunzioni a titolo definitivo per la scuola primaria. Nelle prime posizioni troviamo ben 241 trasferiti da altre province: 116 siciliani, 54 campani, 21 pugliesi e 18 calabresi. In totale, 209 meridionali, il 93 per cento. Anche la provincia di Torino è terra di conquista per i siciliani. A determinare la fuga al Nord dei precari meridionali i tagli della Gelmini, che hanno colpito soprattutto le regioni del Sud, e il calo della popolazione scolastica nel meridione che hanno ridotto le opportunità per tutti. Così, in aprile, scatta l’esodo verso il settentrione e le graduatorie delle province meridionali si svuotano. Nella scuola primaria si registra un meno 21 per cento di iscritti a Palermo, un meno 23 a Napoli e 12 per cento in meno di aspiranti in provincia di Bari e Reggio Calabria. Di contro, sempre alla primaria, a Firenze la graduatoria si è allungata del 26 per cento, a Milano del 15 e a Prato addirittura del 57. Ma il record spetta alla graduatoria di scuola dell’infanzia di Lucca – da dove è partita la protesta – che, nel giro di un anno, ha visto crescere gli iscritti del 181 per cento. Ma il balzo da guinness dei primati è di Rosaria Mallardo. Nel 2013, si trovava al 1.622° posto della graduatoria ad esaurimento della scuola primaria in provincia di Napoli. Spostandosi a Prato si ritrova adesso al 18° posto. Un balzo di 1.604 posti. Da record.