“I siriani salvati a Lampedusa escono dal campo dei ladroni”, Piccini su Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2013 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA
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I siriani salvati a Lampedusa escono dal “campo dei ladroni”

ROMA – “I siriani salvati a Lampedusa escono dal «campo dei ladroni»”. Questo il titolo dell’articolo a firma di Leonardo Piccini su Libero in edicola oggi, mercoledì 23 ottobre.

“Ogni giorno nel campo profughi di Zaatari, nel nord della Giordania, nascono 15 bambini. È stato aperto un anno fa per accogliere i profughi in fuga dalla Siria,ma dal luglio 2012, mese della sua apertura, il campo è praticamente raddoppiato: oggi ospita 160 mila persone ed è diventato un formicaio di baracche e di tende che si estende su una superficie di oltre cinque chilometri quadrati. Il campo è stato istituito dall’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu, ed è gestito dalla Croce Rossa Internazionale con la sua appendice mussulmana, la Mezza Luna Rossa, e dalla «Jordanian Haschemite Charity Organization », un’organizzazione benefica fondata dai reali di Giordania.

Da qui, parte la gran parte dei profughi siriani che si riversano poi sulle coste italiane: i 279 profughi soccorsi dalla Guardia Costiera al largo di Lampedusa, lo scorso 13 settembre, provenivano tutti dal campo di Zaatari e si calcolano in oltre tremila i richiedenti asilo che hanno dichiarato alle autorità italiane di essere transitati proprio da questo campo profughi. (…) il campo di Zaatari è gestito dalla mafia siriana e dai ribelli anti Assad: daqui si organizzano non solo i viaggi della speranza a bordo di vecchi pescherecci e di carrette del mare stipate con centinaia di disperati, ma anche i traffici di armi e di combattenti da impiegare contro il regime di Bachar Assad.

I «Martiri di Yarnouk», un battaglione attivo nel sud della Siria, dove i ribelli controllano gran parte del territorio, hanno istituito proprio qui, nel campo di Zaatari, uno dei loro presidi e avamposti strategici e lo utilizzano per trasportare i propri feriti, che vengono curati nell’ospedale militare francese ospitato all’interno del campo profughi: una struttura in cui lavorano a pieno regime ottanta tra medici e militari francesi. Per trasportare i propri feriti all’interno del campo di Zaatari, i ribelli siriani utilizzano molti metodi, tra cui quello particolarmente efficace della corruzione: pagano ai militari giordani di presidio all’ingresso del campo, fino a 300 dinari. In quindici mesi, questo campo è diventato il regno incontrastato di mafiosi e di ribelli di ogni tipo: qui l’opposizione armata gode del sostegno finanziario della criminalità, che alimenta il flusso di armi lungo il confine tra Giordania e Siria. In tutto il campo, il traffico di armi sembra inarrestabile, così come il contrabbando degli aiuti umanitari.

A denunciarlo è un funzionario dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (HCR), Kilian Tobias che afferma: «Quando sono arrivato nel campo di Zaatari, a marzo di quest’anno, come responsabile del programma dell’HCR, il 93% dei rifugiati proveniva dalla zona di Deraa, che dista da qua solo una quarantina di chilometri. (…)

A Zaatari un profugo può comperare un passaporto svedese per 7.000 dollari, e grazie alla corruzione di alcuni funzionari giordani, si è organizzata «la mafia dei falsi visti e dei falsi timbri», per consentire ai profughi di proseguire il loro viaggio fuori dai confini giordani, prima dell’imbarco definitivo verso le coste italiane. Ma quella dei visti e dei timbri non è l’unica mafia presente all’interno del campo: i rifugiati vivono in settori controllati da «cartelli», che dispongono di fedayn armati pronti a difendere con la forza traffici di ogni genere: si va dalla corrente elettrica rubata all’HCR, che grazie al lavoro di 350 “elettricisti” organizzati in più squadre è stata portata ormai in quasi il 70% delle tende e degli alloggiamenti, fino al racket delle 25.000 tende che in teoria dovrebbero alloggiare gratis i nuovi arrivati, ma che vengono rivendute a 2,500 euro. Secondo le fonti dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu, oggi la mafia di Zaatari controlla unflusso di danaro calcolato inoltre 8milioni di dollari al mese.”