“I voli di Stato e l’intoccabile Boldrini”, Vittorio Feltri sul Giornale

"I voli di Stato e l'intoccabile Boldrini", Vittorio Feltri sul Giornale
Laura Boldrini (LaPresse)

ROMA – “Parenti in volo? Alla Boldrini è permesso a Mastella no”. Questo è il titolo dell’articolo a firma di Vittorio Feltri sulle pagine de Il Giornale:

Chi ha una discreta memo­ria ricorderà lo scandalo che suscitò alcuni anni or­sono, ai tempi del secondo gover­no Romano Prodi (2006-2008), il viaggio di Clemente Mastella, allo­ra ministro della Giustizia, da Ro­ma a Milano. L’uomo di governo, leader dell’Udeur,considerato in­dispensabile per tenere in piedi la maggioranza di centrosinistra, aveva diritto ad usufruire dell’ae­reo di Stato per le sue trasferte isti­tuzionali. Poiché egli aveva un impegno di la­voro nel capoluogo lombardo, ap­profittò della circostanza per se­guire con il figlio il Gran premio au­tomobilistico (Formula 1) a Mon­za. E portò con sé sul jet il familiare senza oneri aggiuntivi a carico del­le casse pubbliche. Ovvio, il velivo­lo, che avesse o no a bordo l’erede del ministro, sarebbe comunque decollato da Roma e atterrato a Linate. Per cui Mastella non ebbe alcuna remora a farsi accompagnare dal figlio nella consapevolezza che ciò non avrebbe implicato una spesa extra­budget. Una scelta, la sua, pienamente legittima.

Nonostante ciò,come si venne a sape­re che l’ex democristiano aveva ospitato sull’aereo una persona a lui cara,non fa­cente parte del proprio staff, scoppiò una polemica di fuoco, che divampò per giorni e giorni, finché la grana non fu ar­chiviata perché il fatto non fu giudicato scorretto. Dopodiché non se ne parlò più. Ma ancora adesso Mastella è guar­dato storto per quella vicenda, benché ri­velatasi assolutamente regolare. In Ita­lia per rovinarsi la reputazione non è ne­cessario commettere un peccato; basta che i giornali ti accusino di averlo com­messo. Una eventuale assoluzione con «formula piena» non è sufficiente a can­cellare la macchia nera (…)

Ben altro trattamento è stato riservato dai media alla presidente della Camera Laura Boldrini. La quale recentemente si è recata in Sud Africa, allo scopo di par­tecipare alle esequie di Nelson Mande­la, insieme con il fidanzato o compagno o come lo volete chiamare. Va da sé che nessuno ha avuto niente da ridire sul fat­to che il giovin signore fosse ospite sul­l’aereo di Stato diretto laggiù, in fondo al Continente nero. Egli non ha pagato un centesimo per volare? Il problema non è stato nemmeno posto, se non da qual­che fogliaccio di destra definito «mac­china del fango».

La signora Boldrini non è manco stata sfiorata dal sospetto di aver agevolato il moroso, magari pagandogli anche vit­to, alloggio e generi di conforto con i sol­di degli italiani. Figuriamoci. Può addi­rittura darsi che sia stato lui a saldare ogni conto della missione. Non è questo il punto. Vorremmo solo sapere perché i giornali progressisti, gli stessi che mas­sacrarono Mastella per la capatina a Mi­lano col suo «bambino», nel caso analo­go alla Boldrini non abbiano sprecato una goccia di inchiostro. Perché lei è una donna e può fare ciò che vuole? Fos­se così si tratterebbe di sessismo al con­trario. Fossimo in Mastella invocherem­mo le quote azzurre. Lo strapotere fem­minile sta diventando intollerabile. O è solo una questione di doppiopesismo paracomunista o paraculo?

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