Il Fatto: Anna Maria Cancellieri a Parma, Vignali, Maroni, e Nadia Macrì…

Il Fatto: Anna Maria Cancellieri a Parma, Vignali, Maroni, e Nadia Macrì... (LaPresse)
Il Fatto: Anna Maria Cancellieri a Parma, Vignali, Maroni, e Nadia Macrì… (LaPresse)

PARMA – Salvatore Ligresti, Anna Maria Cancellieri, Pietro Vignali, Luigi Giuseppe Villani, Nadia Macrì, Berlusconi, Roberto Maroni, Parma: uno strano incrocio nelle intercettazioni disposte dalla Guardia di Finanza che indagava nella città emiliana prima dell’arresto per peculato e corruzione dell’allora sindaco pdl Vignali nell’ambito dell’operazione “Public Money”.

Uno strano incrocio raccontato in un articolo di Emiliano Liuzzi sul Fatto Quotidiano, secondo il quale non sarebbe stato solo Salvatore Ligresti – come ha confessato lui stesso ai giudici di Milano – a raccomandare la Cancellieri a Parma:

“In particolare (Vignali e Villani, ndr) ne parlano in una serie di conversazioni datate tra settembre e ottobre 2011: Vignali è sul punto di mollare la poltrona di sindaco, nonostante le resistenze fatte fino alla fine. E prima di andarsene, dopo aver indicato all’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni il nome del prefetto nella persona di Luigi Viana, gli indicano anche quello del commissario prefettizio. Anna Maria Cancellieri, appunto. Non a caso il ministro Maroni in persona, nonostante sia a conoscenza dell’indagine, comunicherà a Vignali che sarà lei a prendere le redini del Comune, ancora una volta in una telefonata che la Guardia di finanza ascolta: “Abbiamo nominato Annamaria Cancellieri” con un tono quasi trionfalistico. Tutti passaggi che vengono sottolineati nell’ordinanza di arresto per Vignali e Villani il 14 gennaio di quest’anno. Il giudice, oltre a spiegare le ragioni per le quali viene applicata la custodia cautelare nei confronti dei due imputati, spiega a lungo come il gruppo di potere alla parmigiana abbia influenzato la nomina del prefetto prima e del commissario prefettizio poi. D’altronde Vignali, il fu enfant prodige del centrodestra, aveva una serie di agganci a livello romano non indifferenti. Il primo si chiamava Gianni Letta, l’uomo che lo aveva fortemente sponsorizzato. Ma non solo.

Vignali dialogava in maniera costante con Angelino Alfano e con Roberto Maroni. Per poi arrivare a entrare nelle grazie di Silvio Berlusconi con il più vecchio escamotage: Nadia Macrì. Nel senso che – è ancora il giudice che lo ricostruisce – attraverso l’escort di Reggio Emilia il sindaco riesce a rinsaldare il rapporto con l’allora premier. È da lei, scrive sempre il giudice, che Vignali ottiene un canale preferenziale per parlare con Berlusconi perché lo aiuti a interferire nell’indagine che lo riguarda. Un’interferenza che poi si concretizza con una lunga serie di interrogazioni contro la Procura di Parma firmate dall’allora presidente della commissione Giustizia al Senato, Filippo Berselli. […]

Siamo ancora al maggio del 2010, Vignali è in pieno delirio di onnipotenza. Ma un anno e mezzo dopo si trova in un’altra condizione, quella di dover intercedere su chi potrebbe essere il suo successore in caso di dimissioni. Vignali vuole lasciare il Comune in mano a una persona che in qualche modo conosca. E nel periodo in cui Cancellieri era stata a Bologna avevano avuto modo di incontrarsi. Così spiega a Villani che lei potrebbe essere la persona giusta per Parma. I giudici spiegano di aver “intercettato una serie di sms tra Vignali e Villani che fanno comprendere come la loro attenzione sia quella di condizionare la nomina del commissario prefettizio che dovrà arrivare a Parma per traghettare la città verso le elezioni”. Fanno il nome di Cancellieri. E alla fine, il ministro dell’Interno Maroni, proprio per Cancellieri – che ha lavorato a Bologna, ma in passato anche a Parma – può essere la persona giusta. Fatta la nomina Maroni avverte immediatamente Vignali che l’operazione è stata portata a termine”.

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