Il Fatto: “Grillo e Casaleggio spiegheranno agli elettori che hanno ragione loro”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Ottobre 2013 - 18:00 OLTRE 6 MESI FA
Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo (LaPresse)

Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – Cosa accadrà ora tra i vertici del Movimento 5 stelle e la base in subbuglio dopo le dichiarazioni sul reato di immigrazione clandestina? Grillo e Casaleggio si presenteranno al vertice di chiarimento per spiegare, senza mezzi termini, che hanno ragione loro. Quanto detto lo ha spiegato oggi 12 ottobre Paola Zanca in un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano dal titolo: “Metodo 5 Stelle I guru pronti a dare una lezione”.

Blitz Quotidiano ve lo ripropone per intero:

“Gianroberto, ne dobbiamo parlare di persona”. “Si certo, non c’è problema, venite su quando volete”. “No, forse non ci siamo capiti: mi sa che è meglio che vieni giù te”. La telefonata è dell’altro ieri. Tarda mattinata. Maurizio Buccarella, autore dell’emendamento sull’abolizione del reato di immigrazione clandestina, ha appena letto sul blog la scomunica dei due fondatori del Movimento. Chiama Casaleggio e gli spiega che è ora di finirla con questa storia di fare politica da Milano. Mario Giarrusso glielo aveva detto qualche ora prima: “Dovete prendervi un ufficio a Roma, non si può più andare avanti con questa storia”. E poi, giovedì sera, l’assemblea che per la prima volta ha visto uniti talebani e dissidenti, chiusa con una richiesta all’unanimità: venite qui, scendete a vedere che cosa facciamo. Così, la prossima settimana, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sbarcheranno nella Capitale per “soddisfare il reciproco desiderio di incontrarsi urgentemente””.

“Li muovono sentimenti diversi. Gli eletti hanno bisogno di sentirsi considerati, di non sentirsi liquidati con quattro righe sul blog, di conoscere – molti di loro non lo ha mai visto – il milanese guru della comunicazione. I due leader, invece, hanno voglia di guardare tutti in faccia e chiarire una volta per tutte il principio cardine del M5S: voi 163 (o quanti ne siete rimasti) non siete nessuno. Non sarà, ovviamente, un discorso così brutale. Sarà una “lezione sul metodo Cinque Stelle”, un “chiarimento di alcuni punti che si erano dati per scontati”. Entrambi sanno che durante l’assemblea di giovedì è emersa “molta confusione”, addirittura “disinformazione” sui princìpi del M5S.”

“A cominciare da quello per cui le questioni di “grande rilevanza sociale” non contemplate dal programma non possono essere presentate dai singoli portavoce. A Genova e a Milano, ieri, c’era un po’ di “scontento nel vedere che molti non hanno ben capito qual è il loro ruolo”, un discreto malumore nel sapere che il post sulle regole del M5S è stato bollato come “scritto da un informatico senza logica”. L’arrabbiatura feroce di due giorni fa però è passata. Il post di scomunica ha raggiunto l’obiettivo voluto: ribaltare i titoli dei giornali che, al mattino, aprivano sul “reato di clandestinità abolito grazie ai 5 Stelle”. Milioni di voti persi, nella logica di Grillo e Casaleggio. Che hanno scritto quel post in maniera “lucida e razionale” proprio nella speranza di vedere i titoli dei giornali tornare su un punto fermo: “Diktat di Grillo contro i clandestini”.

“Una “operazione chirurgica, matematica”, la definiscono a Milano, per riequilibrare il danno comunicativo (e la fuga di elettori) del giorno prima. “Contano i cittadini, la massa – ripetono – Le opinioni dei 160 eletti si possono sacrificare”. Sono certi che saranno in grado di convincere deputati e senatori che il metodo viene prima di tutto. “Si farà la pace”, sono tutti in debito di riconoscenza con Grillo, “si scannano, urlano, ma alla fine capiscono”. Deve esserne consapevole Elisa Bulgarelli, senatrice emiliana, che ieri si disperava: l’assemblea di giovedì è stata una occasione sprecata, bisognava “andare fino in fondo” invece hanno “rimandato” tutto al confronto con Grillo e Casaleggio. I toni accesi degli ortodossi sono già tornati nei ranghi. Alessio Villarosa, capogruppo alla Camera, due sere fa dava a Grillo dell’ “impulsivo””.

“Ieri se la prendeva con il titolo de l’Unità che parla della legge “Bossi-Grillo”. C’è chi è disposto a giurare che davanti ai due leader – non è ancora chiaro se l’incon – tro si terrà in un agriturismo fuori Roma o in Parlamento – come al solito nessuno oserà alzare la mano. Sempre che l’ap – puntamento non venga rinviato. È già successo con gli incontri mensili, con l’avvio della piattaforma, con le conferenze stampa milanesi, forse perfino con il V-day del 1 dicembre a Genova. Già ieri il blog ha archiviato l’ar – gomento. Ha chiesto l’impea – chment di Napolitano, attraverso un post di Paolo Becchi: si deve dimettere perchè ha “snaturato il senso politico e morale della figura del Capo dello Stato””.