ROMA – Non era un volo di addestramento come un altro quello che ha portato a casa il ministro Roberta Pinotti la sera del 5 settembre. Il Falcon 50 del 31° stormo dell’Aeronautica Militare in volo da Ciampino a Genova quella sera non sarebbe potuto partire senza il ministro della difesa a bordo.
Era questa la missione del volo oggetto di un’interrogazione parlamentare dei deputati del M5S Alessandro Di Battista e Luca Frusone pubblicata ieri, 25 settembre, dal Fatto.
Come risulta da un documento che Il Fatto pubblica oggi, il Falcon 50 se ne stava a Ciampino fermo sulla piazzola come un taxi che attende il passeggero. Lo dimostra “la nota del giorno delle missioni assegnate al 306 ° Gruppo TS”.
Questo documento riporta il piano dei voli assegnato agli equipaggi del 306° gruppo di stanza a Ciampino in quella serata di settembre . Come si legge chiaramente nella nota sul volo “F50 by Sma”, cioé “Falcon 50 dello Stato Maggiore Aeronautica” la missione del volo Iam 3122 era chiara: “Decollo successivo all’atterraggio del volo Iam 9002 – Equipaggio in tuta da volo”.
Scrive Marco Lillo sul Fatto:
Il Falcon 50 decollato con un solo passeggero civile, Roberta Pi-notti, quindi aveva un orario di partenza teorico alle 19,30 ora Utc, le 21,30 ora italiana. Tutto però era sospeso in attesa del ministro della difesa. La presenza dell’unico passeggero civile del volo Iam 3122, con a bordo 5 membri dell’equipaggio e due passeggeri militari, condizionava il piano di volo. Secondo la versione ufficiale fornita ieri al Fatto dalla ministra Pinotti, il volo sarebbe stato destinato a una missione di addestramento organizzata a prescindere. Il ministro avrebbe solo approfittato di un passaggio senza far spendere soldi ai contribuenti.
La versione del ministro cozza con la nota del giorno del 31° stormo e lascia sospese alcune domande. Il regolamento ammette la presenza di civili su un volo di addestramento? E poi: se ci fosse stato bisogno di far rientrare il Falcon a Ciampino con urgenza per una missione umanitaria o sanitaria, cosa sarebbe accaduto? Il comandante avrebbe finito la sua missione ‘politica’ alla faccia di quella umanitaria? A leggere la nota del giorno la priorità non era istruire i piloti al volo notturno ma portare a casa il ‘soldato Pinotti’. Se si legge il piano interno delle missioni del 5 settembre è più chiaro quello che è accaduto quella sera: l’Aeronautica ha fatto un favore a Pinotti. E non si tratta di un caso isolato. Al Fatto risulta che gli aerei del 31° stormo hanno trasportato altri personaggi vip (talvolta generali e talvolta politici) usando lo stratagemma dei voli di addestramento. I piloti devono raggiungere un certo numero di ore di volo ogni anno per mantenere le loro abilitazioni. Questa esigenza effettiva diventa un ‘tesoretto’ di ore utilizzabile come un jolly per far contenti i potenti.
L’effetto è uno stravolgimento delle regole. Roberto Calderoli e Michela Brambilla sono stati indagati quando erano ministri (e poi salvato dal diniego dell’autorizzazione a procedere da parte del parlamento) perché hanno dichiarato esigenze istituzionali inesistenti secondo i magistrati pur di ottenere un volo di Stato. Il metodo Pinotti, usato anche da altri, rappresenta un aggiramento delle norme dei voli di Stato. Con la scusa dell’addestramento, sono i vertici dell’Aeronautica a decidere quando far decollare il Falcon 50 da Ciampino. La Presidenza del Consiglio non può autorizzare un volo di Stato per far tornare a casa un ministro più velocemente. Mentre i vertici dell’Aeronautica e del 31° stormo possono far salire a bordo il medesimo ministro senza pubblicare poi il rendiconto sul sito della Presidenza (…)
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