ROMA – L’attivismo di Rupert Murdoch, alias il magnate australiano, alias media tycoon, alias lo squalo, non mai stato così vivace. Da qualche tempo ha capito che il mondo della tv sta cambiando. Come peraltro sanno tutti quelli che in Europa, da Mediaset, a Telefonica, a Netflix solo per citare alcuni protagonisti, si stanno riposizionando nei complessi intrecci azionari e tecnologici tra contenuti, tlc, tivù e web.
Così ha deciso di mettere sotto un unico cappello, quello del gruppo britannico BSkyB, tutte le sue «Sky». In altri termini, BSkyB, di cui la holding NewsCorp (divenuta 21st Century Fox) di Murdoch ha il 39,1%, ha acquistato il 100% di Sky Italia e il 57,4% di Sky Germania. In questo modo Murdoch rinuncerà ad avere il pieno controllo delle Sky italiane e tedesche che, passando a BskyB, diventeranno anch’esse controllate al 39,1%.
Scrive Marcello Zacché sul Giornale:
L’operazione ha una logica industriale: riunire in un unico gruppo tutte le Sky d’Europa. Ma qui sta il trucco geniale di Murdoch, tornato squalo: egli rinuncia a quote azionarie dirette, facendo pagare però i costi dell’operazione agli azionisti di minoranza di BSkyB. Senza peraltro perderne il controllo: con il 39,1% resta il primo azionista di BSkyB. Mentre il prezzo che la stessa BSkyB dovrà sborsare per le due società finirà nelle casse della stessa Fox. La quale, non a caso, sta cercando di fare un’altra operazione: acquistare Time Warner, per creare un colosso dell’entertainment planetario. Gli investitori, però, azionisti terzi di BSkyB, quotata in Borsa, arricciano il naso. Prima di tutto per le valutazione di Sky Italia.
La pay tv di Santa Giulia ha perso 200mila abbonati dal 2011, ha ricordato giovedì 24 luglio il Financial Times, e sta incontrando bei problemi con i diritti del calcio (ha perso la Champions League 2015-18, vinta da Mediaset). Secondo alcuni analisti, i 5 miliardi di euro che Fox ha in mente sono una follia: ogni cifra sopra i 3 miliardi sarebbe ingiustificata. Minori i dubbi sulla valutazione di Sky Deutchland, che è quotata che è quotata in Borsa e capitalizza 5,5 miliardi (quindi il 45% varrebbe 2,5 miliardi), anche se alcuni analisti la ritengono a rischio per le incognite dovute alle prossimi aste sulla Bundesliga (la Serie A tedesca) i cui diritti scadono dopo la stagione 2016-17 (…)