Il Giornale: “Vittorio Pisani, l’anti-Saviano assolto dopo due anni di fango”

Il Giornale: "Vittorio Pisani, l'anti-Saviano assolto dopo due anni di fango"
Il Giornale: “Vittorio Pisani, l’anti-Saviano assolto dopo due anni di fango”

NAPOLI – Vittorio Pisani è stato assolto. L’ex capo della Squadra Mobile di Napoli era sotto processo per presunti contatti con la camorra. Il Giornale fa capire da che parte sta già dal titolo: L’anti-Saviano assolto dopo due anni di fangoIl pezzo è affidato a Carmine Spadafora.

Attacco:

Per due anni e mezzo è rimasto sulla graticola della malata giustizia italiana. Per la Procura di Napoli, l’ex capo della Squadra mobile, Vittorio Pisani, il superpoliziotto che ha arrestato centinaia di camorristi, aveva tradito la sua missione, rivelando informazioni riservate a un imprenditore finito sotto inchiesta e presunto colluso con la camorra.

Tutto falso. Ieri pomeriggio, poco prima delle ore 15, il Presidente della Settima Sezione del Tribunale di Napoli, Rosa Romano ha assolto Pisani «perchè il fatto non sussiste». I cronisti che lo conoscono fin da quando ha mosso i suoi primi passi da commissario lo hanno visto per la prima volta commuoversi.

Spadafora affida la difesa di Pisani al suo avvocato difensore (e chi meglio potrebbe farlo?):

Il senso di questo processo, di questa mastodontica indagine che ha gettato fango sulla dignità di un uomo onesto è racchiuso nelle parole dell’avvocato Nugnes: «Era un processo che per quanto riguarda la posizione di Pisani poteva anche non essere celebrato».

Poi Spadafora fa riferimento alle polemiche tra Pisani e Saviano:

Pisani, che osò dire che lo scrittore Roberto Saviano non meritava la scorta perchè nella sostanza non esistevano giustificati motivi di sicurezza per assegnargliela, ha lasciato l’aula 318 del Tribunale per fare ritorno a Roma, dove lavora presso l’Ufficio immigrazione del Viminale. Ma, fino a pochi mesi fa non aveva potuto nemmeno vivere sulla sua città di adozione, Napoli, accanto alla moglie e ai figli, per un obbligo di divieto di dimora impostogli dal gip. Lui, lo «sbirro» che aveva messo le manette ai polsi ai due numeri uno della camorra, casalese, Antonio Iovine e Michele Zagaria, stanati entrambi dopo 15 anni di latitanza, costretto a stare lontano dalla «sua» città.

Gestione cookie