ROMA – Rosy Bindi ha commesso un grave reato nel presentare la lista degli impresentabili alle elezioni di domenica 31 maggi. Una lisa redatta “per informare gli elettori” su quei candidati che sono “in odore di mafia“, ma che di fatto infrange la legge, scrive Mauro Mellini su Italia Oggi del 30 maggio, sottolineando che il reato non è poi così lontano da quello mafioso:
“ha compiuto un reato espressamente previsto dalla legge elettorale (art. 98). Reato che, poi, non è troppo diverso per struttura e finalità repressiva, dal reato tipicamente mafioso, quello previsto dall’art. 416 ter c.p.
Ma torniamo alla Bindi, alla Commissione Antimafia ed all’incredibile reato da essa compiuto con l’atto in cui, abusivamente intervenendo nella competizione elettorale, ha redatto un elenco di candidati da non votare domenica prossima.
È un delitto, non perseguibile, forse, per l’immunità parlamentare di cui godono deputati e senatori (tanto vilipesa e maltrattata dalla magistratura, dagli arrabbiati antiparlamentari e antipolitici in circolazione ed alla moda di questi tempi). Non perseguibile a carico della stessa Rosy Bindi e di tutti i componenti della commissione parlamentare cosiddetta Antimafia, ma reato a tutti gli altri effetti e per l’esistenza di tutti gli altri elementi oggettivi e soggettivi necessari per qualificare così l’atto gravissimo compiuto”.
L’intervento di Bindi, parlamentare del Pd, a “fin di bene” non ha precedenti, scrive Mellini:
“Certo possiamo riconoscere personalmente a Rosy Bindi l’attenuante di una scarsissima (ed anche nulla) comprensione dei termini della questione. Ma a un reato «proprio» del pubblico ufficiale non può applicarsi l’esimente del «difetto di dolo» per mancanza di comprensione di quella che è la funzione affidatagli ed i doveri che ne derivino. (A meno che non si debba parlare di «incapacità di intendere e di volere» che è ben altra cosa da quella del dolo).
C’è dunque il reato, anche se non perseguibile per l’immunità parlamentare. E c’è una spaventosa violazione dei limiti delle funzioni istituzionali, fondamento delle libere istituzioni. Potremo comportarci (anche noi) come Rosy Bindi, scrivere i nomi di tutti i «colpevoli». Ma quello che ha fatto e sta facendo è addirittura incredibile”.