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Imu-Tasi: tasse su casa 25 miliardi, Tasi + 15% di Imu. Berlusconi, grazie!

di FIlippo Limoncelli |24 Marzo 2015 8:17

Il grafico del Sole 24 ore

ROMA – Dopo mesi di confusione e svariate ipotesi, sono arrivati i numeri esatti che hanno mostrato quanto Imu e Tasi siano costate agli italiani. Ai contribuenti la tassa sui servizi indivisibili del 2014 è costata circa il 15% in più dell’imposta municipale propria cancellata nel 2013 e ha portato a un gettito di 25,2 miliardi di euro, quasi il 7% in più rispetto al 2012 e ben il 157% in più rispetto a quanto incassato quando si pagava la vecchia Ici.

Sarebbe facile dire: l’avevamo detto. Bisogna invece ricordare che gli italiani possono dire anche grazie a Berlusconi, che con la sua esasperata demagogia abolire la Imu ci ha messo nei guai senza peraltro frenare il suo declino inesorabile nel favore degli elettori, dimostrando per inciso che anche i soloni del Financial Times che ci fanno da bibbia a volte capiscono un acca e che Giuliano Pisapia è certo un grande avvocato, ma come politico fa bene a lasciar perdere.

Nel bollettino delle entrate tributarie del Ministero dell’Economia, come riporta il Sole 24 Ore a firma di Gianni Trovati,

si scopre che il debutto della Tasi è valso 4,6 miliardi. L’imposta sui servizi indivisibili ha alleggerito il carico fiscale complessivo sull’abitazione principale di 500 milioni per una minoranza di contribuenti, ma per la maggioranza – ossia per i proprietari di appartamenti con rendite catastali medio-basse – ha richiesto in media più dell’Imu.

I dati forniti dal Ministero dell’Economia mostrano,

che la distribuzione del peso fiscale si è spostata dalle fasce di rendita più alte a quelle più basse. Del resto, come mostrano i dati relativi al censimento del catasto, meno di 8 abitazioni su 100 superano i mille euro di rendita, mentre il 51,2 % delle case non arriva a 400 euro.

I 500 milioni non pagati dalle abitazioni principali sono stati compensati dagli 1,1 miliardi chiesti dalla Tasi a seconde case, negozi e imprese, ossia da quelle categorie che avevano già pagato nel modo più pesante il passaggio dall’Ici all’Imu.

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