Internet a rischio collasso: troppi video, tra 15 anni scoppia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Maggio 2015 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA
Internet a rischio collasso: troppi video, tra 15 anni scoppia

Internet a rischio collasso: troppi video, tra 15 anni scoppia

ROMA – Internet non ce la fa a sostenere il peso dei troppi video e del materiale multimediale che ormai gira quotidianamente, messo in circolazione da miliardi di persone. C’è sempre bisogno di una rete più aggiornata e questa necessità di ripropone sempre più rapidamente. Tanto che gli esperti sostengono che tra 15 anni internet rischia il collasso. Scrive Jaime D’Alessandro su Repubblica:

«Nei laboratori di ricerca sta già accadendo», spiega Andrew Ellis, professore di ingegneria all’Università di Aston a Birmingham. Specializzato in comunicazioni via fibra ottica, durante la conferenza alla Royal Society è stato lui a mettere nero su bianco una data oltre la quale non si potrà andare. «Considerando che i test nei laboratori sono fra i gli otto e i dieci anni avanti rispetto alla portata della fibra usata dagli utenti, i primi problemi li dovremmo cominciare ad avere già a partire dal 2022. Nel 2030 poi toccheremo il confine oltre il quale sarà impossibile andare». Colpa dei video ovviamente. Secondo la Cisco il traffico dati crescerà di dieci volte in cinque anni. Previsione confermata anche da Ericsson, secondo la quale i video varranno la metà di quel traffico soprattutto se si parla di smartphone. Netflix già oggi ha raggiunto la quota del 35 per cento di tutto quel che passa sulle reti telematiche degli Stati Uniti. In Australia, dove il sevizio di streaming è stato lanciato il 28 aprile, è al 25 per cento del consumo totale di dati. Intanto in Asia la rete mobile di ultima generazione, l’Lte, sta cominciando ad andare stretta. E pensare che è apparsa per la prima volta nel 2009. «Bisognerà capire se si tratterà di video o magari di qualcos’altro che oggi ancora non è stato inventato», continua Andrew Ellis. «Ma quello che sicuramente avverrà, perché è una costante da tempo, è la richiesta di una larghezza di banda sempre maggiore. E la fibra, sulla quale passa anche il traffico da smartphone, non ce la farà».