“Il lavoro nero in casa Fornero”: Il Fatto Quotidiano sul caso Isfol

ROMA – Co.Co.Co. irregolari per anni, ma in realtà il loro rapporto di lavoro con l’Isfol era di tipo subordinato. Non una collaborazione, insomma. Per questo è nata un’ispezione sul centro di ricerca controllato dal Ministero del Lavoro. Questo ente ha circa 630 dipendenti: 350 a tempo indeterminato e il resto a tempo determinato dal 2008, tutti o quasi già co. co. co. Sono molti ad essere in causa col Ministero, guidato oggi da Elsa Fornero. Ministero che, ad oggi, si rifiuta di assumerli. Ecco la vicenda sintetizzata dal Fatto Quotidiano:

Questa è una cosa che può capitare solo in Italia: il ministero che fa le leggi sul lavoro le viola per vent’anni, poi è costretto ad accorgersi che qualcosa non va e la reazione è quella di metterci una pezza scaricando, se possibile, il costo sui lavoratori.

Insomma, l’Isfol lavora sotto il controllo e in stretto contatto col dicastero oggi guidato da Elsa Fornero. Per questo sono bizzarre quanto paradigmatiche le conclusioni a cui sono giunti gli ispettori provinciali di Roma dello stesso ministero del Lavoro dopo un lavoro durato dal 2007 al 2010: “L’Isfol ha utilizzato gli ex collaboratori come veri e propri lavoratori dipendenti. I contratti utilizzati da questo Istituto (contratti di collaborazione coordinata e continuativa) sono risultati essere non genuini in quanto hanno celato veri e propri rapporti di lavoro subordinato”.

La cosa curiosa, tornando alle conclusioni degli ispettori, è che il ministero del Lavoro (sia con Sacconi che ora con Fornero) non ha mai pensato di dare ragione ai propri stessi inviati: prima ha inoltrato ricorso alla commissione regionale – che però l’ha considerato irricevibile – e ora è in causa contro i duecento e passa dipendenti dell’Isfol che chiedono al giudice del Lavoro di veder riconosciuto il loro “vero e proprio rapporto di lavoro subordinato” ultradecennale.

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