Isis, chi è Jamal: il genio dei documenti falsi

Isis, chi è Jamal: il genio dei documenti falsi
Isis, chi è Jamal: il genio dei documenti falsi

BRUXELLES – “Non sono un terrorista”, continua a ripetere Jamal Eddine Ouali, l’algerino arrestato sabato scorso dalla polizia a Bellizzi, in provincia di Salerno. “Non so non so nulla di terrorismo e neppure di documenti falsi”. Eppure su uno dei computer sequestrati nel laboratorio di contraffazione a Saint Gilles, sobborgo di Bruxelles, c’era una sua foto. Un selfie con la moglie Lynda Sadaki. Domani, 1 aprile, Jamal potrebbe essere estradato in Belgio: è accusato di aver preso parte all’organizzazione degli attentati di Bruxelles. Era lui a fabbricare i documenti falsi di cui si sono serviti i kamikaze nei loro spostamenti. Ma chi è il genio informatico che si nascondeva in un piccolo centro in provincia di Salerno?

Ne parla Amalia De Simone in una inchiesta per il Corriere.it

 Gli atti delle autorità belghe riportano la testimonianza di un suo ex amico secondo cui Ouali era conosciuto come «il genio informatico». Il testimone, che avrebbe lavorato con Ouali a Dubai ha raccontato di aver appreso da comuni conoscenti come l’uomo fosse arrivato in Belgio nel 2014 senza lavoro né denaro. Un vicino di casa dell’indagato invece avrebbe riferito che Ouali e sua moglie stavano per fuggire a Dubai.

Per gli investigatori del belgio Ouali frequentava soggetti capaci di fabbricare documenti falsi. Gli inquirenti sono arrivati a lui indagando su Lejetafi Khalid ritenuto a capo di un’organizzazione criminale dedita alla circolazione di documenti che gestiva anche un traffico di esseri umani. Nel corso di intercettazioni che riguardavano questo soggetto gli inquirenti capirono che non era quella stessa organizzazione a realizzare i documenti falsi ma che i suoi affiliati si affidavano ad altre persone. I pedinamenti hanno consentito poi di individuare un covo che secondo gli inquirenti era il laboratorio per la contraffazione di documenti. In effetti durante una perquisizione avvenuta il 3 ottobre 2015 furono trovati computer, stampanti per carte d’identità, stampa a caldo e centinaia di carte d’identità false, schede sanitarie, patenti di guida belghe, tutti di ottima qualità.

Nel laboratorio furono rinvenuti anche negativi di stampa di carte d’identità belghe con foto e nomi relativi a due identità probabilmente utilizzate da Salah Abdeslam, recentemente arrestato dopo una lunga latitanza perché coinvolto negli attentati di Parigi. L’indagine ha permesso di segnalare come ricercati circa un migliaio di persone che avrebbero utilizzato falsi documenti d’identità. Analizzando il contenuto dei due computer trovati nel laboratorio di contraffazione dei documenti, gli investigatori si sono resi conto che erano stati caricati vari programmi per la falsificazione dei documenti e c’erano vari documenti personali, passaporti e documenti bancari di Ouali e sua moglie Lynda così come dei selfie scaricati da un iPhone.

L’avvocato conferma che «Non c’è alcuna possibilità di errore – spiega l’avvocato di Ouali, Gerardo Cembalo — c’è stata l’identificazione. Resta ora da stabilire se lui sia o meno il falsario». Ieri il legale avuto una conversazione di circa un paio d’ore con la moglie dell’indagato che esclude che il marito faccia parte di un’organizzazione terroristica o comunque spiega di non averne mai saputo nulla. Ouali, ha riferito l’avvocato Cembalo che intende seguire la sua vicenda giudiziaria anche dopo l’estradizione in Belgio, a Bruxelles avrebbe messo su una attività di import export e voleva stabilirsi in Italia.

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