ROMA – La nomina di Giorgio Alleva alla guida dell’Istat sta provocando una sorta di derby tra economisti e accademici. Il calcio d’inizio due giorni fa, quando su “lavoce.info” viene pubblicata una lettera aperta (scarica qui) inviata al premier Matteo Renzi e ai ministri Maria Anna Madia e Stefania Giannini (“Un presidente senza qualità”) a firma del gruppo di economisti che anima il sito, tra cui Lucrezia Reichlin, Luigi Zingales, Tito Boeri, Andrea Boitani, Michele Boldrin, in cui si chiedeva al governo il perché della nomina, lamentando la scarsa notorietà internazionale delle pubblicazioni di Alleva e dunque il curriculum del prossimo presidente dell’Istat, nonché i criteri di selezione.
Lunedì 30 giugno, scrive il Corriere della Sera, un altro gruppo di economisti ha pubblicato una lettera che va invece a sostegno della scelta di Alleva. Molti sono colleghi dell’accademico all’Università la Sapienza di Roma, come Nicola Acocella, Marcella Corsi, Antonio Pedone, Mario Tiberi, ma tra i firmatari ci sono anche due ex presidenti dell’Istat, Alberto Zuliani e Guido Rey e il sociologo Giuseppe De Rita. Secondo i quali quella di Alleva è “un’ottima scelta” perché il presidente designato “possiede competenze e ha maturato esperienze indispensabili per condurre l’Istituto con rigore scientifico, con una visione ampia e con qualità organizzativa”.
Quanto al metodo scelto per la selezione del candidato, che gli economisti de lavoce.info avevano ritenuto una importante novità, criticandone tuttavia l’esito, il fronte pro-Alleva ritiene che i criteri indicati dal governo invece “penalizzano quanti si occupano di problemi specificamente italiani rispetto a tematiche internazionali”.