Italo treno, Il Fatto: “Le banche amiche non bastano: servono altri soldi”

Le banche amiche non bastano a Italo: servono altri soldi
Italo treno

ROMA – Nonostante il supporto di soci e amici, i treni Italo di Diego Della Valle, Luca Cordero di Montezemolo e Gianni Punzo rischiano di finire su un binario morto. Per evitarlo, devono riuscire a superare un doppio passaggio cruciale: cambiare gli accordi sui prestiti con le banche e ottenere nuovo denaro fresco dagli azionisti.

Scrive Carlotta Scozzari sul Fatto Quotidiano:

Il problema del gruppo Nuovo trasporto viaggiatori (Ntv), nato nel 2006 per fare finalmente un po’ di concorrenza alle Ferrovie dello Stato, è che i risultati economici del 2013 sono stati inferiori alle attese al punto tale che è stato necessario non soltanto ridimensionare gli obiettivi e mettere a punto un nuovo piano industriale, ma anche domandare agli istituti di credito la sospensione dei pagamenti fino alla fine del 2014, per potere innanzitutto tirare il fiato e poi ottenere nuove condizioni, meno onerose, sui finanziamenti.

Al 31 dicembre, sui conti di Ntv, chiusi con una perdita di esercizio di 77,6 milioni, pesava un debito da 666 milioni (a giudicare dalla cifra diabolico), suddiviso in 204 milioni di esposizione verso gli istituti di credito, più 462 milioni legati soprattutto all’acquisto di treni verso la sola società di leasing del gruppo Intesa Sanpaolo, Mediocredito italiano. Il gruppo bancario guidato da Carlo Messina, nella partita con Ntv, gioca su due tavoli: quello di primo finanziatore, visto che da solo è indebitato per 586 milioni, e, in base a uno schema tra i più diffusi nella finanza italiana, quello di azionista forte, al 20 per cento.
Intesa ha supportato i treni ad alta velocità di Italo non soltanto prestando direttamente denaro alla società, ma anche fornendole garanzie (fideiussioni) per 14,4 milioni, che vanno ad affiancarsi a quelle da 40,8 milioni concesse a Ntv dalle Assicurazioni Generali, pure azioniste al 15 per cento, e a quelle da 2,7 milioni da parte di Bnl, la banca del gruppo francese Bnp Paribas presieduta da Luigi Abete, da sempre in buoni rapporti con Della Valle.

La banca guidata da Messina e presieduta da Giovanni Bazoli, con il quale invece il patron della Tod’s negli ultimi tempi ha avuto rapporti difficili, si è già detta disponibile a sospendere i pagamenti sul debito di Ntv e a definire nuovi accordi. Gli altri creditori, ossia Bnl, Mps e il Banco Popolare, non hanno ancora deciso, ma dal bilancio del gruppo dei trasporti traspare ottimismo: “Si ritiene abbiano un orientamento positivo”. Ntv “soffre finanziariamente, ma il quadro del debito non è preoccupante e comunque sarà affrontato con i vari istituti bancari”, ha dichiarato fiducioso a fine giugno il presidente Antonello Perricone.
A pesare sui conti di Ntv sono, poi, alcuni contratti derivati sottoscritti nel 2008 per proteggersi dalle oscillazioni dei tassi Euribor, cui sono agganciati i prestiti delle banche. Su questi strumenti, alla fine del 2013, la società perdeva 29,1 milioni, mentre gli istituti di credito che hanno confezionato i derivati (guarda caso, a parte Bnl, coincidono con i finanziatori) guadagnavano la stessa cifra come controparti (soprattutto Intesa, con 17,6 milioni).

Ma non è detto che l’accordo sul debito sia sufficiente a condurre i treni di Italo fuori dalle secche. Per riportare la società al tanto agognato “equilibrio finanziario” è necessario che anche gli azionisti facciano la loro parte, dopo che già tra il 2013 e l’inizio del 2014 hanno aperto il portafogli per 85 milioni (…)

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