La Stampa: “Tanti tornado di questa forza sono anomalia per la stagione”

Tanti vortici di questa forza sono un’anomalia per la stagione
Illinois, il tornado ripreso dall’auto

NEW YORK (STATI UNITI) – La tardiva ondata di tornado che nelle ore centrali di domenica si è abbattuta tra Illinois, Indiana e Kentucky è stata causata, come di consueto, dal contrasto tra l’aria gelida di provenienza canadese, mossa da una depressione sui Grandi Laghi, e quella calda in risalita dal Golfo del Messico, ingredienti per lo sviluppo di vigorose correnti ascendenti e imponenti supercelle temporalesche.

È proprio alla base di questi cumulonembi che prendono origine le violente strutture rotanti che spazzano in genere un diametro inferiore a un chilometro, ma percorrono lunghi tratti di territorio, come devastanti trottole in movimento.

Scrive Luca Mercalli sulla Stampa:

Il conteggio delle trombe d’aria osservate, così come dei danni, è ancora provvisorio, ma lo Storm Prediction Center della Noaa (www.spc.noaa.gov) ha censito un’ottantina di vortici. Di per sé non è eccezionale osservare dei tornado sulle pianure americane in novembre: negli ultimi anni se ne sono contati in media 35 in questo mese, e quello che il 6 novembre 2005 investì Evansville (Indiana) causò ben 24 morti. Tuttavia l’attuale episodio appare fuori dal comune per l’intensità, l’elevato numero di vortici contemporanei e la latitudine assai settentrionale. Il tornado che ha devastato la cittadina di Washington (agglomerato di 15.000 abitanti 220 km a Sud-Ovest di Chicago), è stato classificato in base agli immensi danni che ha provocato di categoria EF3 sulla Scala Fujita-Pearson (venti rotanti a 218-266 km/h). Fin più potente quello che ha toccato terra presso New Minden, a Est di St-Louis (Illinois), probabilmente di categoria EF4 (267-322 km/h), ma in una zona meno infrastrutturata: nella storia degli Stati Uniti si conoscono solo altri due episodi di tornado così violenti e così a Nord in questo periodo dell’anno.

La stagione dei tornado negli Usa, che in genere si dipana da marzo ad agosto, aveva già mostrato nel 2013 altre anomalie: non particolarmente affollata di episodi, circa 800 secondo le stime preliminari, inferiori ai 1300 di media, ma con distruttive sequenze di eventi, come quelle di metà marzo e della seconda metà di maggio, responsabili ciascuna di oltre 2 miliardi di dollari di guasti; ben 62 vortici si sono osservati eccezionalmente il 29 gennaio, molto presto nell’anno, e il vortice EF5 che ha spazzato El Reno (Oklahoma) il 31 maggio è il più largo mai documentato (oltre 4 km), nonché tra i più furiosi noti al mondo, con raffiche misurate da radar di 475 km/h.

Qualcosa sta cambiando? Forse sì, ma non lo sappiamo ancora con certezza (…)

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