ROMA – La nomina del ministro degli Esteri Federica Mogherini a Lady Pesc, cioè a rappresentante della Commissione europea per la “Politica estera e di sicurezza interna”, libera una poltrona importante nel governo Renzi. Innescando un gioco di pedine che non riguarderebbe solo la Farnesina. Renzi ha detto che fino al 25 ottobre la Mogherini resterà un componente importante del suo esecutivo, e che inizierà a pensare al successore solo due giorni prima di quella data.
La realtà è che però qualcun altro ci sta già pensando, e non sono solo i “retroscenisti”, i cronisti parlamentari che riportano sui giornali le voci di corridoio che girano nei palazzi della politica.
Scrive Giovanna Casadio su Repubblica che in “pole position” per la poltrona di ministro degli Esteri c’è l’attuale vice della Mogherini, Lapo Pistelli. Quel Pistelli a cui Renzi, agli inizi della sua carriera, fece da portaborse.
«Se non fossi stata presidente del Friuli Venezia Giulia…». Debora Serracchiani ammette che il suo nome è circolato davvero per il ministero degli Esteri. Ma che è un’ipotesi del tutto irrealistica: è “governatrice” da un anno e mezzo, non lascerebbe la sua Regione. Renzi non ha ancora scelto il successore. È troppo presto, del resto. Prima dell’addio di Federica Mogherini alla Farnesina per andare in Europa mancano otto settimane. Il bivio davanti al quale il premier si trova non è cosa da poco e si riassume nella domanda: semplice successione o rimpasto? Si sa che dal Colle invitano alla prudenza e a non scuotere equilibri di governo già delicati, nel pieno del semestre Ue.
Se si trattasse di una successione allora sarebbe Lapo Pistelli in pole. Vice ministro, di lunga esperienza e di molti contatti, di cui Renzi fu portaborse all’inizio della carriera politica e che poi sfidò, battendolo, nella corsa a sindaco di Firenze, Pistelli è l’erede naturale. Unico neo è che spezzerebbe l’equilibrio parità di genere – metà uomini e metà donne – del governo. L’altro nome che si fa è quello di Marta Dassù, ma è molto meno probabile. In Europa l’Italia ha mandato una lady Pesc, Renzi quindi potrebbe ritenersi soddisfatto delle quote rosa – è la voce che circola alla Farnesina – e quindi ragionevolmente promuovere Pistelli.Però la partita potrebbe diventare più complessa e allargarsi a un vero e proprio rimpasto. Il premier approfitterebbe dell’occasione per regolare alcune questioni aperte. Non è tanto la Pubblica Istruzione con a capo la leader di Scelta civica Stefania Giannini a preoccupare Renzi. Piuttosto è allo Sviluppo economico, ora guidato da Federica Guidi, che il premier vorrebbe un altro passo. Molto prudente invece è Renzi su un ridimensionamento del Nuovo Centrodestra. Anche se il tam tam su uno spostamento di Angelino Alfano agli Esteri così da liberare la casella dell’Interno, è sempre molto forte. Al Viminale sono stati segnalati in avvicinamento sia il sottosegretario Graziano Delrio che l’attuale viceministro con delega all’intelligence Marco Minniti.
I Servizi segreti potrebbero a quel punto essere affidati a Luca Lotti, sottosegretario all’Editoria, l’amico di cui Renzi si fida più di tutti. «Un puzzle ancora tutto da comporre», stoppano le ipotesi i renziani. «Ma Matteo non ha mai parlato di rimpasto, comunque è un tema che spetta solo a lui affrontare», assicura la vice segretaria dem Serracchiani. Tuttavia il programma dei “millegiorni”, che domani il premier presenterà, ha bisogno di una squadra di governo tanto rodata quanto rafforzata. Non lascerebbe la Difesa, Roberta Pinotti. Circolano i nomi più vari in queste ore, tra cui quello di Andrea Guerra finora “ad” di Luxottica.
E c’è anche il capitolo Pd che si intreccia con il futuro organigramma del governo. Renzi avrebbe previsto un’accelerazione nella composizione della segreteria. Anche perché Stefano Bonaccini, il responsabile enti locali si è candidato alle primarie dell’Emilia Romagna in una competizione con l’altro renziano Matteo Richetti. Pare che il segretario-premier sia irritato per il modo con cui è stata gestita la faccenda emiliano-romagnola, dove si andrà al voto in autunno. Nel comizio di domenica prossima alla Festa dell’Unità Renzi potrebbe annunciare le novità nel partito.